Turismo e lavoro, Confcommercio: ridotti gli intervalli tra contratti a termine
Giovedi 22 Novembre 2012 alle 22:55 | 0 commenti
Confcommercio Vicenza - Lo comunica Confcommercio Vicenza: l'accordo tra Federazioni nazionali del settore e sindacati porta a 20 o 30 (anziché 60 e 90) i giorni che devono trascorrere nella successione tra contratti a tempo determinato
Si riduce, per le imprese del turismo, l'intervallo di tempo che deve trascorrere per stipulare più contratti a termine con lo stesso lavoratore. A comunicarlo è la Confcommercio di Vicenza, dopo che Fipe, Federalberghi e Fiavet nazionali hanno sottoscritto con le organizzazioni sindacali di categoria (Filcams/Cgil, Fisascat/Cisl e Uiltucs/Uil) uno specifico accordo.
L'intesa, che in provincia interessa circa 3mila aziende del settore (strutture ricettive, ma anche ristoranti, bar, pizzerie ecc.) prevede che tra due contratti a tempo determinato di durata inferiore a sei mesi intercorrano almeno 20 giorni di tempo, mentre per i contratti di durata superiore a sei mesi l'intervello stabilito è, ora, almeno di 30 giorni.
"Si tratta di un risultato molto importante - spiega Ernesto Boschiero, vicedirettore della Confcommercio di Vicenza e segretario della Fipe-Confcommercio provinciale - perché riconosce il carattere strutturalmente discontinuo della domanda di servizi turistici e punta, a fronte di ciò, a tutelare il capitale di professionalità che viene dai lavoratori assunti a tempo determinato". Infatti, prima di tale accordo, la "Riforma Fornero" prevedeva un intervello di tempo di 60 o 90 giorni a seconda della durata del contratto e questo rischiava di danneggiare i lavoratori e di costringere molte aziende del settore, strutturalmente interessate da picchi lavorativi, a non poter avvalersi per lunghi periodi di personale adeguatamente formato, con cui esistono rapporti consolidati. Da qui, dunque, la decisione delle Federazioni nazionali di categoria e sindacati di avvalersi della facoltà , prevista dalla stessa Riforma del mercato del lavoro, di demandare alla sola contrattazione collettiva la possibilità di modificare gli intervalli temporali tra contratti a termine.
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