Stress test: ecco l'iter Bce per le banche a rischio
Venerdi 3 Ottobre 2014 alle 00:04 | 0 commenti
Di Luca Davi
La data cerchiata di rosso è quella di domenica 26 ottobre: in quella data, a meno di eventuali cambiamenti, dovrebbero essere comunicati alle 128 principali banche europee (tra cui Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, ndr) i risultati degli stress test. L'attenzione di diversi gruppi tuttavia è già proiettata alla fase seguente. E in particolare alle due settimane successive, periodo entro il quale le banche bocciate dovranno tirare fuori dal cassetto i "piani di emergenza", con cui spiegano come ricostituire il capitale mancante.
In questi giorni molti istituti stanno lavorando in gran segreto alla definizione degli eventuali correttivi. A intimorire in particolare è lo scenario più critico degli stress test, quello che impone di mantenere (sotto alcune condizioni macro-economiche ipotetiche) un Cet 1 ratio almeno pari al 5,5%. Per colmare eventuali shortfall di capitale gli istituti avranno nove mesi di tempo a partire dalla presentazione dei piani. Sei mesi di tempo, invece, sono concessi a chi evidenzierà carenze nel caso di scenario normale degli stress test, che prevede un Cet 1 ratio dell'8%.
Per coprire shortfall emersi nell'esame della qualità degli attivi (Aqr) o degli scenari di base degli stress test, le banche potranno emettere capitale primario di classe 1 (Cet1) mentre in caso di semaforo rosso alla stress test più duro, potrà essere emesso anche contingent capital (i cosiddetti Co.co bond). In alcune condizioni le dismissioni di attivo e la mancate distribuzioni degli utili sono ammesse.
Ma come funzionerà il monitoraggio dei piani? A partire dal 4 novembre la Vigilanza europea sugli oltre 120 maggiori istituti passerà dalle singole banche centrali a quella unificata dell'Eurotower. Nell'ambito del Single Supervisory Mechanism (Ssm), l'implementazione dei piani verrà quindi valutata dai gruppi di vigilanza congiunti (Jst, Joint supervisory team), a cui sarà affidata la vigilanza delle banche su base giornaliera. Si tratta di piccole task-force, la cui composizione numerica può variare da banca a banca, che saranno guidate da un coordinatore della Bce la cui nazionalità dovrà essere diversa da quello della banca monitorata (così da evitare possibili parzialità di giudizio) e il cui incarico, secondo quanto indicato dalla Bce, durerà tra 3 e i 5 anni. A fargli da supporto saranno gli ispettori delle singole autorità nazionali, che ruoteranno su base regolare. Nei casi di banche più grandi, agli ispettori nazionali si affiancheranno altri ispettori (sub-coordinators) di varie nazionalità , così da rafforzare i singoli team. Tutte le informazioni saranno condivise con le strutture intermedie della Bce, mentre per la validazione delle decisioni più rilevanti la palla passerà al Comitato di Supervisione (Supervisory Board) dell'Eurotower e al Consiglio direttivo, il principale organo decisionale della Bce.
Da Il Sole 24 Ore
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