Vaccini, Daniela Sbrollini: politica Regione Veneto pericolosa, con il Sì al referendum possiamo rimediare
Giovedi 1 Dicembre 2016 alle 16:19 | 0 commenti
Daniela Sbrollini, Pd VicePresidente XII Commissione Affari Sociali e Sanità Camera dei Deputati
Vaccinarsi in Veneto continuerà a non essere obbligatorio nonostante le percentuali dei principali vaccini come Polio, Difterite Tetano, Pertosse, Epatite B, Hib, morbillo segnino tassi di copertura tra i peggiori in Italia. Con questi numeri e senza intervenire nel medio lungo periodo si mette in pericolo la sicurezza sanitaria dei cittadini. La giunta veneta dunque sceglie di non decidere. Nessun cambio di rotta quindi nonostante i numeri drammatici.
L’assessore Coletto, in accordo con il Governatore della Regione Luca Zaia, continua a negare un problema evidente, dovremmo forse aspettare qualche episodio di malattia o epidemia grave? Il rischio è alto e lavorare veramente sulla prevenzione è miglior modo per evitare brutte sorprese.
La Regione vuole continuare a disinteressarsi al problema, scegliendo di non decidere su una materia di sua competenza non facendo prevenzione sanitaria e caricando i sindaci della responsabilità e del controllo sul tasso di copertura dei bambini nei propri plessi scolastici, comune per comune: arriveremo all’assurda situazione in cui i genitori dovranno scegliere la scuola più adatta ai figli anche sulla base della sicurezza sanitaria poiché non sarà garantita ovunque. Inoltre per tutto il tempo per cui i bambini non saranno a scuola nessun tasso minimo di copertura dei luoghi di aggregazione sarà garantito. Questa presa di posizione è inaccettabile e come vicepresidente della Commissione Affari Sociali e Sanità farò tutto il possibile per impedire che ciò avvenga.
Domenica 4 dicembre l’Italia si esprimerà sul Referendum costituzionale, che prevede un riassetto delle competenze tra Stato e Regione, anche e soprattutto per questo è importante votare Sì.  Con la nuova Costituzione non solo si eliminerebbe il contenzioso perenne tra Stato e Regioni ma soprattutto di azzererebbero quelle differenze odiose che si sono venute a formare in questi anni tra alcune Regioni rispetto ad altre, rendendo più omogenei i livelli essenziali di assistenza ed i servizi erogati riducendo contemporaneamente i costi. Su questa scelta della mia Regione ho immediatamente informato il Ministero della salute che valute se e come intervenire per garantire la sicurezza sanitaria.
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