Tia e Iva turbano i sonni di San Biagio
Domenica 6 Novembre 2011 alle 22:16 | 0 commenti
Da giorni a palazzo Trissino girano voci non confermate di un monito degli uffici alla giunta: occorre allertare Aim affinché la spa municipale si prepari a possibili ricorsi dei cittadini per una imposta sulle bollette che secondo la Consulta è illegittima
Pare che a palazzo Trissino ci sia un po' di maretta tra la struttura tecnica e la giunta del capoluogo vicentino. Argomento del contendere? L'Iva da applicare alla tassa sui rifiuti, la Tia. Norme alla mano gli uffici avrebbero fatto presente all'esecutivo che prima o poi l'Iva versata ad Aim dai cittadini assieme alla tariffa per l'igiene ambientale dovrà essere restituita a chi l'ha versata perché come stabilito dalla Corte costituzionale il 24 luglio 2009 ai tributi non è legittimo applicare tasse.
Per vero Aim, in forza di una successiva legge emanata nel 2010 dal parlamento, ha continuato ha richiedere la somma in bolletta: legge nazionale che secondo gli stessi estensori vale come una interpretazione autentica della norma. L'intera vicenda aveva appassionato e continua ad appassionare i contribuenti di mezza Italia. Soprattutto i privati cittadini, che a differenza delle imprese, non possono scaricare l'imposta sul valore aggiunto e che quindi la pagano in anticipo. Le cifre in ballo sono notevoli, solo per Aim si tratta di 1,5 milioni di euro all'anno, a spanne. Cifra rispetto alla quale la multiutility berica non intasca un quattrino ma funge però da esattore de facto per le amministrazioni centrali. Quest'inverno l'assessore al bilancio Umberto Lago aveva spiegato più volte che in mancanza «di una nuova legge» Aim avrebbe continuato a stampare bollette gravate da Iva.
La questione di fondo è comunque spinosa per comune ed Aim perché l'intervento del parlamento, ovvero l'interpretazione autentica su un pronunciamento della Corte costituzionale, non rispetta a sua volta il dettato della stessa costituzione; questo perché il sindacato sulla aderenza o meno di una norma alla carta fondamentale è spettanza unica dei giudici di Palazzo della Consulta. Circostanza che espone il comune e soprattutto San Biagio ad una raffica di ricorsi dall'esito facilmente prevedibile. Ed è in questo scenario che diversi giorni fa dagli uffici sarebbe arrivato alla giunta un monito ben preciso. Il quale peraltro non sarebbe stato accolto benissimo dall'entourage del sindaco Achille Variati.
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