Quotidiano | Categorie: Economia&Aziende

La versione da Rimini 2.0 della guerra su IEG tra l'81% rappresentato da Cagnoni e il 19% da Marzotto. Il presidente riminese: agenda azionisti di controllo prescinde da problemi di cortesia istituzionale verso socio di minoranza

Di Pietro Cotròn Domenica 8 Aprile 2018 alle 13:55 | 0 commenti

ArticleImage

Della guerra in atto a Rimini tra Matteo Marzotto, vice presidente di IEG in quota Vicenza, e Lorenzo Cagnoni, suo presidente espresso dalla maggioranza di controllo riminese, scrive anche e ovviamente la stampa romagnola, tra cui Rimini 2.0 di cui riportiamo a seguire la versione di ieri, 7 aprile, delle tensioni tra Rimini e Vicenza, tensioni che sembrano avere il finale già scritto visto che l'ex RiminiFiera è azionista di controllo di IEG.

Leggendo, sempre su Rimini 2.0, l'intervista sempre di ieri, ma nel pomeriggio, a Cagnoni che riporteremo più tardi a seguire, il presidente, tra l'altro, dice a... Variati: "Gli azionisti riminesi - Comune, Camera di commercio e Provincia - sono gli azionisti di controllo, ed hanno tutto il diritto di pensare alle questioni dell'agenda, più che a problemi di cortesia istituzionale nei confronti di qualche socio di minoranza..."

Se Cagnoni, soprannominato, tanto per non lasciare dubbi aggiunge che "La logica di una azienda non è quella di pensare di andare alla unitarietà assembleare con l'ultimo socio, ma è invece di guardare ai risultati e puntare a quelli...", per quanto possano pensare di fare Achille Variati e il suo "portavoce" (o ispiratore?) Matteo Marzotto (l'altro, Luigi Dalla Via, pare che sia troppo impegnato nel suo recente e successivo ruolo... di socio di Regina Rossa & Partners srl), rimane, ad oggi, il fatto che rappresentano (tra Comune e Provincia di Vicenza con annessa Camera di Commercio locale) solo il 19% del capitale sociale, destinato a diminuire con le successive, previste e prevedibili operazioni di Borsa e di accorpamento con altre fiere.

Ma la società nata per accorpare la più grande Fiera di Rimini con l'indebitata (con BPVi) Fiera di Vicenza scricchiola da tempo, in pratica da subito dopo la fusione con pesi fin troppo diversi tra le due società "fondatrici" che alla lunga nessun ipotetico patto può equilibrare. Le prime avvisaglie pubbliche dei dissidi in corso, in cui in forza di statuti e norme Rimini ha il manico del coltello, erano state quelle della presentazione della bozza di bilancio del primo anno di gestione comune con l'assenza (mancato invito?) alla relativa conferenza stampa di Marzotto e del dg di designazione vicentina Corrado Facco a cui pare che il decisionista ed esperto presidente riminese abbia sempre lasciato ben poco spazio operativo a differenza di quanto ne aveva avuto finchè Vicenza operava autonomamente col suo presidente, Marzotto, più preso dalle PR che non dalla gestione aziendale. Di questo quadro è, quindi, utile avere una rappresentazione da parte della sponda più ampia, quella riminese, per cui oggi vi proponiamo quella di Rimini 2.0.

 

Ora Vicenza vuole la presidenza di IEG: dietro le dimissioni di Cagnoni & C. 

Matteo Marzotto si sta dimostrando un osso duro per il navigato Lorenzo Cagnoni. L’indiscusso comandante supremo della Fiera di Rimini, convolata a nozze con quella di Vicenza nell’ottobre del 2016, non riesce a tenergli testa. Pensava di relegare i vicentini ad una condizione di minorità, invece si sono messi in testa di dare la scalata a IEG.

L’indiscusso comandante supremo della Fiera di Rimini, convolata a nozze con quella di Vicenza nell’ottobre del 2016, non riesce a tenergli testa. Pensava di relegare i vicentini ad una condizione di minorità, invece si sono messi in testa di dare la scalata a IEG.

Il clamoroso annuncio delle dimissioni di massa dei riminesi dal cda di Italian Exhibition Group è la conferma di un tentativo di “accerchiamento” e del plateale rifiuto di farsi accerchiare. Cominciamo dai dati oggettivi. In anticipo sulla scadenza naturale del mandato, prevista all’inizio del prossimo anno, cioè dopo l’approvazione del bilancio 2018, il timoniere Lorenzo Cagnoni, e la sua squadra (Barbara Bonfiglioli, Daniela Della Rosa, Maurizio Renzo Ermeti, Lucio Gobbi, Catia Guerrini) ha rassegnato le dimissioni “facendo decadere il CdA con efficacia dalla data della prossima assemblea convocata per fine aprile”. Restano fuori dalla decisione improvvisa di andarsene solo i componenti non “in orbita” Cagnoni: naturalmente il vicepresidente Marzotto, Simona Sandrini (Gl Events) e Luigi Dalla Via. Tre su nove.

IEG motiva il terremoto come un “atto di responsabilità da parte dei Consiglieri di IEG”, perché “apprestandosi a intraprendere il percorso verso il Mercato dei capitali e azionario, IEG intende assicurare agli attuali e futuri azionisti e investitori l’opportuna continuità e stabilità di governance. Il nuovo Consiglio di Amministrazione di IEG sarà nominato nel corso dell’Assemblea del 27 aprile 2018”. I termini chiave sono “opportuna continuità e stabilità di governance“. Al momento la stabilità non è garantita? Parrebbe una deduzione conseguente.

“Se la coppia scoppia, come avete scritto voi, allora è naturale che arrivino anche i dispetti, come ogni coppia che si lascia alle spalle un amore idilliaco”, commenta un addetto ai lavori che però preferisce mantenere l’anonimato. Matteo Marzotto non ha nessuna intenzione di continuare a fare il secondo di Cagnoni. Il suo muoversi, anche quando appare innocuo e in linea con quello di Cagnoni, viene interpretato come una fuga in avanti. Due giorni fa ha partecipato alla iniziativa finalizzata a raccontare le eccellenze del Veneto ed ha tirato in ballo IEG, fra l’altro su un tema sul quale Cagnoni non è solito spingere sull’acceleratore: “Italian Exhibition Group ha iniziato il cammino per la quotazione in borsa. Entro metà mese completeremo la selezione degli advisor, i cui nomi saranno presto resi pubblici, e sono convinto che questa operazione porterà a creare valore per gli azionisti. È stata un’operazione possibile, in Italia, in pochi mesi, contro ogni previsione, visto che ci siamo integrati da un anno e mezzo e che in sette-otto mesi, entro l’autunno, credo che potremo essere quotati”.

Marzotto aveva già messo i puntini sulle “i” lo scorso gennaio in merito alla quotazione in Borsa, sottolineando di avere lui la delega per seguire il processo di quotazione e aggiungendo che non avrebbe accettato percorsi diversi da quelli decisi, stoppando anche l’ipotesi di una integrazione con Bologna.

Ora lo scontro potrebbe farsi duro. Saranno le tre settimane che separano dall’assemblea di IEG a decidere i prossimi passi, ma sul tavolo resta la questione della “stabilità di governance” e le precise richieste dei vicentini a Cagnoni: la presidenza di IEG e la tabella di marcia delle priorità: quotazione in Borsa e alleanze.

Quella che si sta giocando in IEG è una partita che potrebbe avere ripercussioni anche sugli equilibri politici a Rimini. E’ ben noto quale sia il potere del “sistema Fiera”, governato da “Tutankagnon”, ormai l’unico baluardo di quel più ampio sistema che ha retto le sorti della sinistra in città. Se Cagnoni dovesse scendere dal trono, i contraccolpi alla sua corte li sentirebbero in parecchi.


Commenti

Ancora nessun commento.
Aggiungi commento

Accedi per inserire un commento

Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.





Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
Gli altri siti del nostro network