Stress test, il punto su BPVi e Veneto Banca, rischio indiscrezioni e no di Unicredit a poli
Venerdi 26 Settembre 2014 alle 23:25 | 0 commenti
«... Inizia il mese caldissimo del credito italiano. La verità sulle condizioni delle prime 11 banche commerciali italiane si conoscerà venerdì 17 ottobre» con un possibile scivolamento in avanti di una settimana al 24. Così Stefano Righi sul Corriere Economia annunciava l'arrivo della Passione... bancaria che riguarderebbe le "tranquille" Unicredit, Intesa Sanpaolo e Ubi, a cui sembrano aggiungersi Mediobanca, Barclays Italia e l'Iccrea, l'istituto di secondo livello delle Banche di credito cooperativo.
«Le altre otto banche commerciali (Mps, Banco Popolare, Bpm, Bper, Carige, Popolare di Sondrio e le due cooperative non quotate, Popolare di Vicenza e Veneto Banca), sono invece tutte a diverso titolo esposte e in attesa di giudizio», aggiungeva Righi in una previsione che troverà «conferme e smentite a mercati chiusi, di venerdì, con due giorni davanti per meglio comprendere le decisioni della Banca centrale europea (Bce) ed evitare le reazioni irrazionali del mercato, specie se dovessero rendersi necessarie nuove operazioni di aumento di capitale per qualche istituto».
Intanto in caso di eventuali banche in difficoltà in Italia al termine degli stress test condotti da Bce ed Eba e se gli esami europei imporranno a qualche banca italiana di trovarsi un partner Federico Ghizzoni, numero uno di UniCredit, incontrando in settimana la stampa ha definitivamente cancellato il dubbio (o speranza) di qualcuno: «non abbiamo nessuna discussione in corso per andare nella direzione di un polo aggregante in Italia». Alla domanda se ci sarà qualche bocciata (o rimandata) tra le banche italiane Ghizzoni si è astenuto dal rispondere anche se nelle ultime settimane, dopo la richiesta di nuovi dati alle banche, l'incertezza sembra crescere. Se, quindi, non è escluso che da novembre si riapra una fase di riassetto del settore, comunque UniCredit non ne farà parte.
Non va, intanto, dimenticato che i test si basano sui dati al 2013 e in questi nove mesi le banche, come hanno fatto la BPVi e la Veneto Banca, potrebbero già aver provveduto ad azioni di rafforzamento oppure potrebbero già aver individuato azioni future da mettere in atto.
Monica D'Ascenzo su Il Sole 24 Ore solleva, infine, un'altra questione, delicata specialmente per le banche quotate in borsa, di cui non fanno parte le "nostre" Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca: «la revisione degli attivi delle banche della zona euro (Aqr) e i paralleli stress test sulla tenuta in caso di choc degli istituti non sta ponendo problemi solo ai 128 gruppi bancari europei sotto esame, ma anche alle authority dei singoli paesi. Tanto che la European securities and markets authority /Esma) ha avviato un'attività di coordinamento delle autorità di controllo dei mercati locali affinché ci sia una linea comune da seguire nell'eventualità che si diffondano «leakages», indiscrezioni, prima della comunicazione ufficiale dei risultati. ... Se le banche, però, non avranno ancora ricevuto comunicazione ufficiale da Bce e Eba non potranno farne comunicazione, a loro volta, al mercato... In altre parole, se l'istituto non ha informazioni ufficiali si dovrà rivolgere a Banca d'Italia e quest'ultima a sua volta alla Bce per ottenerle...»
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