Treni e carnevale, Chisso: inefficienze non mi hanno meravigliato
Giovedi 10 Marzo 2011 alle 20:06 | 0 commenti
Renato Chisso, Regione Veneto - "In un Paese che pare più avvezzo ad attribuire colpe che a trovare rimedi, non sono rimasto per nulla stupito delle polemiche carnevalesche circa il disservizio ferroviario. Osservo solo che il sindaco Orsoni ha colto nel segno". L'assessore alle politiche della mobilità del Veneto Renato Chisso torna con un certo sarcasmo sulla situazione caotica del trasporto pubblico ferroviario nel corso del Carnevale di Venezia e sui disagi patiti dai viaggiatori, pendolari abituali e non.
"Purtroppo le inefficienze di Trenitalia non mi hanno meravigliato, come non mi meraviglia che i soldi che il Comune ha dato alla società ferroviaria per tamponare la questione non abbiano sortito effetti evidenti. Dico di più - ha aggiunto Chisso - io in quei giorni mi sarei accontentato che i treni locali viaggiassero come avrebbero dovuto secondo contratto, con il materiale rotabile e agli orari previsti. Questo non avrebbe forse eliminato il disagio, ma di certo lo avrebbe attenuato. Purtroppo Trenitalia ci sta abituando male, con convogli che cambiano ogni giorno per datazione, composizione , funzionalità e numero di posti a sedere delle carrozze, anzi, chiamiamoli pure vagoni, per carità . E cambiano per lo più in peggio, dove il meglio sarebbe rappresentato dal normale rispetto degli impegni da noi pagati".
"Penso che il Comune di Venezia abbia ragione nel ritenere che l'operazione finanziata si sia rivelata una pura perdita. A Trenitalia ribadisco che il servizio che svolge è interamente finanziato, dai viaggiatori e dalla Regione. So bene che i passeggeri pagano con la tariffa l'equivalente del 30 per cento del costo (ma facciamo pure che sia il 35....), però il restante 70 per cento lo paga la Regione, non è bontà d'animo di Trenitalia. E siccome non riesco a dimenticare gli studi di ragioneria, se in un treno da 300 posti di sono 500 persone, c'è un introito del 30 per cento per 200 viaggiatori in piedi dal quale Trenitalia ricava comunque un guadagno che non reinveste in servizio".
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