Una settimana dal voto in Consiglio regionale sul referendum: tre scenari possibili
Lunedi 9 Settembre 2013 alle 16:19 | 0 commenti
 
				
		Plebiscito2013.eu - A una settimana dal voto in Consiglio Regionale sull’approvazione del progetto di legge 342 per l’indizione del referendum di indipendenza del Veneto, restano aperti tre scenari principali, con alcune possibili sorprese. Nel momento in cui le famiglie venete stanno iniziando un mese di settembre con grande circospezione e difficoltà finanziaria, con conferma del blocco di fatto dell’accesso al credito per le imprese, che languono senza aiuti da un sistema bancario praticamente bloccato.
Il  Consiglio Regionale è chiamato a votare un provvedimento che risulta di  per sé stesso storico.
 	Una cosa appare con evidenza: non si respira di sicuro un clima  pre-rivoluzionario, almeno a leggere le dichiarazioni dei principali  esponenti politici veneti. Il lamento sterile la fa da padrone, mentre  manca del tutto una visione condivisa tra classe politica, parti sociali  emaître à penser di casa nostra.
 	Non emerge ancora con forza un fronte veneto compatto, che prenda atto  che le divisioni e gli steccati ideologici sono il nostro principale  nemico nel momento delicato che stiamo attraversando. Il compito e  l’impegno di Plebiscito2013 è proprio la facilitazione di un dialogo che  possa basarsi su aspetti condivisi tra le parti, senza farci cadere  vittime del tranello classico della politica italiana, che vive in modo  parassitario di facili divisioni su aspetti risibili, che trovano un  risalto mediatico artificiale e che vedono i veneti fronteggiarsi in  tifoserie basati su temi che non interessano e non riguardano la  stragrande maggioranza dei cittadini, delle famiglie, delle imprese e  degli stakeholder in genere della società veneta.
 	È nostra convinzione che il dialogo debba prevalere sulle  contrapposizioni costruite ad arte, per affrontare con responsabilità le  scelte che ci devono accomunare come veneti.
 	La scelta che il Consiglio Regionale dovrà fare deve si deve imperniare  su aspetti di base. Il primo aspetto fondamentale è il rispetto di un  principio democratico.  Il referendum per l’indipendenza del Veneto è innanzi tutto una  questione di democrazia, dalla quale non si può prescindere. Non vi  possono essere impedimenti di sorta all’espressione democratica del  voto, che consenta i cittadini veneti di esercitare concretamente il  proprio diritto di decidere.
 	Le barriere ideologiche devono essere abbattute di fronte a un aspetto  primario di convivenza civile. Non può esistere alcuna comunità se essa  non permette ai propri cittadini di essere tali attraverso la libera  espressione del voto in un referendum per il proprio futuro.
 	I veneti si sono espressi una solta volta in un Plebiscito e ora, nel  momento in cui vivono la più drammatica crisi socio-economica della  propria storia moderna, hanno il sacrosanto diritto di potersi esprimere  per la seconda volta nella propria storia sul proprio futuro.
 	Gli scenari possibili che si presentano ai consiglieri regionali sono essenzialmente tre: il NO, il NI e il SI’.
 	La bocciatura con un NO secco della legge referendaria comporterebbe un  arroccamento ingiustificato della classe dirigente veneta, che  confermerebbe la cesura tra cittadini veneti e classe politica italiana,  con uno schieramento del Consiglio Regionale sul fronte della casta,  tradendo i detentori della sovranità primaria. È uno scenario che  ritengo personalmente improbabile, molto rischioso e che voglio sperare  non venga a verificarsi mai.
 	La seconda possibilità è un NI, ovvero un rinvio, oppure l’ennesima non  decisione, magari giustificata da qualche scusa burocratica, o pretesto  basato su cavilli improbabili. Tale situazione si è già verificata, il  30 luglio e precedentemente con rinvii tattici della discussione, che  già ci hanno fatto perdere 4 preziosi mesi, sull’altare  dell’opportunismo politico che ha prevalso sul senso di responsabilità.
 	L’ultimo scenario è il SI’, che noi tutti speriamo si avveri e che ci  deve vedere impegnati senza distinzione in questi giorni affinché le  probabilità che diventi realtà siano le più alte possibili. Esso  aprirebbe quindi una fase nuova nella politica veneta, che noi tutti  desideriamo abbia inizio il 17 settembre 2013. Ritengo inoltre che debba  avere il sopravvento una scelta di chiarezza sia sul quesito (“Vuoi che  il Veneto diventi una Repubblica indipendente e sovrana? SI – NOâ€)  sia sulla data del Plebiscito, che deve essere separata da altre  consultazioni elettorali che creerebbero confusione su una scelta  fondamentale. Su entrambi i punti ci siamo già pronunciati più volte e  le ragioni che abbiamo esposto non sono mai state confutate.
 	Non siamo illusi e non vogliamo illudere nessuno, la battaglia  democratica per vedere rispettato il diritto dei veneti di decidere il  proprio destino è ancora in corso e l’esito è tutto fuorché scontato.
 	Plebiscito2013 ha un compito enorme che in questi giorni trova la  propria maggiore espressione: dobbiamo abbattere gli steccati, smussare  gli angoli della politica veneta, con ogni mezzo dialettico e facendo  ricorso alla creatività che contraddistingue i veneti nei momenti delle  scelte importanti.
 	Ognuno di noi adotti un consigliere regionale, di ogni schieramento politico, in  questi giorni e instauri un dialogo, un confronto sereno e pacato,  basato su argomentazioni di buon senso. I consiglieri regionali veneti  hanno l’occasione per dimostrare che non appartengono a una casta  lontana e sono certo che sapranno cogliere l’occasione per dimostrarlo  concretamente, con un voto che li veda uniti sul fronte dell’interesse  esclusivo dei cittadini veneti, che essi sono chiamati a rappresentare.
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