Quotidiano |

Torri di Quartesolo: microarea per rom è rispetto per cultura e loro dignità

Di Redazione VicenzaPiù Mercoledi 29 Febbraio 2012 alle 16:21 | 0 commenti

ArticleImage

Irene Rui, responsabile provinciale politiche migratorie, Rifondazione Comunista - Il Consiglio Comunale di Torri di Quartesolo ha approvato all'unanimità il 28 febbraio 2012 un "regolamento e schema di convenzione per la gestione e l'uso dell'area comunale di via Longare e per percorsi di inclusione socio-lavorativa di famiglie rom presenti nel territorio comunale". Il progetto si riferisce unicamente alle due famiglie Halilovic residenti da anni in Via Tribolo, nel Palù di Marola, area soggetta ad esondazione del Tribolo.

Famiglie costrette al nomadismo per fenomeni di esondazione. In via Tribolo circa una decina di anni fa, tre famiglie rom e sinti - Halilovic il proprietario approfittando della scarsa conoscenza di queste persone del territorio e delle leggi urbanistiche, ha venduto i terreni con la promessa che vi avrebbero potuto edificare. Con le prime piogge le famiglie si sono rese conto del raggiro, ma troppo tardi. La famiglia Pevarello vive a Castelfranco, mentre gli Halilovic che al tempo avevano scarse risorse hanno continuato a risiedere nell'area priva di sottoservizi e servizi igienici-sanitari spostandosi al bisogno. L'Amministrazione Comunale di Torri di Quartesolo aveva quindi, il dovere di aiutare queste famiglie. Le famiglie seguite da prima da Opera Nomadi e poi dalla Caritas (che segue da tempo tutta il clan Halilovic presente a Vicenza) si sono rivolte all'Amministrazione Comunale per sanare la questione. Da qui è nato il progetto per il quale è stato votato il regolamento e la convenzione sull'uso dell'area comunale di Via Longare. Si è fatto quindi un passo a favore degli Halilovic, ma a che prezzo?
L'area di via Longare è innanzitutto un'area inclusa tra il viadotto autostradale della Valdastico Nord e la tangenziale (che scorre a distanza ravvicinata, con tanto di via di fuga per via Longare) e il centro commerciale "Le Piramidi", dove trova sede anche un'antenna della telefonia cellulare. Senz'altro la zona è migliore di quella di via Tribolo, ma soggetta ad inquinamento elettromagnetico, a scarichi automobilistici e non in sicurezza per i bambini a meno che non rimangano rinchiusi nei circa 300mq. complessivi dell'area assegnata. Il terreno ora privo di sottoservizi e servizi, sarà attrezzato con piazzole atte ad ospitare le due famiglie che vi risiederanno con i loro mezzi.
La convenzione verrà stipulata tra il Comune, le famiglie Halilovic e la Caritas la quale si assume il compito di gestire e accompagnare nel percorso di inclusione sociale le famiglie rom.
Or dunque da una prima lettura il progetto può sembrare buono, rispettoso delle normative regionali, italiane e comunitarie, ma poi leggendo approfonditamente il regolamento e la convenzione si notano degli elementi che ci lasciano perplessi.
Non è concesso, innanzitutto, alle famiglie, che per un processo naturale si allargano a seguito di una unione dei figli, la residenza degli stessi nell'area, poiché si prende come esempio la famiglia tipo dell'ultimo ventennio del novecento e non quella allargata. Si considera cioè come famiglia madre, padre e figli e non il relativo allargamento parentale. Nella lettura si nota, anche, che tutti i mezzi di proprietà "dovranno essere parcheggiati alla fine della giornata (!) nell'area comunale assegnata"; che se le famiglie si allontanano per più di due giorni (breve vacanza) dovranno lasciar libera la piazzola; dovranno comunicare entro 24 ore dal giorno lavorativo qualsiasi variazione della composizione familiare, o dei mezzi di proprietà, o delle unità abitative; dovranno comunicare al sindaco a breve termine, "l'uscita della propria famiglia per periodi superiori ad un mese". "L'uscita dall'area comunale del nucleo familiare che non sia stato preventivamente comunicato... comporta l'uscita definitiva dall'area e non ne è consentito il rientro". La presenza abusiva "di persone, famiglie, mezzi abitativi, auto, furgoni, camion o altri mezzi" non segnalati, "all'interno dell'area individuati dalla polizia locale o da altre forze dell'ordine, verrà disposto l'allontanamento, anche coatto" dei soggetti o dei proprietari dei mezzi. E ancora "Le famiglie che utilizzano l'area di sosta devono rispettare le regole di un corretto comportamento a garanzia di una disciplinata vita comunitaria, sia all'interno che all'esterno dell'area di sosta". E ancora la concessione sarà revocata e le persone saranno allontanate per il non rispetto sia di quanto sopra, sia per non aver seguito i figli nel percorso scolastico, sia per non aver vigilato sui figli, ma anche per "reiterato e immotivato rifiuto di accogliere proposte di inserimento lavorativo per sé o di formazione professionale per i componenti del proprio nucleo familiare".
Praticamente la residenza nell'area comunale è vincolata dal rispetto delle regole di cui sopra e ad altre che si trovano trascritte nel regolamento e nella convenzione per l'uso dell'area. Regole imposte dalla cultura maggioritaria, senza tenere conto e rispettare quella rom, considerata dagli amministratori primitiva e non evoluta. Si nota inoltre, nei documenti, la presenza di luoghi comuni supportati purtroppo da alcuni fatti, dove non si analizza il perché di determinati comportamenti e si interviene con imposizioni e addomesticamento nascosto dietro l'opera caritatevole di inclusione, integrazione a senso unico, e non si fa una vera opera di interazione-integrazione sociale. O meglio la si fa su modello della cultura maggioritaria.
Si fa presente primo, che se i ragazzi non vanno a scuola, probabilmente c'è un disagio sociale a monte, dove questi si sentono discriminati sia dai propri coetanei sia, a volte, dagli insegnanti che non capiscono e non conoscono la loro cultura, la loro lingua, il romanì; secondo, che fare manghel non è accattonaggio (anche se può sembrare) e fa parte della cultura rom, al quale di solito si dedicano le donne, considerarlo quindi, alla pari di un reato, se fatto con discrezione, è eccessivo; terzo, non considerare la famiglia allargata costringendo i figli ad emigrare in altri siti fuori dal comune o al nomadismo, è poco rispettoso oltre che per le famiglie, anche della cultura rom che considera la famiglia al di sopra di ogni interesse e non comprende il perché i figli devono uscire dalla tribù. A tale proposito inviterei gli amministratori e gli operatori a riflettere sulla famiglia allargata della vecchia campagna veneta.
Infine, costringere i rom ad un percorso lavorativo preordinato e regolamentato da leggi maggioritarie occidentali, è una violenza nei loro confronti e un ulteriore non rispetto della loro cultura. Il lavoro non è un dovere, il rispetto della famiglia è un dovere.
Il progetto che l'Amministrazione Comunale e la Caritas intendono portare avanti, non ci sembra rispettoso né della cultura rom, né dei diritti civili che questi nostri concittadini dovrebbero godere grazie alla Costituzione Italiana. Non si può giudicare positivamente l'azione, anche se da la possibilità di regolarizzare una situazione insostenibile per le stesse famiglie, ma è da chiedersi a quale costo? Il prezzo da pagare è la perdita della propria cultura e della dignità, che pur non essendo simile alla nostra va rispettata.

Leggi tutti gli articoli su: Prc, nomadi, rom, Torri di Quartesolo, Irene Rui

Commenti

Ancora nessun commento.
Aggiungi commento

Accedi per inserire un commento

Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.





Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
Gli altri siti del nostro network