Ucraina ed embargo russo, Noi Veneto Indipendente: dialogo e autodeterminazione
Giovedi 4 Settembre 2014 alle 15:36 | 0 commenti
Antonio Guadagnini, Noi Veneto Indipendente - "Esiste un modo per capire chi ha ragione nella crisi ucraina? Ovviamente, ognuno accampa le proprie di ragioni. Io credo che, al di là dei comprensibili e non giustificabili 'interessi di bottega', ci sia un criterio generale che consente di stabilire delle priorità . Si tratta di rispondere alla seguente domanda?
Vale di più la ragion di stato, o valgono di più le ragioni delle persone? Nel primo caso, sarebbe preminente la volontà del governo ucraino, nel secondo caso, dovrebbe prevalere la volontà delle cosiddette minoranze russe.Â
Intanto, bisogna dire che le sanzioni e gli embarghi sono tentativi di soluzione prima che sbagliati, ridicoli. A maggior ragione, diventa drammatico e grottesco l'uso delle armi. Pensare di risolvere un contrasto di questo tipo, dati i legami e i rapporti che esistono tra le parti in causa, con la forza - sapendo i danni che si ricevono e si subiscono - è come pensare di distruggere il condominio dove si abita piuttosto di dividerlo con i parenti. È talmente evidente, che si è portati a pensare che dietro a scelte di questo tipo, ci siano chissà quali misteri, ma i danni che si stanno provocando in entrambi i campi, non possono essere accettati, qualsiasi siano gli interessi reconditi. Qui non bisogna mostrare i muscoli, e meno ancora bisogna cominciare ad usarli, qui bisogna usare il cervello. Bisogna partire da un dato chiaro come il sole: i popoli in questione non possono non collaborare, sono destinati ad integrarsi sempre di più; e ancora, noi europei non possiamo far senza la Russia, la Russia non può far senza di noi.Â
Radicalizzare le proprie posizioni è un errore madornale, in quanto, prima o dopo si sarà costretti a cambiarle. Le ragioni e i torti, lo sanno tutti quelli che conoscono un po' la storia, stanno un po' per parte.Â
E allora? io credo che, le ragioni degli stati non possano essere difese a oltranza. Alla fine uno stato è un apparato di potere che opera in funzione degli interessi degli individui che in esso si riconoscono. Quando, un popolo o una comunità smette di riconoscersi nell'apparato di potere, l'autorità di quest'ultimo, perde la sua ragion d'essere... al di là di tutti i pregressi, le questioni aperte, ecc. Ad un certo punto, bisogna tirare una linea e voltare pagina.Â
L'Europa, soprattutto se intesa nella sua accezione ideale e culturale non può non salvaguardare il diritto delle persone, non farlo sarebbe come negare sé stessa. Â
Una comunità di persone ha il diritto di decidere il proprio governo, in tutti i posti del mondo, soprattutto nella culla della civiltà mondiale. Anche perché, come diceva un padre nobile della patria americana come JFK: "chi impedisce le rivoluzioni pacifiche, crea i presupposti per le rivoluzioni violente". E l'attuale situazione ucraina non è altro che un ulteriore dimostrazione del teorema kennediano.Â
Abbiamo una bussola, che non avrà la precisione del dettato di Salomone, ma è senza dubbio da preferire alle alternative: prima la persona, dopo gli apparati... anche in virtù della ragion pratica: con le buone o con le cattive lì si va a finire, perché non è possibile tenere sotto il giogo della forza per sempre una comunità ... appunto, come diceva JFK.Â
Questo vale - con tutte le varianti possibili - per gli scozzesi, per i catalani, per i fiamminghi, persino per i russi e anche per i veneti".
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.