Terremoto Giappone, più di diecimila vittime. Cresce l'allarme nucleare, bloccate le centrali
Domenica 13 Marzo 2011 alle 20:56 | 0 commenti
Rassegna.it - Le autorità ipotizzano che sisma e tsunami abbiano fatto più di diecimila vittime. Bloccate le centrali nucleari. Preoccupazioni per l'incidente di Fukushima, secondo molti esperti uno dei più gravi della storia. Serve una task force internazionale.
Non cessa l'allarme, in Giappone, a poco più di due giorni dal violento terremoto che ha colpito il paese. Le vittime del sisma e dello tsunami crescono, com'era prevedibile, di ora in ora. I morti potrebbero essere più di 10mila nella sola prefettura giapponese di Miyagi. Lo riferisce la tv Nhk citando i dati riportati dalla polizia della prefettura stessa.
Il governo giapponese ha inoltre annunciato che a partire da lunedì mattina, 14 marzo, potrebbero verificarsi interruzioni di corrente elettrica.
Al disastro sismico e alle conseguenze del maremoto si aggiunge un terzo fattore, forse il più pericoloso: le contaminazioni di radioattività causate da guasti o danni alle centrali nucleari. Sempre a Miyagi è stato registrato oggi, domenica 13 marzo, un livello di radiazioni 400 volte superiore al normale. Lo ha riferito l'agenzia giapponese Kyodo, ripresa dall'italiana Adnkronos.
Nell'area colpita dal sisma le centrali nucleari sono state bloccate. Ma resta preoccupante la situazione alla centrale Fukushima 1 dove, dopo l'esplosione nell'edificio del reattore numero uno, si teme un'altra esplosione nell'edificio del reattore numero 3.
Il premier giapponese, Naoto Kan, ha espresso oggi fiducia nella possibilità per il paese di superare la crisi provocata dal terremoto, che ha comunque definito "la peggiore crisi che il paese affronta dalla fine della seconda guerra mondiale". Kan ha richiamato alla memoria lo sforzo collettivo dei giapponesi per ricostruire il paese in pace. "Unendo le forze, aiutandosi a partire da parenti e amici, superiamo questa crisi, ricostruiamo il Giappone. E' questa la preghiera che faccio a ciascuno di voi".
Il primo ministro ha voluto rassicurare i giapponesi e il mondo che "non ci sarà un'altra Chernobyl". Ma resta indubbia l'estrema gravità dell'incidente a Fukushima, classificato dal governo al quarto grado di gravità in una scala di sette.
Quello alla centrale nucleare giapponese di Fukushima è un "incidente molto serio con conseguenze potenzialmente di grande portata" e "non da sminuire". Lo ha detto all'Ansa l'esperto di chimica ambientale, membro del comitato scientifico del Wwf e professore di scienze ambientali all'Università Partenope di Napoli, Sergio Ulgiati. Secondo l'esperto è urgente e indispensabile "un intervento deciso e competente" da parte della comunità scientifica dei paesi che usano la tecnologia nucleare, come Stati Uniti, Francia e Russia, ma anche da parte degli esperti italiani di Enea ed Enel. Una "task-force" il cui intervento "potrebbe ancora contenere il danno".
Se i tentativi per evitare i danni alle barre di combustibile hanno fallito, come viene riferito, ha proseguito l'esperto secondo quanto riporta l'Ansa, "significa che si è innescato un processo di innalzamento della temperatura che possono danneggiare via via sempre più barre con il rischio che si possa arrivare a una fusione parziale o totale del nocciolo". L'unico elemento di speranza è la lentezza del processo nella centrale giapponese rispetto al caso Chernobyl che, secondo l'esperto, potrebbe favorire gli interventi. Ma comunque, ha concluso Ulgiati, "anche se si fermasse qui è già uno dei più gravi incidenti".
"Quello di Fukushima è stato il terzo incidente più grave avvenuto in una centrale atomica nella storia. E non è finita. La situazione continua ad essere grave e l'allarme non accenna a scendere per i rischi di nuove esplosioni negli altri reattori e perché ancora non si è in grado di capire se nel nocciolo dei due reattori più colpiti si sia avviata la pericolosissima fase di fusione". E' quanto si legge in una nota di Legambiente.
"L'esplosione della centrale di Fukushima di ieri è stata classificata di livello 4 nella scala Ines. Per quanto riguarda gli incidenti negli impianti atomici per la produzione elettrica, sono risultati più gravi solo la tragedia di Cernobyl in Ucraina nel 1986 (livello 7) e l'incidente della centrale di Three Mile Island negli Stati Uniti dove avvenne la fusione del nocciolo (livello 5)", continua Legambiente.
"Proprio la grande incertezza sull'entità del disastro nucleare in Giappone - ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza - deve necessariamente sollecitare nuove e appropriate riflessioni sull'opportunità di avviare in Italia una nuova stagione nucleare. Oggi, esattamente come nel secolo scorso, non esiste sicurezza assoluta per nessun tipo di centrale atomica ed è bene che i cittadini italiani sappiano, in vista del referendum al quale sono chiamati a votare, che le quattro centrali che il Governo vorrebbe costruire nel Paese, utilizzeranno la tecnologia del reattore francese EPR, per il quale le Agenzie per la sicurezza nucleare di Francia, Finlandia e Gran Bretagna avevano individuato (nel 2009) problemi nel progetto del sistema di sicurezza".
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