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Tripla B e la tentazione tedesca dell'Europa a due velocità

Di Redazione VicenzaPiù Domenica 10 Marzo 2013 alle 14:59 | 2 commenti

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Riceviamo da Roberto Ciambetti* e pubblichiamo

Al di là dei Monti, in Germania ci conoscono fin troppo bene
Il Veneto non è da tripla B ma il sistema Italia rischia di travolgerci ugualmente. Come dice Gian Piero Ostellino il governo Monti non è stato la cura alla crisi finanziaria, ma causa della crisi economica che oggi ha declassato l'intero Paese. Nello stesso giorno in cui Fitch declassava l'Italia, in Germania il capogruppo parlamentare del partito liberale Rainer Bruederle spiegava che l'Italia dovrà scegliere se uscire dall'Euro o prendere decisioni drastiche. 

Bruederle dice che "Der deutsche Staatshaushalt kann nicht zum Selbstbedienungsladen für ganz Europa werden" ("Il bilancio dello stato tedesco non può diventare un selfservice per tutta l'Europa) e l'idea che l'operaio tedesco non debba pagare con le sue tasse l'inefficienza dei Paesi cicala, Italia in testa, è un leitmotiv che attraversa la Germania (e non solo) da destra a sinistra. Possiamo dar torto a Berlino? In vent'anni hanno riunificato il Paese: l'italia non c'è riuscita in oltre centocinquant'anni.
All'estero due calcoli li hanno fatti: si avvicina lo tsunami che rischia di abbattere il rating italiano., le misure del Fiscal compact, 45 miliardi di €. Dove verranno reperiti i fondi? Se seguiremo la strada percorsa da Grecia o Irlanda probabilmente dalla sanità, la cui spesa nei due stati è stata tagliata rispettivamente del 6.7 % e del 7.9%. L'ipotesi di questo percorso non è peregrina: gli stessi ministri della sanità europei, martedì scorso a Dublino, hanno lanciato l'allarme.
Si va delineando uno scenario in cui la prospettiva di una doppia moneta non è più solo accademica: i paesi da Tripla A potranno contare sull'Euro forte, mentre l'Eurogruppo B si avvantaggerà da una moneta svalutata. Il Veneto in quale gruppo rientra? Le società di rating non possono dare alle Regioni a statuto ordinario una valutazione superiore a quello dello stato in cui operano: dunque per il Veneto si prospetta un declassamento, frutto di una media nazionale che non rispecchia la nostra realtà perché è pur vero che il Veneto lascia allo stato italiano circa il 34% delle tasse pagate e ottiene il rientro del 66% della ricchezza prodotta nel suo territorio mentre il costo della Pubblica amministrazione, nella sua totalità, da noi è inferiore del 18% rispetto alla media italiana e sappiamo bene che il benessere regionale si basa sull'economia reale produttiva. I dati dell'economia reale ma anche della produttività degli enti locali e delle strutture pubbliche parlano chiaro: siamo nella zona A.
Cosa significherebbe finire nell'Euro B? Un deprezzamento verticale del patrimonio e una perdita oggi stimata attorno al 30 per cento del valore dei nostri risparmi, nonché l'aumento dei costi nell'approvvigionamento delle materie prime e delle fonti energetiche.
I nodi stanno arrivando al pettine: le statistiche ci dicono che il maggior numero di suicidi nel mondo del lavoro si registrano nel Nordest e non altrove per il semplice fatto che qui, da noi, la crisi colpisce chi lavora. Altrove, dove buona parte della ricchezza nasce dalle risorse pubbliche (alimentate da sole tre Regioni, tra cui appunto il Veneto) il problema si pone in maniera diversa. Ciò spiega la Tripla B+, ma spiega anche perché la Germania è preoccupata: tre Regioni italiane stanno pagando per tutti e rischiano di collassare, mentre lo stato centrale non si riforma, né pone un freno alla sua spesa improduttiva. Quando Herr Bruederle dice che il bilancio tedesco non è un self service per tutti ha ben chiaro i rischi e le possibili conseguenze dell'essere self-service e non per ragionamento astratto, ma per fatti concreti. "Kennst du das Land, wo die Zitronen blühn..."? chiedeva Goethe. I tedeschi il paese dove fioriscono i limoni, al di là dei Monti, lo conoscono fin troppo bene...

* Assessore al Bilancio della Regione Veneta

Leggi tutti gli articoli su: Roberto Ciambetti, Fitch, Downgrading

Commenti

Stexx
Inviato Lunedi 11 Marzo 2013 alle 11:23

Già...hanno riunificato il loro paese...a spese di tutti noi poveri scemi (Italiani compresi) che ancora ci beviamo le loro balle!
Stexx
Inviato Lunedi 11 Marzo 2013 alle 11:23

Già...hanno riunificato il loro paese...a spese di tutti noi poveri scemi (Italiani compresi) che ancora ci beviamo le loro balle!
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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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