Universitari a Padova tra difficoltà coi trasporti e mense chiuse
Domenica 25 Dicembre 2011 alle 18:46 | 0 commenti
Di Silvia Maule (da VicenzaPiù n. 225 e BassanoPiù n. 6)
Il Sindacato degli Studenti impegnato a far riaprire la mensa Marzolo e ad aumentare le corse di autobus
Andrea è partito da Cornuda alle 7 per prendere il treno da Altavilla e andare a seguire le lezioni di Logopedia, che iniziano alle 9: "Per fortuna che ho la macchina dei miei, altrimenti dovrei partire un'ora prima, e lavorando la sera per il censimento fino a tardi sarebbe difficile restare abbastanza svegli tutto il giorno...".
Molti altri ragazzi vicentini frequentano l'università a Padova, ma, nonostante la relativa vicinanza, l'ateneo patavino non è così agevole da raggiungere con i mezzi pubblici. Nonostante la possibilità di fare l'abbonamento, spesso i disservizi rendono gli spostamenti sfiancanti: si va dall'acquisizione del quarto d'ora accademico di ritardo da parte di alcuni treni (ad es. quello delle 8.10 Bassano-Padova), alla soppressione dei viaggi che comporta un affollamento insostenibile sul treno successivo; senza contare le carrozze chiuse, i malfunzionamenti del riscaldamento, i viaggi al buio, i ritardi non segnalati, gli improvvisi guasti in mezzo alla campagna. Quando si tratta poi di trovarsi a dover cambiare treno a Vicenza, come succede per tutti gli studenti che provengono dall'Alto Vicentino, e il treno ti parte davanti al naso o non ci sono coincidenze, lo stress è assicurato.
Da Bassano invece la linea fino a Padova è diretta, ma dai paesi circostanti non è agevole raggiungere la stazione perché o non ci sono le corriere o non sono coordinate con gli orari dei treni. Giada, che frequenta Mediazione Linguistica e Culturale, da Nove ha così deciso di spostarsi ad abitare in città : "Tre ore tra andata e ritorno da Padova sono piuttosto pesanti, ma più che altro spesso ho lezione la mattina presto e poi il tardo pomeriggio; stando a Padova riesco ad organizzarmi meglio, e anche a fare qualche lavoretto". Dopo il part-time in ufficio Erasmus, questa settimana imbusta DVD con altri ragazzi, tra cui c'è Silvia, una studentessa di Scienze e Tecnologie per l'Ambiente che arriva da Arcugnano: "Io ero pendolare, ma ho smesso, perché nonostante avessi le lezioni concentrate alla mattina, due volte su cinque cancellavano il treno delle 13.30, e così in pratica perdevo metà pomeriggio in stazione...".
Entrambe le giovani vicentine hanno deciso di essere utili ai loro colleghi di corso e di contribuire alla vita studentesca: fanno infatti parte del Sindacato degli Studenti, che come spiega Giada "è un gruppo apartitico e indipendente che si impegna nella rappresentanza studentesca per provare a migliorare le cose" -" Ma non per fare politica di mestiere" la interrompe Silvia: "grazie all'impegno del nostro rappresentante nel Cda dell'università , quest'anno siamo riusciti a far aumentare il numero delle corse d'autobus per Agripolis, il polo scientifico-agrario che si trova a Legnaro e dove si tengono alcuni corsi che anch'io devo seguire".
La tenacia di questi ragazzi sta portando anche alla riapertura della mensa Marzolo, dove mangiavano gli studenti delle facoltà di Scienze, Farmacia, Ingegneria, che adesso si trovano tutti concentrati all'altra mensa della zona, dove si può stare in coda ad aspettare anche mezzora. Chiusa per un contenzioso tra l'ESU e l'università , la continua pressione dei loro rappresentanti è riuscita a riaprire il dialogo tra i due enti che ora troveranno un accordo.
Il valdagnese Gianluca, cresciuto al liceo Tron di Schio e ora presidente del Consiglio degli Studenti, conclude così la nostra chiacchierata: "se gli studenti pendolari riusciranno a mangiare un pasto caldo invece di dover accontentarsi di un panino, sarà quindi anche per l'impegno di Giada e Silvia".
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