Università, Giacon: possibile fermare Gelmini
Mercoledi 1 Dicembre 2010 alle 16:49 | 0 commenti
Paolo Giacon, Partito Democratico  -  "Non è ancora detta l'ultima parola. Abbiamo perso la battaglia alla Camera ma la guerra contro la riforma Gelmini, che demolisce l'Università italiana, è ancora aperta. E sarà possibile con gli strumenti pacifici della democrazia fermare la Gelmini". È ottimista Paolo Giacon, responsabile regionale PD per l'Università e alla Ricerca, che spiega così le prossime mosse dei democratici:
 "Non dobbiamo perdere la speranza: la straordinaria partecipazione di studenti, docenti e cittadini va oltre le appartenenze politiche e le bandiere di partito. L'Italia si sta risvegliando e sta rialzando la testa contro un Governo che vuole distruggere il futuro dei giovani italiani e della ricerca, di base e applicata. Chiediamo quindi a studenti, associazioni, docenti, ricercatori di mantenere lo stato di massima mobilitazione pacifica fino al 9 novembre, giorno in cui sarà calendarizzata la discussione della legge in Senato. I riflettori dei media devono rimanere accesi su questa pessima legge ed il Partito Democratico ha il dovere di denunciare i tagli, le ingiustizie e il centralismo ingiustificato che caratterizzano questo provvedimento".
"Accanto all'impegno della gente nelle piazze e negli Atenei - prosegue Giacon - ci appelliamo ai senatori di opposizione, ed in particolar modo a quelli del PD, perché mettano in campo tutti i strumenti di ostruzionismo parlamentare per fare in modo che il voto della riforma slitti ad una data successiva al 14 dicembre. È inaccettabile che una riforma così strategica sia affrontata da un Governo sull'orlo della crisi. Cavilli regolamentari, verifiche del numero legale, migliaia di emendamenti, iscrizioni in massa per intervenire durante i lavori d'Aula. Spero che nessuna strada utile a sospendere il progetto della Gelmini venga trascurata. In gioco c'è il destino delle eccellenze universitarie del paese, e, soprattutto, il futuro formativo e occupazionale delle giovani generazioni".
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