Truffa da 2,2 milioni di euro nel vicentino
Martedi 16 Luglio 2013 alle 11:23 | 0 commenti
Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Vicenza - I militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Vicenza hanno denunciato a piede libero un promotore finanziario di Piovene Rocchette (VI), di anni 59, resosi responsabile dei reati di truffa aggravata ed abusiva attività di investimento a danno di 15 investitori.
Dopo avere accertato che lo stesso si era fraudolentemente appropriato, per fini privati, di oltre 2,2 milioni di euro affidatigli da ignari clienti, nella convinzione che i loro risparmi fossero stati investiti in regolari strumenti finanziari.
Le indagini hanno tratto origine da una segnalazione inoltrata dalla Co.N.So.B. all’Autorità Giudiziaria di Vicenza, dopo che la predetta Commissione, competente a vigilare sul corretto operato dei promotori finanziari, aveva rilevato numerose irregolarità da parte di un operatore, attivo presso la filiale di un istituto di credito di Thiene (VI) in forza di un regolare contratto di mandato.
Le indagini hanno evidenziato che il promotore finanziario denunciato poteva contare sulla incondizionata fiducia dei propri clienti, derivante principalmente dalla sua conoscenza personale risalente nel tempo (taluni erano anche stretti parenti) e dalla circostanza che il promotore disponeva di un proprio ufficio all’interno dei locali dell’agenzia bancaria. Il credito riconosciuto al denunciato era tale che alcuni degli investitori erano stati indotti a firmare contabili bancarie in bianco, senza porsi troppe domande sulla effettiva destinazione dei loro risparmi. Qualsiasi perplessità veniva, in ogni caso, definitivamente fugata perché il promotore rassicurava con sistematicità i suoi circa la redditività degli investimenti fatti, consegnando loro falsi estratti conto, talvolta stampati su carta intestata dell’istituto presso cui il denunciato operava.
In questo modo, l’indagato è riuscito a farsi affidare, tramite bonifici bancari ed assegni, la somma complessiva di € 2.207.086,25 che egli non ha mai provveduto ad investire in alcun prodotto finanziario, bensì ha sistematicamente distratto su conti nella disponibilità propria e della moglie, ovvero in favore di una società emiliana, attiva nel settore metalmeccanico, recentemente dichiarata fallita, della quale il denunciato era socio di maggioranza.
Proprio la denominazione di tale società ha rappresentato uno degli elementi posti alla base delle condotte truffaldine del promotore oggetto di indagini. Gli investitori venivano, infatti, indotti a disporre i bonifici bancari intestandoli a favore della società emiliana, la cui denominazione sociale (“FORTEâ€) poteva avere un’assonanza con prodotti finanziari o linee di investimento, così inducendo in errore gli investitori che, per come era stato loro prospettato dal denunciato, erano convinti di aver investito i propri risparmi in prodotti in grado di garantire una adeguata redditività , oltre che la restituzione del capitale investito.
La condotta del promotore finanziario, resa possibile grazie anche all’affidamento che i clienti-investitori riponevano nell’istituto di credito per conto del quale formalmente operava, ha indotto la banca mandante, risultata del tutto estranea ed ignara delle infedeltà commesse dal proprio promotore, ad intervenire attivamente per interromperne le condotte truffaldine e restituire in toto alle persone danneggiate le somme oggetto di illecita appropriazione.
Il conseguente intervento della Co.N.So.B. ha, infine, portato alla adozione di un provvedimento cautelare nei confronti del promotore denunciato, il quale è stato precauzionalmente sospeso dall’esercizio della propria attività finanziaria, in attesa che la posizione dello stesso venga definita dall’Autorità Giudiziaria.
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