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Un piccolo racconto sui profughi

Di Citizen Writers Domenica 22 Novembre 2015 alle 21:53 | 1 commenti

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Riceviamo da Renzo Pietribiasi, militante del Partito Comunista d'Italia, e pubblichiamo
Oggi io e mia moglie siamo andati a camminare lungo la ex ferrovia che da Tresche Conca porta a Cesuna sull'Altopiano di Asiago. Qua e là incontravamo qualche ragazzo di colore che con le cuffie in testa ascoltava la sua musica e cortesemente ci salutava con un bel sorriso. Subito a me e Paola è nata la curiosità di sapere come stavano e come vivevano in quel contesto, in quel piccolo paesino di montagna abitato da 500 anime (in passato completamente svuotato dalla emigrazione) e da 90 profughi.

Siamo andati in un piccolo negozio di alimentari e con la scusa di comperare un pezzo di formaggio Asiago abbiamo chiesto alla commessa qualche informazione.
- Può dirci dove vivono i profughi?
- Sono alloggiati all'Hotel Tina, un'Hotel ora dismesso, e in un altro Hotel qui sotto - ci rispose cortesemente la commessa, figlia della padrona del negozio.
- In quanti sono? chiesi
- Sono circa una novantina, quelli dell'albergo in paese sono stati spostati qui perchè hanno dato fuoco all'albergo che doveva ospitarli a Recoaro
- mi risulta, dissi, che a dar fuoco all'albergo di Recoaro siano stati ben altri soggetti ma non gli immigrati.
Lei con molta sorpresa mi disse - come? girano voci che siano stati loro! mi pareva impossibile, sono così delle brave persone!
Questa volta rimanemmo io e Paola sorpresi da quelle parole
- sa - continuò lei - sono qui e non danno fastidio a nessuno, sono sempre cortesi e simpatici e ci danno una mano anche nei lavori.
Restammo sbigottiti: Come!!!!??? nel Giornale di Vicenza si legge che gli immigrati fanno presidi nel piccolo paese portando scompiglio, la gente di Cesuna non ne può più di questi fannulloni e altre fandonie del genere e questa ci viene a dire che loro sono dei ragazzi gentili e danno una mano nei lavori. Non posso crederci, se fossi malizioso potrei pensare che ci fosse qualche storia tra lei e qualche ragazzo di colore ma non lo sono e così continuai a indagare.
- Come mai sul GdV si dice tutt'altro?- chiese Paola.
- Quelli del giornale non la raccontano giusta - disse la mamma della ragazza che nel frattempo si era inserita nel discorso, - qui non hanno mai dato fastidio, continuò la donna, - e tutti gli vogliamo bene, li aiutiamo come possiamo dandogli qualche lavoretto, hanno 17, 18 anni e raccolgono il fieno e il letame, ci fanno qualche lavoretto in casa, chi dei nostri ragazzi a 18 anni si mette a raccogliere fieno e letame? - disse, - e poi sono trattati come bestie da quella cooperativa, pensate che vivono anche in 9 in una camera matrimoniale, dormono in una branda con il sacco a pelo al freddo e gli danno da mangiare la pastasciutta per i cani, l'ho visto io con i miei occhi - disse la signora - ci sono due operatori che sono veramente cattivi e fanno di tutto per far star male i ragazzi ospiti.
Presi coraggio e le dissi - a Schio abbiamo organizzato una festa con loro e si sono tanto divertiti, hanno ballato fino a notte.
E' stato lei? mi disse - mi hanno mostrato i video, ho visto anche che suonavano i bongos, se lo sapevamo saremmo venute anche noi, sarebbe stata una bella serata in compagnia loro.
Il colloquio andò avanti ancora un pò a quando alla fine ci siamo salutati io e Paola ci guardammo negli occhi e scoppiammo a ridere per la contentezza. 
Questa storia ci insegna che gli stereotipi che ci fanno credere i media la maggior parte delle volte non son veri, ogni tanto bisogna metterci il naso e constatare di persona la veridicità delle idee che ci facciamo sulle persone e sui fatti, ci insegna che ci sono persone tolleranti anche dove meno te lo aspetti e soprattutto che i ragazzi profughi sono persone che se stimolate si danno da fare e si rendono utili alla comunità.
Vorrei dire a Cioni a Prima Noi e a tutti i leghisti di andare a Cesuna a farsi un bel giro culturale e ad immergersi nella tolleranza che questo piccolo paese dona, chissà che un piccolo spiraglio di speranza possa nascere in quel cuore nero-verde che vi portate nel petto.

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Inviato Lunedi 23 Novembre 2015 alle 11:59

Un De Amicis del terzo millennio
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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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