Unione immigrati Vicenza: "Da noi ci sono posti per i profughi, ma dalle autorità nessuna risposta"
Domenica 7 Giugno 2015 alle 20:00 | 1 commenti
Almeno un centinaio di posti per ospitare i profughi a Vicenza. Immigrati regolari, che magari abitano in case ampie e la cui famiglia ha dovuto allontanarsi per lavoro sarebbero ben disposti e pronti ad accogliere chi sbarca in Italia dall'inferno.
"Abbiamo segnalato questa nostra disponibilità alla Prefettura - spiega Sall Maouhamadou, presidente dell'Unione immigrati Vicenza - ma l'unica risposta che abbiamo avuto è stata l'indicazione di rivolgerci alle cooperative che gestiscono gli alloggi, cosa che abbiamo fatto. Ma il rappresentante della cooperativa, dopo aver detto che gli alloggi potevano andar bene non si è più fatto sentire". E sono passati mesi. Mesi di silenzio anche da parte della Prefettura. "Proprio pochi giorni fa - continua Maouhamadou - si sono offerti degli italiani con quattro appartamenti, ma anche qui nessuna risposta. Sarebbe veramente brutto se questa opportunità di aiuto andasse persa".
Una soluzione Sall Maouhamadoul però l'ha trovata. Quarantenne originario dal Senegal, lavora come operaio alla Valbruna ed è il neo eletto presidente dell'Unione Immigrati, associazione presente nel territorio dal 2008 a rappresentanza di una gran parte di gruppi etnici di Vicenza e provincia. Proprio ieri l'associazione ha presentato il nuovo programma per il 2015 e il nuovo statuto dell'associazione. "Con questo nuovo statuto possiamo accedere direttamente ai bandi della Prefettura per accogliere i profughi", spiega Maouhamadou "chi meglio di noi può fare opera di mediazione culturale?".
Un mediazione culturale che riguarderà anche il problema della microcriminalità che impera a Campo Marzo e in Viale Milano. "In queste zone sono pochi quelli che delinquono rispetto alle brave persone - spiega Aziz Banse, che all'interno dell'Unione si occupa della sicurezza - è il nostro scopo sarà quello di sensibilizzare queste persone, parlando con loro e segnalando alle autorità le situazioni più gravi".
Un lavoro già iniziato con i tunisini presenti nel gruppo direttivo dell'associazione, i quali fungeranno da mediatori con i connazionali che si presume siano coinvolti in illeciti. "Abbiamo già un ottimo rapporto con la questura - aggiunge Banse - adesso aspettiamo la Prefettura e il Comune, siamo aperti a ogni dialogo".
Il programma del nuovo direttivo sarà incentrato su di una serie di iniziate che riguardano lo sport, il mondo femminile e il sostegno sociale. "Ma la priorità massima - conclude Maouhamadoul - è contribuire all'attività della città e garantire la sua sicurezza".
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