Tutela del Made in Italy
Venerdi 16 Aprile 2010 alle 13:45 | non commentabile
Cna Vicenza - Tutela made in Italy: cosa cambia con la legge Reguzzoni aspettando il si dell'Europa. Se ne parlerà sabato 17 aprile ad un convegno di CNA Vicenza e CNA Veneto.
Ad un mese di distanza dall'approvazione della Legge sul Made in Italy, si torna a discutere su come il recepimento di una normativa stringente sull'etichettatura di origine impatterà sul mondo del tessile abbigliamento. Ne parleranno domani, sabato 17 aprile a Schio, al Lanificio Conte i rappresentanti delle istituzioni e del mondo delle imprese.
L'incontro organizzato da CNA Veneto e CNA Vicenza e patrocinato dal Comune di Schio vedrà l'intervento di saluto di Luigi Dalla Via, sindaco di Schio, a seguire aprirà i lavori Cinzia Fabris, Presidente del mandamento di Schio di CNA. Intervengono al convegno Andrea Lulli, Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati, Vincenza De Deo, responsabile dell'ufficio Antifrode del Direttore Regionale dell'Agenzia delle Dogane del Veneto, Elisabetta Boscolo, segretario vicario della Camera di Commercio di Vicenza, Daniela Rader, Assessore Sviluppo Economico del Comune di Schio. Modera Filippo Nani, Presidente di Medialab. Chiude la giornata il Presidente nazionale di CNA Federmoda Luca Rinfreschi.
«La creatività e l'innovazione sono le due componenti imprescindibili del Sistema Moda in Italia. Il "made in Italy" è la strada per la tutela del prodotto italiano e per il suo rilancio nel mercato italiano e nei mercati esteri. L'obiettivo è proteggere il prodotto italiano attraverso una legislazione che obblighi alla tracciabilità della filiera del prodotto tessile-abbigliamento, imponendo che la produzione dei beni che espongono il marchio del made in Italy avvenga al 100% sul territorio nazionale» spiega la Presidente Fabris.
«Attraverso questo incontro - prosegue - intendiamo fare il punto sul "Made in Italy" a partire dalla legge recentemente approvata per finire alle prospettive previste nell'approvazione della proposta di Regolamento UE "Etichettatura obbligatoria all'import nella UE di alcuni prodotti importati da paesi terzi».
Gli interventi previsti approfondiranno dapprima la situazione normativa e le prospettive di lotta alla contraffazione e del rispetto dell'indicazione di origine del prodotto. Successivamente si potranno conoscere meglio le misure di vigilanza e controllo predisposte dalla Agenzia delle Dogane e dalla Camera di Commercio. «E' importante quello che è successo in questi ultimi mesi - marca la Presidente -. Dopo tanti annunci, la recente normativa e la risoluzione del Parlamento Europeo per l'introduzione del marchio d'origine, dimostrano che per la tutela del Made in Italy si sta delineando un percorso che porti alla difesa del prodotto italiano, ma ancor di più, alla tutela del prodotto europeo. Senza l'intervento dell'Europa il prodotto fatto in Italia non può essere difeso perché ciò che è bloccato alla dogana italiana perché irregolare, può passare tranquillamente nei porti e nelle strade di tutto il Continente finendo in Italia su "gomma" per altre vie. Del resto una normativa italiana ed europea sul "Made in" è un allineamento a quanto già avviene in molti altri Paesi, come USA, Giappone, India, dove esistono norme che consentono ai consumatori di conoscere con certezza l'origine dei prodotti che acquistano. Però c'è ancora molto da fare. In particolare la tracciabilità del prodotto è il presupposto per ogni seria lotta alla contraffazione». Un altro punto importante su cui tuttavia bisogna agire, evidenzia la Fabris, è la diffusione della qualità e delle caratteristiche del prodotto italiano presso i consumatori. «Diffondere presso il consumatore, e in generale presso l'opinione pubblica, la consapevolezza del valore intrinseco del prodotto che acquista, valore dato non solo dalla sua utilità diretta e dal marchio, ma dalla storia, la capacità , la tradizione di chi lo realizza e che ne giustifica, attraverso la qualità , il costo».