Torre Girardi, le domande senza risposta
Venerdi 27 Novembre 2009 alle 18:19 | 0 commenti
Domani, sabato, esce VicenzaPiù n. 173, in edicola a 1 euro.
Dopo aver pubblicato, unici fra tutti, sul n. 168 di VicenzaPiù a pag. 7 (scaricabile dall'archivio a destra) la versione della Girardi, riceviamo e doverosamente pubblichiamo l'intervento di Fulvio Rebesani sulla complessa vicenda, pure più volte commentata sul settimanale e su questo sito.
Nel 2003 l'industria Stimamiglio e la Girardi SpA ottengono il permeso di un palazzo di 7 piani e 16000 mc di volume annesso alla suddetta azienda ove collocare, stando alle dichiarazioni, gli uffici commerciali, direzionali e di progettazione. Neanche fosse la Fiat!
Un enorme immobile a destinazione direzionale nel bel mezzo della zona industriale appare una stranezza, oltreché una illegittimità evidente. Però questa "stranezza" può fruttare all'interessata ditta Girardi (Stimamiglio ha lasciato) qualche milione di euro.
Ma la gente non si accontenta mai e così nel 2004 la Girardi SpA chiede una variante con aumento di due piani (da 7 a 9), destinazione unicamente direzionale (uffici, studi professionali, tecnici, ecc.) , che rende assai di più di quella produttiva, perché la Girardi non é una ditta industriale.
Però c'é un primo inghippo. Nel 2004 i tecnici comunali accertano gravi irregolarità e chiedono che la variante richiesta sia in sanatoria, cioè con il pagamento di una sanziona salata. Nonostante questo autorevole responso e nonostante un procedimento per abuso edilizio in corso l'ing. Pasini rilascia il permesso di costruire (cioé due piani in più e uso direzionale) senza alcuna sanatoria.
Nel progetto approvato é scritta una "bugia" . La Girardi dichiara un'area edificabile di mq. 2870 invece dei 1770 mq. Reali. Ciò dovrebbe incidere sul volume edificabile e su altri indici, fra i quali i parcheggi, ma i tecnici comunali sono "distratti" non se ne accorgono.
Però la provincia non ci sta e mette l'assessore all'edilizia privata ed il dirigente dietro la lavagna annullando le due concessioni edilizie: quella originaria del 2003 e la "variante" del 2005. TAR veneto e Consiglio di Stato danno ragione alla Provincia. respingendo i ricorsi contrari della Girardi e tirando le orecchie ad amministratori e tenici comunali. Perché tanto ambaradà n?
Alla base di tutto ciò sta il fatto che la Girardi non ha presentato -come stabilisce la legge- il piano urbanistico attuativo (p.u.a.), cioè come l'assetto del futuro fabbricato si collochi nella zona; né l'area a parcheggi nella sua disponibilità ha la misura richiesta dalla legge: 4000 mq secondo le nome nazionali e regionali, 3000 mq. per il p.r.g., Ma, abbiamo visto, la Girardi ha solo 1770 mq di terreno, dei quali poco meno di 600 mq. occupati dal fabbricato. Quindi, comunque la si giri, per i parcheggi ci sono circa 1200 mq: meno della metà di quanto prescrive il piano regolatore vicentino.
In forza della decisione provinciale (9/XII/2005 n°43) l'edificio Girardi é totalmente abusivo: da piano terra al nono piano e quindi da abbattere, o da mantenere però sanzionando la Girardi con una cifra pari al valore venale dell'immobile (6/7 milioni di euro circa): altro che i 970.000 € sventolati dall'assessore Cangini! Nei suoi atti la Provincia parla di "anomalie" nel ragionamento comunale su questa faccenda.
Ma c'é dell'altro, che né la Provincia né il Comune hanno rilevato: la violazione della normativa a tutela dei beni paesaggistici che impone di costruire a non meno di 150 metri dai corsi d'acqua pubblici, fra i quali é annoverata la roggia Dioma che scorre sotto la "torre Girardi". Anche per questo motivo l'immobile é abusivo perché si trova in zona interamente vincolata senza aver ottenuto l'autorizzazione della Regione e della Sovrintendenza ai beni ambientali: uffici e amministratori comunali girano altrove lo sguardo. Povere nostre acque e fiumi affidate a tutori che invece di proteggerli dalla speculazione ne consentono lo scempio!
C'è poi una normativa sulle acque pubbliche a fini idraulici e difesa degli argini. Essa è antica (1904!!) ma rigorosa e senza eccezioni: non si può edificare né asfaltare a meno di 10 mt. dai corsi d'acqua pubblici. La Girardi non rispetta nemmeno questa legge e colloca una trentina di posti auto a spigolo della roggia Dioma. Il comune approva!!
Il 2007 é un anno caotico fra ordine di demolizione comunale ben resto autosospeso (a Vicenza la parola "demolizione" è peggiore della bestemmia), ricorsi al TAR della Girardi e sua presentazione di un piano (PUA) nonostante fosse già stato respinto. Alla fine, da questo groviglio non casuale, nasce l'ordine, cioé l'ennesimo permesso di costruire per un edificio esistente da quattro anni al quale si cambia ancora la camicia: prima produttivo, poi direzionale, poi ancora produttivo. Olè! Ecco la magia dell'ufficio tecnico comunale!
E la Magistratura? Meglio lasciarla dormire.
L'ing. Pasini il 31/3/2008 fu assolto in un processo relativo a queste vicende. Però il magistrato ritenne che costui, benchè direttore del settore edilizia privata di Vicenza comune capoluogo, non conoscesse bene le leggi, che non sapesse che la legge regionale e quella nazionale prevalgono sul piano regolatore, che egli potesse fare confusione fra di esse e quindi avesse solo sbagliato, senza colpa, solo inavvertitamente. Così vengono assolti a Vicenza i dirigenti comunali indagati che hanno a che fare con l'appetitoso mondo delle concessioni edilizie. Sono ben pagati per la carica che ricoprono ma sono inconsapevoli delle regole che esistono oltre ponte Alto. Per di più il P.M. non elevò -come fanno di solito- l'imputazione di abuso d'ufficio e, sbagliando grossolanamente i conti (sempreché li abbia fatti), affermò che, stando al p.r.g., la superficie per parcheggi ci sarebbe.
L'edificio, nel frattempo giunto al nono piano restava totalmente abusivo e lo è tuttora (lo dice la Provincia). Esso però viene viene camuffato per 7 piani da produttivo e autorizzato mentre i due ultimi piani restano direzionali e se ne decreta l'abbattimento. Due tecnici, uno della Girardi ed un altro per il Comune, dichiarano in due relazioni che demolendo gli ultimi due piani si provocherebbero danni alla statica degli altri 7 sottostanti. Un tesi ardita, come dire che abbattendo il tetto di una casa la si mette interamente in pericolo.
Mah! Dalla lettura degli elaborati si ricava l'idea che questa tesi non sia così certa.
E l'annullamento provinciale dei permessi a costruire del 2003 e 2005? Disperso anch'esso nel vento come il procedimento comunale di abuso edilizio, come l'ordinanza di demolizione.
Restano aperti alcuni problemi che l'assessore Cangini si guarda bene dall'affrontare: perché l'amministrazione ignora che la Torre é totalmente abusiva? Perché non istituisce una commissione di consiglieri comunali per verificare il pagamento al comune delle sanzioni, oneri dovuti? Perché non si accerta la fedeltà , o meno, agli interessi di tutti i vicentini, cioè del comune, dei dirigenti comunali che si interessarono e si interessano della vicenda dall'inizio ad oggi?
Mi auguro che Cangini non si comporti come un noto politico che, a fronte di domande poste nell'interesse collettivo, non risponde nel merito ma si arrabbia.
Fulvio Rebesani
membro del Comitato Anti Abusi -Vicenza
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.