Stop agli inceneritori, il Vicentino si adeguerà? I dubbi del M5S
Venerdi 30 Novembre 2012 alle 17:45 | 0 commenti
Quale futuro si sta preparando in Italia e nel Veneto in relazione alle politiche per la gestione dei rifiuti? In che modo gli enti locali affronteranno lo stop alla quasi totalità degli inceneritori sancito in primavera dalle nuove norme comunitarie? Come si regoleranno gli amministratori vicentini in tal senso?
È questo in filigrana il tenore degli interrogativi che da alcune ore stanno circolando a mezzo mailing list tra gli attivisti del M5S dell'alto Vicentino e in particolare fra quelli thienesi. Il consigliere Alessia Gamba dopo un recente sopralluogo presso gli impianti della torcia di Ca' Capretta a Schio si lascia andare ad un amaro sfogo dovuto alla risposte giudicate insoddisfacenti da parte dei tecnici che avevano condotto i consiglieri comunali thienesi in visita alla struttura: «Non si parla di trattamento a freddo, non si parla di valorizzazione di materia prima seconda, allucinante... Abbiamo posto una trentina di domande, ma le risposte sono state evasive, o meglio elusive».
Solo superficialmente però la questione ha un taglio locale. Primo perché i controlli ed eventuali procedure per nuovi impianti sono in capo alla provincia di Vicenza e alla Regione Veneto. Secondo perché la questione dei termovalorizzatori, in progetto o solo ipotizzati, investe varie aree del Vicentino. Dal Bassanese con l'impianto di Cassola sino alla Valchiampo, con la maxi struttura per la concia, la questione rimane aperta. Come si integrerà la nuova disciplina comunitaria con le proposte giunte dai privati sui tavoli di alcuni enti territoriali come gli Ato per giungere sino a palazzo Nievo? La materia è complessa perché non è ancora dato sapere se le novità introdotte in materia ambientale, con le relative prescrizioni, si applicheranno anche ad impianti complementari alle industrie come nel caso di Fis a Montecchio o di altri plessi come quelli di Trissino o Lonigo. Per di più era stata la stessa agenzia per la protezione ambientale del Veneto, l'Arpav, già nel 2011 a segnalare la presenza in regione di un numero eccessivo di inceneritori.
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