Una scuola nuova
Lunedi 24 Febbraio 2014 alle 17:41 | 0 commenti
Riceviamo da Luciano Parolin - Il dibattito sulla scuola è fermo da anni. Per l'istruzione e formazione, il Governo non ha detto una parola, baruffe solo per episodi di bullismo, scodellamento, o peggio per cancellare, mamma e papà , dal linguaggio dei bambini. L’educazione dei nostri figli e nipoti, non è esclusiva dei docenti, dei partiti, del Ministro.
La scuola è patrimonio della Nazione e delle famiglie, tutti devono contribuire al suo sviluppo. E' arrivato il momento per l’Italia di radunarsi attorno ad un tavolo e chiedere alle famiglie, ai giovani, al mondo professionale, del lavoro, delle esperienze, degli anziani, di decidere cosa fare, per il futuro della Nazione! Altrimenti, siamo persi!
I bambini che entrano oggi nella scuola per l’infanzia, lasceranno il sistema educativo nel 2030, quando la nostra società , il mondo e l’Europa saranno radicalmente cambiati. Tutti gli educatori, hanno il dovere di preparare le future generazioni a questo cambiamento irreversibile. Nei prossimi 20 anni, l’Italia avrà bisogno di più cultura e personale qualificato, diplomati e laureati. L’impegno maggiore, dovrà essere usato per alzare il livello delle conoscenze, delle abilità , in particolare nel campo tecnico-scientifico. Al termine della scuola dell’obbligo, ogni alunno DEVE aver acquisito una serie di saperi e regole di comportamento che lo portino ad attuare scelte, sia che prosegua gli studi o che decida di entrare nella vita attiva. Gli studenti Italiani, devono avere percorsi chiari e trasparenti con attenzione alle differenze. I bravi, ottimi, eccellenti ci sono, bisogna premiare i migliori ai livelli più alti.
La scuola, i docenti, dirigenti,facciano ogni sforzo per capire che il cambiamento strutturale dei settori economici primario e secondario verso i servizi avanzati, hanno reso il capitale umano, la risorsa competitiva vincente, ed è attraverso la sua valorizzazione che si ottiene il valore aggiunto di qualità , affidabilità , estetica, in grado di vincere la concorrenza straniera. L’Ocse ha analizzato la nostra scuola che ha un alto finanziamento 22 %, ma con un numero di docenti superiore agli altri paesi 1 prof 11 alunni, contro 1 a 15 mentre i risultati didattici ci classificano al quartultimo posto nel mondo. Gli insegnanti italiani operano meno degli altri europei 668 ore (3,15 ore al giorno) per 200 giorni l’anno, contro 750 ore degli altri paesi,ancora bassa la nostra capacità scientifico-tecnologica che porta ad una fuga dei nostri cervelli verso altri paesi. Cosa fare? Introdurre la meritocrazia e concetti di valutazione per i docenti. Dare di più a chi lo merita. Acquisire un metodo scientifico per la formazione delle classi che è uno dei grandi problemi delle famiglie.
Fissare l’orario di lavoro obbligatorio dei docenti a 30 ore settimanali tutto compreso, meno riunioni più laboratori. Rafforzare l’autonomia degli Istituti creando un sistema di valutazione degli stessi introducendo il concetto di concorrenza tra Istituti. Praticare le pari opportunità nel corpo docenti di ogni ordine e grado che dovrebbe essere formato alla pari: 50% uomini 50% donne. Questa a mio giudizio potrebbe essere la rivoluzione Kopernicana.
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