Una pastorellata per noi imperdonabile
Venerdi 11 Marzo 2016 alle 08:00 | 0 commenti
Non perdoniamo oggi una cosa, e non so se mai gliela perdoneremo, lo diciamo chiaramente, ad Alfredo Pastorelli, che ha riempito i media nelle ultime 24 ore con le sue pacchianate di ieri. E badi bene l'esternatore, redarguito da tutti, urbi et orbi, non usiamo il veramente simpatico termine "pastorellata" usato dal GdV nei suoi confronti che avrebbe generato l'ira del presidente della Colombo Finanziaria, socia di minoranza della Vi.Fin., di cui, però il bell'Alfredo ama essere presidente sia pure sotto tutela dell'Ad Marco Franchetto, ben più avvezzo di lui a gestire aziende piuttosto che crediti acquistati sul mercato delle aziende in crisi.
Non usiamo "pastorellata" ma pacchianata noi che ben prima di lui da apprezzammo, sul serio, l'ironia ricorrente dell'ex capo dello sport di quel giornale, Andrea Libondi, che una volta addirittura ci chiamò "cabeza blanca", onorandoci con la prima pagina, quando ci toccava cercare da soli e senza finanziarie alle spalle i soldi per pagare tutti i mesi le nostre giocatrici di pallavolo di serie A, che giocassero bene o male, anche perchè eravamo convinti che se avessimo minacciato certi provvedimenti, illegittimi per i regolamenti oltre che inutili se non dannosi sportivamente, la prima cosa che si sarebbe pensata era che nona vevamo i soldi per pagarli..
Ebbene una cosa oggi non perdoniamo ad Alfredo Pastorelli, che pure con la sua goffa uscita ha confermato tutto quello (di male) che pensavamo, e fino ad oggi scrivevamo da soli, dell'operazione Vi.Fin., almeno finché ruota intorno a lui.
La "pastorellata" che non perdoniamo al presidente, socio di minoranza, della Vi.Fin., che, però, ricordiamolo parlava a nome della sua Colombo Finanziaria (una società col nome di un volatile in onore al suo comportamento?) è di costringerci oggi a proporvi di seguito il convisibilissimo fondo in prima pagina di Ario Gervasutti, direttore de Il Giornale di Vicenza, che, ultimamente, con Smiderle prima, sulla BPVi, col direttore, poi, sul Lane arriva a scrivere quello che noi, magari da un po' prima, sosteniamo su alcuni argomenti scabrosi, come quelli del Vicenza Calcio e della Banca Popolare di Vicenza, due realtà avviate ad essere ex simboli della Vicenza da amare per trasformarsi in esempi della Vicenza da rifondare...
Al direttore ci permettiamo di dare un solo, umile consiglio. Per "punire" la pastorellata non usi lo strumento della querela, spesso usato contro i giornalisti scomodi, ma sfrutti al massimo il suo potente strumento, il giornale, e lo metta al servizio dei lettori raccontando tutte, e subito, le pastorellate.
La farsa di Pastorelli
Di Ario Gervasutti, direttore de Il Giornale di Vicenza
Di avventurieri è pieno il mondo, ma evidentemente il mondo del calcio ne attira più del lecito. A Vicenza, poi, sul fronte sportivo e non solo, non ci siamo fatti mancare nulla. Alfredo Pastorelli ne è un degno alfiere. Il signore in questione, avvicinatosi al Vicenza quando un anno fa era miracolosamente avviato verso una stagione che avrebbe potuto concludersi in serie A, adesso che annusa una pericolosa aria di Lega Pro tenta maldestramente di sfilarsi. Una scelta legittima, ci mancherebbe: qualifica il personaggio, anche se non sta scritto da nessuna parte che debba affondare con la nave non essendone peraltro neanche il capitano. Quel che non è accettabile, però, è che tenti vergognosamente di scaricare su altri responsabilità e scelte che sono solamente sue. E che lo faccia attraverso affermazioni diffamatorie per le quali sarà querelato.Ricapitoliamo: l'amministratore di Vi.Fin. Marco Franchetto dichiara al Giornale di Vicenza in edicola sabato che in caso di retrocessione il suo gruppo si sarebbe sganciato. Due giorni dopo, lunedì sera, in una trasmissione televisiva il Pastorelli, presidente di Vi.Fin., sbraca arrivando a minacciare di non pagare gli stipendi ai giocatori qualora dopo le prossime cinque partite si fossero trovati ultimi in classifica. Facile immaginare le reazioni della squadra e quelle - scontate - dell'Associazione Italiana Calciatori che si è limitata a ricordare, nel giorno del 114° compleanno del Vicenza, che una simile evenienza avrebbe portato a penalizzazioni o perfino alla mancata iscrizione al prossimo campionato (a prescindere dalla categoria). Un'uscita perfetta nella settimana più delicata dal punto di vista sportivo, con la prima di una serie di partite determinanti per la sopravvivenza e una squadra minata nelle sue certezze, bastonata dagli arbitri e dalla sfortuna ben oltre i demeriti. Il pensiero di chi vuol bene al Vicenza dovrebbe essere concentrato unicamente sul sostegno alla prestazione sportiva: invece i vertici societari confermano una tradizione ormai lunga. Al primo posto gli affari, per il campo si vedrà ... Dispiace in particolare per la famiglia Franchetto, che non merita simili compagni di strada.Accortosi di aver detto una pagliacciata, il Pastorelli non si è accontentato e di buon mattino ne ha aggiunta un'altra annunciando l'immediato disimpegno della finanziaria. Ricoperto di insulti dai tifosi su facebook, ha pensato di spostare il bersaglio accusando chi? Ma è ovvio, Il Giornale di Vicenza. La nostra colpa? Aver scritto ciò che lui aveva dichiarato, una ciliegina sulla torta di un compleanno amaro per il glorioso Lane. Il tentativo di rimediare a una Pastorellata con un'altra Pastorellata è fallito sul nascere, perché anche tra i tifosi c'è chi è in grado di leggere, e l'improvvido guappo si è beccato una seconda sequela di insulti oltre alla reprimenda di chi, nella stessa Vi.Fin., non aveva gradito la fuga in avanti condita da una figuraccia che in realtà non merita un gruppo il quale ha pur sempre contribuito a pagare i conti (non tutti, in verità ) della società fino ad oggi. Reprimenda alla quale si è aggiunta la telefonata del sindaco di Vicenza, Variati, incredulo di fronte alle sbandate di un personaggio che non più tardi di una settimana fa gli aveva personalmente garantito la continuità dell'impegno.Al terzo tentativo, però, il Pastorelli ha tracimato. Avrebbe potuto scusarsi anche con noi, oltre che con i tifosi. Ci avremmo messo una pietra sopra. Invece, non sapendo quali spiegazioni dare si è ancora arrampicato sugli specchi: dove ha visto probabilmente la sua immagine e lo choc è stato tremendo. La mente, evidentemente e comprensibilmente turbata, ha elaborato scenari deliranti. Lamentando «immeritati attacchi, maliziosi e di cattivo gusto» (dove e quando, non si sa), il Pastorelli si è inventato che «forse qualcuno» (Il Giornale di Vicenza, ovviamente: ma si sa che i guappi non parlano, ammiccano) avrebbe «preferito avere in anteprima le dichiarazioni che ho reso a Tva Vicenza lunedì sera». Una elucubrazione risibile, non fosse altro per il fatto che dichiarazioni ben più serie riguardo al ruolo di Vi.Fin. erano già state scritte su questo giornale sabato, per voce di Marco Franchetto. Il Pastorelli ha aggiunto solo un po' di battute roboanti - appunto, da guappo - di cui abbiamo normalmente dato conto mercoledì e che hanno solamente contribuito a sconcertare la squadra e a preoccupare l'Associazione Calciatori e i tifosi per le conseguenze della sua "sparata". Fin qui, pazienza: siamo abituati ai deliri.Ma quando il Pastorelli arriva a dire che non favorisce «nessuno, nemmeno dietro promesse di trattamenti mediatici di favore», sfocia nella diffamazione. E per questo sarà querelato. L'illazione è infamante, e giunge al culmine di una sequenza di insulti a questo giornale e ai suoi giornalisti. Nessuno, ripeto nessuno si può azzardare a dire o scrivere una simile diffamazione impunemente: questo giornale non "promette" trattamenti, nè di favore nè di sfavore. Comprendiamo che nelle pieghe della comunicazione ci siano anche banditi che spacciandosi per giornalisti sono abituati a simili pratiche: ma il giornalismo si fa con i fatti, non con le illazioni. E chi diffama con le illazioni d'ora in poi se la vedrà con il tribunale. Dove i guappi, peraltro, sono di casa.
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