Un pasticciaccio brutto di regime
Domenica 8 Aprile 2012 alle 21:24 | 0 commenti
La Segreteria della Cgil ha accettato l'accordo Monti-Alfano-Bersani-Casini. E' un fatto gravissimo che rompe con le scelte di fondo finora perseguite dal più grande sindacato italiano. E' bene ricordare che solo dieci anni fa, proprio in questi giorni, la Cgil chiamava tre milioni di persone in piazza a Roma e si mobilitava con la massima forza, riuscendo a fermare l'attacco all'articolo 18. Ora la Segreteria accetta una controriforma che, lo dicono tutti a partire dal Presidente del Consiglio, rende la reintegra nel posto di lavoro, cioè l'articolo 18, un caso estremo e raro, assai improbabile nella sua applicazione concreta.
Nella sostanza la nuova legge renderà possibile licenziare senza la reintegra, concedendo solo un piccolo indennizzo. Questa è la sostanza del provvedimento e siamo convinti che la stragrande maggioranza degli iscritti della Cgil non siano d'accordo con la loro segreteria, che accetta questa drastica riduzione della tutela dei lavoratori. Con un ridicolo ritorno a un finto spirito di classe, la Repubblica e l'Unità , così come altri quotidiani più vicini al governo, oggi usano il dissenso della Confindustria, delle banche e delle cooperative sull'accordo per giustificarne i contenuti. Se i padroni sono contro, vuol dire che gli operai hanno vinto. "Ma mi facci il piacere", come direbbe Totò. La Confindustria è semplicemente troppo ingorda e inviperita per un po' di tasse in più sul lavoro che, evidentemente, pensava di togliere in cambio del via libera alla finta reintroduzione della reintegra. Sono rimasti un po' imbrogliati anche loro da un governo che, in fatto di mistificazioni, è un autentico professore rispetto a Berlusconi. Ma se si leggono bene i commenti de Il Sole 24 Ore, da essi traspare la soddisfazione per il tabù infranto sull'articolo 18. La segreteria della Cgil quindi sbaglia profondamente e compromette una battaglia per il lavoro che è tanto più necessario nel momento in cui la crisi si aggrava. A questo punto non abbiamo altro da aggiungere se non che è necessario che gli iscritti, i militanti, i dirigenti della Cgil si mobilitino per dire al gruppo dirigente quanto sia sbagliata la sua posizione. Anche gli scioperi che vengono mantenuti devono diventare, come chiede la Fiom, scioperi contro la truffa sull'articolo 18 e la controriforma sul lavoro. Non dimentichiamo infatti che tutti i 46 contratti precari sono rimasti, gravati da un po' di tasse e di burocrazia in più e che gli ammortizzatori sociali vengono semplicemente dimezzati, in un momento in cui ci sarebbe bisogno di estenderli ed aumentarli. La crisi avanza, i lavoratori e i pensionati pagano tutto. Questa è la ragione di fondo per cui ci si deve ribellare alla politica di questo governo e organizzare il dissenso contro ogni cedimento sindacale ad essa. Questo è l'impegno che ci assumiamo per i prossimi giorni, diamoci tutti da fare
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