Turra torna sui soldi per Ipab dalla Regione: "Abbiamo chiesto altri 2,3 milioni"
Lunedi 9 Novembre 2015 alle 23:00 | 0 commenti
Secondo Lucio Turra, presidente dell'Ipab di Vicenza, molte cose cambieranno nell'ente vicentino. Da una serie di progetti specifici in programma, tra cui l'assistenza ai disabili e a minori e altri sui quali torneremo presto dettagliatamente, alle ristrutturazioni in programma. Per quanto riguarda questo capitolo Turra fa delle precisazioni su quanto riportato oggi dalla stampa locale. La più importante è quella della messa a posto del San Pietro. È di oggi la notizia che il sindaco Achille Variati ha chiesto che i finanziamenti regionali previsti per la costruzione della struttura residenziali per non autosufficienti al Laghetto venissero spostati per i lavori al pensionato.
"Non abbiamo ancora risposta e dobbiamo vedere come fare da un punto di vista procedurale - spiega il presidente Ipab -. Come ente abbiamo trasmesso tutto l'incartamento a Venezia, avevano una destinazione come finanziamento a Laghetto, l'abbiamo spostato a San Pietro perché lì ci sta l'importo, in quanto la struttura è più piccola e agevole". Per costruire a Laghetto, infatti, sarebbero serviti 15 milioni di euro. Troppi, in tempi di tagli di fondi, quindi meglio indirizzarli dove è possibile. Anche se nemmeno a San Pietro quei soldi bastano. "La ristrutturazione - aggiunge Turra - prevede il lavoro in due stralci sulle due ali del pensionato e un aumento di cubatura funzionale: il massimo possibile, perché più di questo non possiamo fare". Ma lì servono, per finire tutto, altri 2,7 milioni che dovrebbero arrivare da alienazioni del patrimonio Ipab, probabilmente con la formula del conferimento degli immobili alla società che eseguirà in cambio i lavori di integrazione. "La denuncia fatta dai famigliari degli ospiti durante la passata gestione ha ritardato la modulazione del piano perché si erano opposti all'accordo di programma in quanto la loro preoccupazione era che i non autosufficienti venissero trasferiti dalla struttura. Invece abbiamo risolto con un'operazione a più stralci, in modo che non ci sia bisogno di spostamenti, forse ci sarà qualche disagio per il rumore, ma gli ospiti potranno restare tranquilli nella struttura". Alla fine il San Pietro sarà interamente dedicato alla non autosufficienza come specifica Turra: "La struttura a San Pietro è tipicamente degli anni sessanta, oggi ci va solo il malato che ha delle problematiche, è impossibile immaginare una cosa per autosufficienti, dovremmo farla solo per Vip a costi altissimi di retta". A livello generale nelle strutture Ipab qualcosa però si sta muovendo: "Abbiamo mandato avanti un progetto di ristrutturazione per tutte le strutture - chiosa il presidente - con un documento integrativo alla Regione per chiedere altri 2,3 milioni di euro, di cui 600.000 già stabiliti per il San Camillo, che dovrebbero autorizzarci. Stiamo attendendo una risposta positiva". Oltre a questo c'è poi l'aspettativa di altri 2,5 milioni derivanti dalle vendite del patrimonio immobiliare. Soldi che serviranno a mettere a posto un po' tutte le strutture di accoglienza. "Attualmente stiamo facendo dei lavori di ristrutturazione dei reparti al Trento e non al Salvi e a febbraio inauguriamo tutto, sono reparti di una ristrutturazione fatta in economia", spiega Turra che sulla famosa vicenda dei vermi al San Camillo, conclude: "Con la Bramasole è tutto chiuso e il 16 novembre ci sarà il passaggio alla nostra controllata Ipark che sta assumendo il personale in forma temporanea in attesa della gara comunque obbligatoria. Al San Camillo abbiamo venti posti liberi, bloccati dall'Ulss 6 dopo i fatti successi ma che verranno sbloccati una volta che saremo subentrati. A questo proposito voglio dire che non ci sono posti vuoti nell'Ipab, a parte questi e una ventina al Trento perché stiamo ristrutturando".
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