Una lezione di ecologia la lettera del Grande Capo Capriolo Zoppo al presidente Americano
Martedi 27 Dicembre 2011 alle 09:06 | 2 commenti
Riceviamo da Luciano Parolin e pubblichiamo.
Gentile direttore, allego il messaggio del Grande Capo Seattle (foto) al presidente Americano. Ma prima di tutto faccio una considerazione: "gli Assessori che presiedono alla " Sicurezza dei Cittadini" prima di assumersi la responsabilità , dovrebbero conoscere i principi elementari della fisica, chimica, idraulica, altrimenti che cosa ci stanno a fare nelle loro seggiole? Ecco (nelle altre foto) cosa capita in pieno centro storico, il Torrione di Santa Croce, Contrà del Borghetto, da sempre allagata.
Ecologia è la scienza che studia l'ambiente, la scienza della casa dove, per casa si intende l'ambiente di vita. L'oggetto di studio dell'ecologia è la biosfera cioè lo strato popolato di organismi viventi che circonda la terra, ne occupa la superficie, le acque interne, le acque marine, parte del suolo dell'atmosfera.
Nell'anno 1854, il Presidente degli Stati Uniti fece agli indiani, la proposta di acquistare delle terre, offrendo in cambio la concessione di una riserva. Il grande capo Capriolo Zoppo chiamato Seattle dai bianchi, scrisse nel 1855 al 14° Presidente degli Stati Uniti Franklin Pierce (democratico 1853-1857) un messaggio, nel quale puntualizzava le credenze e le aspirazioni dei popoli americani. Il testo di Cavallo Zoppo è considerato, nei tempi, uno dei più bei discorsi sull'importanza della natura e delle tradizioni, dovrebbe essere per gli Assessori all'Ecologia il Manifesto culturale cui fare riferimento, per evitare la distruzione dell'ambiente. Tra le diverse traduzioni, riportiamo quella più diffusa e più attuale.
«Il grande capo bianco ci manda a dire da Washington che desidera acquistare le nostre terre. Ma come si possono comprare o vendere il Cielo e il calore della Terra? L'idea mi sembra strana. Noi non siamo padroni delle freschezza dell'aria e dello zampillare dell'acqua. Come si può chiedere di comprarli da Noi? Per la mia gente, qualsiasi componente di questa terra è sacro. Sappiamo che l'uomo bianco non comprende il nostro sistema di vita. Per lui un pezzo di terreno; è lo stesso di un altro, perché egli è uno straniero che "viene dalla notte" e prende dalla terra qualsiasi cosa gli occorra. La terra è sua nemica non sua sorella. E quando egli l'ha conquistata, continua per la sua strada. Egli abbandona la tomba del padre e dimentica il luogo di nascita dei suoi figli. "Non vi è alcun posto tranquillo nelle città dell'uomo bianco" Nessun luogo ove si possano ascoltare lo stormire delle fronde in primavera o il ronzare delle ali degli insetti. Forse è soltanto perché io sono un selvaggio e non comprendo. Ma mi sembra che il frastuono delle città offenda le orecchie. "Quanto vale la vita se un uomo non può udire di notte il gracidare delle rane nello stagno? Anche i bianchi scompariranno, forse prima delle altre tribù. Continuate a contaminare il vostro letto e una notte sarete soffocati dai vostri stessi rifiuti. Quando i bisonti saranno stati tutti sterminati, i cavalli selvaggi tutti domati, quando gli angoli segreti delle foreste saranno invasi dall'odore di molti uomini e la vista delle colline sarà oscurata dai fili che parlano ( le linee telegrafiche ), allora l'uomo bianco si chiederà : dove sono gli alberi e i cespugli? Scomparsi! Dov'è l'aquila dal collo bianco? Scomparsa! E cosa significa dire addio al rondone e alla caccia se non la fine della vita e l'inizio della sopravvivenza?»
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