Un'Europa di valori etici, o il fallimento è inevitabile: Giornata Schuman 2011
Lunedi 9 Maggio 2011 alle 10:06 | 0 commenti
Riceviamo da Roberto Ciambetti, assessore regionale della Lega Nord, alcune considerazioni sull'Europa, nella ricorrenza della Festa d'Europa Giornata Schuman 201, e volentieri pubblichiamo.
Perché, ma soprattutto in che modo, sentirsi europei al di là dei vincoli, delle sentenze, delle limitazioni che impone l'Ue? Ce lo chiediamo in questi giorni, nella ricorrenza del Festa d'Europa-Giornata Schuman 2011, e considerandola alla luce delle recentissime vicende politiche e sociali che hanno coinvolto il Paese.
Se un italiano su tre (e la percentuale aumenta nel Nordest) non si sente europeo, considerando l'ingresso nel mercato comune e nell'euro come una limitazione più che un beneficio, probabilmente è perché è arrivata l'ora di passare da un'Europa degli Stati (e dei vincoli) a un'Europa dei popoli e delle autonomie. Di affermare che a tenerci uniti non è un confine ad Est o a Sud, troppo spesso comunque violati, ma valori culturali dai quali non possiamo prescindere. Penso alla democrazia, nata dall'Illuminismo e "trasmessa" oltreoceano e di recente ad Est; penso al senso di giustizia che caratterizza il vecchio continente e che è retaggio di una civiltà millenaria; penso soprattutto alla libertà che dovrà fare da base al Trattato comunitario assieme a quel Cristianesimo le cui radici troppo spesso si fatica ad affermare con orgoglio, nella speranza (vana) di agevolare così l'integrazione.
Perciò essere europei non significa, o non dovrebbe significare, unicamente rispettare rigidi parametri di finanza pubblica in cui, comunque, Regioni serie come il Veneto già rientrano nella coscienza comune, che conti solidi siano una premessa fondamentale di una Nazione altrettanto solida. La vera forza dell'Europa deve nascere da una etica vera: e se è etico rispettare i limiti di una Finanza austera e rigorosa, deve esserlo altrettanto l'avere politiche comuni davanti a grandi temi quali sicurezza, immigrazione, lotta al terrorismo. E' ancora possibile che su un unico Paese (e sui suoi conti) ricadano gli esiti di una crisi come quella nordafricana? E' giusto che una legislazione nazionale sia costretta a fare marcia indietro sul reato di clandestinità ("accettato" per la Francia o l'Inghilterra), consentendo che sul suolo italiano si muovano soggetti di cui non conosciamo nemmeno l'identità ? E' possibile che alla Spagna sia consentito arginare l'immigrazione con un muro di filo spinato a Ceuta e Melilla, mentre l'Italia non può nemmeno disporre la custodia in carcere di chi è privo di documenti? E' legittimo che si bocci la richiesta italiana di rendere obbligatoria l'etichettatura e la tracciabilità di tutti gli alimenti, a tutela del consumatore, favorendo unicamente le multinazionali degli Ogm?
La vera forza dell'Europa deve nascere da una etica vera ed e' etico rispettare i limiti di una finanza austera e rigorosa, ma e' anche etico avere politiche comuni davanti a grandi temi: sicurezza, immigrazione, lotta al terrorismo. E' etico riaffermare i valori culturali su cui poggia la società europea: democrazia, liberta', giustizia. E' etico dire che non possiamo non rifarci ai grandi valori del cristianesimo: l'Europa e' storia, e' una cultura, e' una fede e una speranza per dare ai nostri popoli e alle nostre regioni un vero domani.
Tutto questo deve servirci a disegnare l'Europa di domani, non quella dei vincoli né quella ingessata su norme e regole francamente incomprensibili perché non utili ad alcuno. E' ora di definire una Europa dinamica, perché tutti i cittadini comunitari possano percepirla meno "matrigna" e più adeguata al diritto dei popoli e alla loro identità . Altrimenti il fallimento di questa Unione sarà inevitabile.
Roberto Ciambetti
Assessore regionale al Bilancio e Programmi Comunitari FESR
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