Tagliare le attività non indispensabili per ridurre la pressione fiscale: VicenzaPiù 208
Martedi 1 Marzo 2011 alle 11:23 | 0 commenti
di Maurizio Franzina (Pdl)
L'Occidente sta vivendo una fase di profondo cambiamento che metterà in discussione il welfare come lo conosciamo oggi e che ci obbligherà a ripensare al ruolo dell'ente pubblico in un'ottica assolutamente nuova. E le difficoltà nei bilanci di oggi, non sono che l'inizio di un mutamento radicale nel ruolo dello Stato, e quindi anche del Comune, nei confronti del cittadino. È in crisi un modello assistenzialista in cui il pubblico provvedeva al cittadino "dalla culla alla tomba".
È in crisi perché il pubblico non è più in grado di reperire le risorse necessarie, quindi da un lato si indebita sempre di più, dall'altro aumenta la pressione fiscale. Ed oramai in Italia la pressione fiscale ha raggiunto livelli insopportabili e l'indebitamento è il terzo del mondo. È in crisi soprattutto perché alla lunga lo statalismo non funziona. Per cui alle due domande di Vicenza Più rispondo che i tagli sono un'occasione per decidere cosa il comune deve fare (e devono essere cose indispensabili) e cosa non deve più fare (non perché non siano cose utili, ma perché non vi sono risorse per farlo). Chiaro che parlare di tagli a Vicenza, comune tradizionalmente virtuoso se lo si confronta alla situazione Italiana, è difficile. Perché il paradosso italiano è che si chiede di tagliare a chi ha sempre usato le risorse con discreta prudenza e non solo a chi continua a sprecare a piene mani. E questo è sempre più inaccettabile. Però la strada, anche per Vicenza, comune virtuoso, è il ripensamento del rapporto con il cittadino in un'ottica di alleggerimento della pressione fiscale, taglio dei servizi non fondamentali e focalizzazione su quanto è veramente importante. Perché anche a Vicenza ci sono molte cose che non sono indispensabili (e, si badi, dico indispensabili, e non utili, o gradevoli, o simpatiche) e che si fanno ogni giorno. Penso agli inutili viaggi degli amministratori, alle giornaliere conferenze stampa che impegnano diversi dipendenti, penso alle strutture pleonastiche e ridondanti, penso a scelte tipo l'illuminazione della basilica con caleidoscopiche raffigurazioni, o a giornalini che servono solo a soddisfare l'ego di chi li fa, o ai filmini per il mercato cinese, ma anche alle spese per inseguire sogni irrealizzabili, tipo la galleria sotterranea che attraversa la città dal costo di centinaia di milioni di euro, ma anche alle incompiute per incapacità , tipo il nuovo tribunale (che, abbandonato a se stesso da più di un anno, sta già deperendo), o alle opportunità che si stanno perdendo per scarsa capacità politica, tipo la realizzazione della tangenziale nord della città . Questi errori non vanno fatti mai più, perché i cittadini sono stanchi e soprattutto non sono più in grado di pagare sempre più tasse e poi vedere questi sprechi. Per concludere credo che dalla difficoltà nasca l'opportunità , ed oggi per il comune l'opportunità è una più rigorosa gestione delle risorse e una severa politica di tagli alla spesa pubblica non indispensabile, nell'ottica di ridurre la pressione fiscale, che è la vera priorità .
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