Sul rating BPVi ci illuminerà Il Sole... 24 Ore
Sabato 19 Luglio 2014 alle 19:37 | 0 commenti
Nel pubblicare ieri la notizia e i commenti di Venezie Post sul downgradind da BB+ a BB della Banca Popolare di Vicenza operato da Fitch, una delle tre agenzie di rating storiche insieme a Standard and Poor's e a Moody's abbiamo premesso una nostra nota (Fitch declassa Banca Popolare di Vicenza a BB: da predatore rischia di diventare preda) con le reazioni di Veneto Banca e della Banca Popolare di Marostica, due Istituti su cui al BPVi da tempo e con la benedizione di Banca d'Italia ha messo gli occhi, e con le nostre, umili e personali, considerazioni.
Che non sono piaciute troppo al responsabile, sempre, però, cortese e professionale, della comunicazione della Popolare vicentina che così ha definito il pezzo: «...è proprio brutto, ma soprattutto è sbagliato».
Ora, premesso che stiamo attendendo di sapere, dopo averglielo chiesto, in cosa è sbagliato il nostro sicuramente amatoriale commento (a meno che Valerio Vago non ci abbia confuso con altri, più illustri colleghi, magari anche loro vicentini, anche se dubitiamo del "magari" perchè la notizia qui non l'abbiamo letta altrove...) , nello stesso pezzo avevamo scritto, intanto, sottolineando la scena finanziaria italiana sempre più indebolita e sempre meno considerata a livello internazionale e pur immaginando un qualche imbarazzo nel gestire il downgrading, che «...la banca di Gianni Zonin ha spesso contestato non solo la propria cattiva e ora ulteriormente peggiorata pagella ma addirittura il sistema stesso del rating...».
Nella telefonata in cui ci chiariva alcuni termini della questione (in effetti Vago ci aveva cercato prontamente e cortesemente nel pomeriggio dopo la nostra richiesta a fine mattinata di lumi ma noi siamo riusciti a ricontattarlo solo dopo la pubblicazione nel tardo pomeriggio del «pezzo brutto») il Responsabile Direzione Comunicazione e Pubbliche Relazioni della Banca Popolare di Vicenza anche quello ci aveva detto per cui pensavamo di aver fatto un pezzo se non bello almeno dignitoso visto che avevamo riportato un altro concetto ncor più centrale e su cui poi il dirigente milanese si sarebbe soffermato con noi quando scrivevamo: «...l'aumento delle sofferenze evidenziato da Fitch col suo BB penalizza proprio, come sostiene da tempo la popolare vicentina, le banche più propense a finanziare le aziende...».
Per poi chiudere così insieme al nostro collaboratore Andrein che ci aveva dato una mano nel lancio, visto che ieri eravamo impegnati in una importante, per noi, riunione: «C'è da ricordare anche che la Banca Popolare di Vicenza non è quotata in borsa per cui non subirà immediate perdite di valore delle azioni fissate monocraticamente dal Cda stesso. Anche se potrebbero non mancare preoccupazioni degli azionisti risparmiatori, c'è, quindi, il tempo di metabolizzare il boccone amaro. Come? Lo sapremo».
Anche in questo «lo sapremo» eravamo confortati da Vago che, non dovremmo riferirlo per non autocelebrarci ma dopo il suo "zero" in pagella lo facciamo per puntare a una prova di riparazione, sulla duplice e connessa questione "sofferenze" denunciate da Fitch e "impieghi" sollecitati dalla Bce, ma puniti dai rating, oltre che resi difficili da Basilea, in un circolo vizioso, ci blandiva con un «ha capito tutto» e ci preannunciava un pezzo ulteriormente esplicativo su Il Sole 24 Ore di oggi.
Lì un collega di sicuro, e senza, ovviamente, ironia alcuna vista la testata, avrebbe forse raccontato anche il dettaglio, sospetto per Vago, che Fitch avrebbe dovuto ufficializzare il downgrading venerdì 11 luglio, giorno pre week end e meno rumoroso comunicazionalmente, insieme a quello di altre banche di dimensioni similari, salvo poi posticipare l'annuncio di quello della BPVi a martedì 15 luglio (a tal proposito andrebbe, però, detto che per le banche quotate, come il Credito Valtellinese, l'annuncio al venerdì è tipico per non influenzare le borse, problema che non riguarda invece la Popolare di Vicenza che quotata non è..., ndr).
Ma il giornalista de Il Sole 24 Ore oggi avrebbe anche chiarito molte questioni e soprattutto il fatto che con gli aumenti di capitale in atto i parametri della BPVi sarebbero tra i migliori della categoria, con ciò smentendo Luigi Dell'Olio di Venezie Post, che col suo (pensiamo «bruttissimo») scritto ci ha portato sulla... cattiva strada, e prefigurando un giudizio positivo al termine del processo di Asset quality review (Aqr) che la Bce sta portando a compimento "esaminando" le banche europee di grandi e medie dimensioni compresa la Bpvi.
Oggi, come avevamo anticipato a Valerio Vago, che cortesemente ci aveva messo al corrente del pezzo in fieri sul quotidiano di economia e finanza tra i più prestigiosi in Italia e non solo, ci siamo affrettati a scorrere le pagine del Sole.
Ma, non trovando traccia del pezzo che avremmo riportato così come abbiamo ripreso quello di Venezie Post, ne abbiamo chiesto notizia al dirigente che, nel riferirci che «non è uscito, perché hanno messo in pagina un pezzo all'ultimo momento. Credo uscirà domani» (e domani lo leggeremo e lo riprenderemo, se tecnicamente possibile, per illuminarci) e nell'approfittare per darci lo zero in pagella ci dichiarava un'altra cosa che ancora una volta condividiamo: «Il 4 novembre, giorno dell'ingresso nel sistema di controllo bancario di BCE, finalmente sarà tutto più chiaro e le chiacchiere cederanno il passo ai fatti».
Luigi Dell'Olio su Venezie Post, caro dr. Vago, scriveva anche che «se ne saprà di più solo dopo la pubblicazione dei risultati relativi all'Aqr» anche in ciò e anche lui concordando con lei.
Ora, visto che capiamo il suo attaccamento alla Banca Popolare di Vicenza (di cui anche noi siamo correntisti...), la sua istintiva e accorata presa di posizione a tutela dell'Istituto, in un momento in cui, invece, di opportunisti ce ne sono un bel po', noi la definiamo «bella».
Se, però, si riferisce alla frase (la BPVi «potrebbe diventare una preda invece che un predatore») è ovvio che è un nostro dubbio, forse solo dialettico, ma ci lasci la libertà di esprimerlo, bello o brutto che sia, fino al 4 novembre.
O, meglio, per ancora meno tempo se ci vorrà aiutare a capire, ma con motivazioni concrete e nel merito, cosa abbiamo scritto di «brutto, ma soprattutto sbagliato».Â
Grazie, con la consueta e sincera stima.
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