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Tre pietre in capo al consiglio comunale: spazi commerciali Basilica, Magazzini Generali e Piano Lodi

Di Marco Milioni Giovedi 30 Settembre 2010 alle 11:22 | 0 commenti

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Ieri sera dal dibattito in seno al consiglio comunale di Vicenza sono emerse (e rimandate in là nel tempo) alcune questioni che si ripresenteranno a brevissimo sul tappeto della politica cittadina. La prima riguarda la posizione del consigliere di maggioranza Stefano Soprana della civica Vicap. L'opposizione di centrodestra lo ha attaccato frontalmente.

In questi mesi infatti l'amministrazione comunale sta per definire le modalità con le quali saranno assegnati gli spazi commerciali sotto la basilica. Il centrodestra ha sempre fatto balenare l'idea che il fitto pagato dal consigliere all'amministrazione municipale per i numerosi locali in uso allo stesso Soprana non sia adeguato. Quest'ultimo da parte sua respinge le accuse al mittente. Ma la minoranza, che vede lo spettro di una sorta di conflitto di interessi, sostiene che in qualche maniera la liberalizzazione che la giunta avrebbe in mente a breve (una sorta di bando di gara per decidere a chi dare in affitto i prestigiosi vani di piazza dei Signori), sia malvista dallo stesso Soprana che sarebbe intervenuto presso l'esecutivo cittadino al fine di predicare prudenza nell'affrontare una situazione che per di più lo coinvolge in prima persona.

Sempre ieri sera però in aula ha fatto irruzione lo stato dei conti di Magazzini Generali. «Che ci si accorga che MG una società in larghissima parte a capitale pubblico sia decotta solo perché sul conto corrente non c'è più una lira - ha accusato durante la seduta il consigliere comunale Maurizio Franzina del Pdl - è una cosa di una gravità inaudita. Va vagliato l'operato degli ex membri del consiglio di amministrazione, va vagliato l'operato dei controllori, ovvero dei membri del collegio sindacale. Tutte persone che sulla carta hanno una professionalità indiscussa». Franzina ha anche parlato del buco di bilancio che oscillerebbe tra i quattro e i sette milioni e ha perentoriamente invitato «ognuno ad assumersi le sue responsabilità». Una frase sibillina se correlata alla indiscrezione che da tempo circola a palazzo Trissino. Indiscrezione secondo la quale alcuni tra gli uomini di punta di MG, saliti in sella con l'appoggio di ambienti vicini al Pdl, avrebbero poi chiesto protezione presso uomini di spicco nel gruppo del Pd in consiglio comunale una volta che il centrosinistra ha vinto le elezioni.

Ma l'ultimo argomento che ha intorbidito le acque riguarda la delibera sul piano Lodi. Una delibera prima osteggiata dalla maggioranza di centrosinistra tanto da blandirla come vessillo in campagna elettorale. Una delibera poi inghiottita obtorto collo dallo stesso gruppo politico che l'aveva combattuta in ragione di una paventata eccessiva cementificazione a ridosso della spalla est della città. Ieri però due consiglieri del Pd si sono lamentati (è stato espressamente richiesto di non rivelare la fonte, Ndr) perché dagli uffici comunali, non è esclusa l'avvocatura, si sarebbero fatte velate pressioni, proprio in seno alla maggioranza, nei confronti dei consiglieri che ieri avevano in agenda la votazione sul punto. Si sarebbe paventato infatti che un eventuale voto contrario al sì già espresso dalla giunta sarebbe potuto essere oggetto di ricorso al tar da parte del privato nonché di una sua richiesta di risarcimenti nei confronti dei consiglieri. Ora l'insindacabilità del voto degli organi assembleari, sempre che non ci si trovi in presenza di fattispecie illecite, è un principio stabilito non solo nel testo unico sugli enti locali, ma soprattutto nella carta costituzionale. A questo punto la domanda è d'obbligo. Chi ha messo in piedi una manovra del genere qualora fosse mai stata ordita? Il democratico Claudio Veltroni, presidente della commissione territorio, ha negato l'esistenza di «qualsiasi parere tecnico dell'avvocatura» a sostegno della inopportunità di un voto contrario alla delibera licenziata dalla giunta. Una smentita secca anche se non entra nel merito di pressioni esercitate con modalità più sofisticate.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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