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Terremoto: Giappone, torna l'incubo nucleare.

Di Redazione VicenzaPiù Sabato 12 Marzo 2011 alle 00:16 | 0 commenti

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Rassegna.it - Dopo il violentissimo sisma il governo nipponico ha proclamato lo stato di allarme e chiuso 11 centrali atomiche. In una si registra un aumento di radiazioni e 6000 cittadini sono stati evacuati. Intanto in Italia gli ambientalisti tornano a farsi sentire.

Con il terremoto più forte della storia del Giappone torna anche l'incubo nucleare. L'allarme è partito nella tarda mattinata di oggi quando l'ente che gestisce la centrale nucleare di Fukushima ha comunicato che il sistema di raffreddamento del reattore è andato in panne in seguito ai danni subiti per il fortissimo sisma. Un allarme ulteriormente accresciuto poi dalla decisione del Governo giapponese di proclamare lo stato di emergenza nucleare, con la conseguente chiusura di 11 centrali, tra cui quella di Onagawa, dove si era sviluppato un incendio in uno dei reattori.

Intorno alle 13, il sito internet dell'Asahi shinbun scriveva che "se le operazioni in corso per far abbassare la temperatura non dovessero andare in porto, potrebbero esserci danni a cinque muri in cemento armato che imprigionano il materiale radioattivo e quindi fuoriuscite".

Poco dopo la notizia della decisione di evacuare 2000 residenti (presto diventati 3000 e poi 6000) nei pressi della centrale di Fukushima che sorge alle porte dell'omonimo capoluogo provinciale, nel nord est del Paese, in una delle zone più colpite dal sisma (il più forte della storia giapponese, che di terremoti è ricchissima).

E infine, intorno alle 18.30, la notizia di un rialzo del livello delle radiazioni presso l'impianto nucleare numero uno.

Inevitabile a questo punto il panico per l'incubo nucleare. Un incubo quasi rimosso dopo Chernobyl e molti anni di apparente tranquillità ma che il devastante terremoto giapponese ha ridestato.

E in Italia, dove si è recentemente riaperta la partita tra favorevoli e contrari, si è subito innescata una serie di reazioni soprattutto nel fronte anti atomico. La prima è quella di Greenpeace che in una nota ha espresso la sua "preoccupazione per i danni che il terremoto e lo tsunami possono aver provocato agli impianti nucleari, nonché alle altre industrie pericolose come le raffinerie di petrolio e di prodotti chimici".


L'associazione ambientalista ha poi sottolineato che "anche se vengono spenti immediatamente, i reattori devono essere raffreddati e servono grandi quantità di acqua per evitare il rischio di surriscaldamento e fusione". Per questo Greenpeace continuerà a monitorare una situazione che è in rapida evoluzione. "Ci auguriamo che le indagini sugli impatti agli impianti nucleari e sui rischi per la popolazione e l'ambiente - ha detto ancora l'associazione - vengano condotte in modo indipendente e comunicate al pubblico".

Preoccupazione è stata espressa anche da Alfiero Grandi, Presidente del Comitato "SI alle energie rinnovabili NO al nucleare". Per Grandi l'allarme generatosi in Giappone "è la conferma che le centrali nucleari sono pericolose. Durante il funzionamento - ha osservato Grandi - come dimostrano studi recenti, le centrali rilasciano radioattività che fa aumentare le leucemie nei bambini e nel caso di eventi interni o esterni, come in Giappone, le centrali diventano pericolose per il rischio di incidenti. Il Governo italiano - ha aggiunto il presidente del comitato anti nucleare - farebbe bene a ripensarci e a bloccare l'avventura nucleare in cui vorrebbe precipitare l'Italia, zona notoriamente esposta a terremoti ed altri rischi idrogeologici".

Per Legambiente, anche se il rischio Chernobyl viene escluso dagli esperti (in particolare in Italia dal Cnr), la situazione resta preoccupante, "perché anche il rilascio di piccoli contaminanti mette a repentaglio la salute umana". Ciò detto, "è difficile immaginare il livello di distruzione che un terremoto di queste dimensioni potrebbe causare in Italia - ha aggiunto Cogliati Dezza, presidente di Legambiente- e quali potrebbero essere le conseguenze se avessimo centrali sul nostro territorio". Anche per questo motivo, conclude l'associazione, "ci auguriamo fortemente che l'Italia riveda il suo masochistico programma nucleare".

Intanto, un paio di ore dopo il massimo allarme, la prefettura di Fukushima gettava, letteralmente, acqua sul fuoco affermando che il livello d'acqua nel reattore nucleare della centrale di Fukushima sarebbe stato sufficiente per coprire e raffreddare le barre del combustibile atomico. Allo stesso tempo però la struttura veniva consegnata all'esercito nipponico.

Quindi situazione sotto controllo? Secondo Paolo Clemente, responsabile del Laboratorio prevenzione rischi naturali e mitigazione effetti dell'Enea "è presto per capire il tenore dell'allarme in merito alle notizie diffuse finora dal Giappone", ma "non è il terremoto il motivo per dire no al nucleare" perché "oggi siamo in grado di costruire impianti nucleari ed edifici che resistono a terremoti così violenti".

Intanto sale continuamente il numero dei morti causati dal terremoto e soprattutto dallo tsunami che si è abbattuto sulle coste giapponesi: l'ultimo bilancio parlava di oltre 1000 vittime.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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