Strutture di "accoglienza diffusa" e utilizzo "difficoltoso" dei 125 euro mensili, USB servizio migranti e richiedenti asilo polemizza con prefettura che "scarica" su Cantone
Lunedi 16 Ottobre 2017 alle 11:22 | 0 commenti
Il 13 ottobre 2017 ore 11 una nostra delegazione, scrive nella nota che pubblichiamo USB servizio migranti e richiedenti asilo - Vicenza Associazione Senza Confini - Schio, alla presenza di un rappresentante dei Richiedenti Asilo (R.A.), ha incontrato la dott.sa Daria Leonardi, funzionaria del settore IV responsabile dei rapporti coi Centri di Accoglienza Straordinari per R. A. e Rifugiati (CAS) in provincia di Vicenza. Il tema è stato quello delle modalità di gestione e di controllo di alcuni servizi erogati, in particolare nelle strutture di "accoglienza diffusa" (quelle con meno di 20 persone).
Abbiamo notato che in alcune di dette strutture da questo mese è stata bloccata la possibilità per gli utenti di provvedere personalmente all'acquisto degli alimenti, secondo le regole espressamente concordate già anni fa negli incontri di coordinamento fra l'autorità prefettizia e i gestori dei servizi, seguendo le esperienze positive attuate nello SPRAR (Sistema di "accoglienza integrata" gestito dagli enti locali). Questa restrizione, applicata finora solo in alcune strutture, senza preavviso e senza adeguate spiegazioni, ha creato confusione e allarme presso i R. A. coinvolti. Perciò, anche a nome loro, abbiamo chiesto chiarimenti in prefettura.
Ecco la risposta: "La decisione è stata presa a livello ministeriale, nel quadro dei provvedimenti dettati dall'Autorità Nazionale Anti Corruzione; ci siamo dovuti adeguare; la modifica è in via di attuazione in tutte le strutture della provincia". Abbiamo chiesto: "In che modo i 125 euro al mese che servono ai R.A. per comprarsi il cibo potrebbero essere usati da loro per "corrompere" qualcuno o compiere "illeciti amministrativi"?". "Chiedetelo a Cantone!" ci ha detto la dr.sa Leonardi (N.B.: Raffaele Cantone è il presidente dell'ANAC). Abbiamo fatto notare che semmai devono essere perseguiti i "risparmi" fatti sull'erogazione dei servizi da parte dei gestori delle strutture, specialmente di quelle sovraffollate (i "parcheggi di merce umana" tipo Cona, Pedemonte ecc.), ma non solo. Su questo punto abbiamo avuto l'assicurazione che "la prefettura di Vicenza sta facendo i previsti controlli ‘a sorpresa' presso le strutture, che del resto in provincia hanno tutte dimensioni normali". Ne prendiamo atto, ma... "chi controlla i controllori?" Le disfunzioni e carenze lamentate dai richiedenti asilo in diverse occasioni e per diversi servizi, (p. es. corsi di lingua italiana inattuati, impianti inefficienti, prestazioni mediche indisponibili), su cui abbiamo raccolto numerose testimonianze - alcune riportate anche sulla stampa - dimostrano la poca affidabilità di tali "controlli istituzionali".
Per quanto riguarda i pasti dunque, la nostra richiesta è stata che la prefettura di Vicenza concordi quanto prima con gli enti gestori la riattivazione di modalità di servizio compatibili con le legittime richieste di autogestione da parte dei R.A. accolti nelle strutture "casalinghe", in conformità con le "Linee guida" dello SPRAR. La funzionaria ha promesso di fare il possibile, senza assumersi responsabilità .
Da parte nostra continueremo a vigilare e a monitorare le attività del sistema di accoglienza e delle istituzioni che lo gestiscono, nel quadro più generale della lotta contro i privilegi, le esclusioni ingiuste e i pregiudizi. Nonché contro la corruzione, quella vera.
USB servizio migranti e richiedenti asilo - Vicenza
Associazione Senza Confini - Schio
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