I casi dei marò e delle kazake umiliano l'Italia, Variati gestisca base Usa e dittatori georgiani
Mercoledi 17 Luglio 2013 alle 23:31 | 0 commenti
L'Italia all'estero dà una sempre più debole immagine di se stessa. È umiliante il caso dei due nostri marò che sono "confinati" da quasi due anni in India senza che riusciamo a farli processare in tempi e modi equi in quel paese dopo aver sostenuto che fosse nostro diritto giudicarli in Italia per un eventuale reato commesso in acque internazionali.
Ed è eclatante quanto mortificante il sequestro adi pochi giorni fa  Roma con la successiva espulsione lampo in Kazakistan di Alma Shalabayeva e della picoila Alua, colpevoli di essere moglie e figlia del dissidente kazako Ablyazov e vittime di un qualche ignoto, tragico e indecente favore che qualche innominato potente italiano doveva forse fare al dittatore di quel paese, Nazarbaev.
E Vicenza non sembra voler essere da meno in questo panorama di "degrado" di dignità nazionale.
Agli schiaffi indiani da noi si sostituiscono quelli di chi, costruendo senza controlli adeguati la base Usa, ha danneggiato (irreparabilmente?, con corresponsabilità nei tragici fatti alluvionali?) se non proprio la falda stessa di sicuro il suo sistema di drenaggio.
E la riverenza delle autorità di polizia (e non solo) verso il dittatore del Kazakistan, straricco di petrolio, trova una corrispondenza meno tragica, ma potenzialmente imbarazzante, nell'accoglienza ufficiale riservata dal sindaco Achille Variati all'ambasciatore della Georgia Carlo Sikharulidze.
Se il motivo "tecnico" degli onori riservati all'ambasciatore georgiano era evidenziato dalla presenza all'incontro del vicepresidente della Banca TBC Badri Japaridze, che era in città per l'ufficializzazione di accordi con la Banca Popolare di Vicenza, e dall'accompagnatore della delegazione straniera, il presidente di Confindustria Veneto Roberto Zuccato, speriamo che Achille Variati abbia approfittato del ricevimento per sollecitare all'ambasciatore che Ivanishvili, il nuovo premier della repubblica georgiana al posto del dittatore Saakashvili, che però è ancora presidente della Georgia, ascolti e verifichi con la dovuta rigorosità le denunce del British Helsinki Human Rights Group secondo cui il governo di Saakashvili si sarebbe caratterizzato per essere stato fortemente anti-democratico, praticando la tortura nelle prigioni, maltrattando brutalmente i politici dell'opposizione e trattenendo numerosi prigionieri politici dietro le sbarre.
Se qualcuno a Roma sopporta gli schiaffi indiani magari per i business Finmeccanica in quel grande paese e se qualcun altro subisce il fascino del petrolio kazako, a Variati diciamo: «sursum corda, sindaco. Non può di certo ignorare gli accordi del governo con gli Usa né quelli della grande banca locale con quella della Georgia, ma un politico come lei, che vuole lasciare un segno storico a Vicenza per poi decollare verso incarichi ancora più degni della sua carriera, la difesa del territorio e quella dei diritti umani non possono essere messi in un cassetto. Neanche per un giorno!».
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