Turismo, Finozzi: settore strategico di sviluppo economico, ma governo indifferente
Giovedi 14 Giugno 2012 alle 12:29 | 0 commenti
Regione Veneto - "Il turismo è strumento strategico per lo sviluppo economico nazionale ma, a fronte delle esigenze del settore, il Governo sembra indifferente e finora ciò che si è visto è stato solo qualche tentativo di riaccentrare la materia a Roma". Lo ha ribadito Marino Finozzi, assessore al turismo del Veneto, prima regione italiana nell'economia dell'ospitalità dove dorme un turista ogni sei che pernottano nel territorio nazionale, al termine dei lavori della Commissione Turismo delle Regioni e le Province Autonome.
"Mentre l'economia italiana è schiacciata dalla crisi, il turismo non solo è suscettibile di sviluppo ma rappresenta una attività economica che migliora il territorio e non è delocalizzabile - ha sottolineato Finozzi - eppure dal governo nazionale non arrivano segnali di attenzione: nessuna risposta alle richieste e alle proposte delle Regioni, costituzionalmente titolari della materia; né nel Documento Economico e Finanziario". Eppure a questo segmento economico servono iniziative alcune delle quali immediatamente realizzabili a costo zero. "La questione più urgente - ha detto l'assessore veneto - è quella delle concessioni demaniali: Noi abbiamo fatto da apripista elaborando una proposta compatibile con le volontà dell'Unione Europea ma in ogni caso ne dovremo parlare al più presto, Regione - Province e Comuni, con i Ministri Gnudi e Moavero. Per puntare ad un sviluppo nella direzione della qualità richiesta dal turismo mondiale moderno - aggiunge - servono la defiscalizzazione degli investimenti per le ristrutturazioni delle imprese ricettive e il miglioramento della competitività del sistema, a partire da un'IVA che non ci penalizzi almeno rispetto ai competitor europei. Ma è opportuna anche la creazione di un fondo destinato alle piccole e medie imprese turistiche. Per il resto - conclude Finozzi - non soffriamo di ‘gelosia' e siamo tutti convinti della necessità di fare promozione unitaria a livello internazionale, perché la sfida non è tra di noi, ma fra l'Italia e il resto del mondo. Questo però non può tradursi in iniziative raffazzonate, di rappresentanza istituzionale, ma azioni mirate, efficaci, durevoli e che coinvolgano territori e sistema imprenditoriale".
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