Stefania Cerasoli, Sel: promesse non mantenute da regione per non autosufficienti
Mercoledi 24 Ottobre 2012 alle 13:55 | 0 commenti
Riceviamo da Stefania Cerasoli, Responsabile Sinistra Ecologià e Libertà di Vicenza per le Politiche Socio-sanitarie, e pubblichiamo
“Bisogna garantire diritti e servizi adeguati alle persone con disabilità e non autosufficienti incrementando le risorse finanziarie destinate alla disabilità e alla non autosufficienzaâ€. Così si esprimeva, all’unanimità , il Consiglio della Regione Veneto lo scorso 13.12.2011 salvo, poi, intervenire con una serie di tagli in sede di approvazione del bilancio.
Si pensi, ad esempio alla richiesta fatta alle cooperative di tipo A e B di ridurre del 5% i costi dei servizi, richiesta che non potrà non avere una ricaduta sulla qualità dei servizi stessi.
O al tentativo di far compartecipare le persone disabili che frequentano i Centri diurni a versare una retta mensile per il servizio di cui usufruiscono.
Le persone disabili vivono con 267 euro di pensione di invalidità e 493 euro di accompagnamento, oppure accolti in una comunità residenziale ma senza un euro.
Le famiglie sono già fortemente penalizzate dalla crisi economica e la cosiddetta tassa sull’handicap, ininfluente rispetto ai costi della programmazione sociale, sarebbe insostenibile per le famiglie.
E’ evidente, quindi, che la compartecipazione alla spesa si tradurrà in una inevitabile riduzione della domanda di accesso ai servizi.
L’esigenza (sacrosanta) di revisione e riorganizzazione della spesa pubblica non deve assolutamente riguardare  i servizi destinati alle persone con disabilità e non autosufficienti.
Tagliare la spesa sociale è facile: chi convive con la disabilità non ha né la voce, né la forza di protestare.
Ma se l’unico modo che le Istituzioni conoscono per affrontare il problema è quello dei tagli viene legittimo chiedersi come potranno fare le famiglie sulle quali già grava un peso assolutamente insostenibile.
Da tempo è in atto, infatti, una vera e propria delega assistenziale attuata da parte dello Stato nei confronti delle famiglie, attraverso drastici tagli alle risorse destinate al welfare sanitario e sociale
Secondo un’analisi realizzata dal Censis, l’Italia è tra gli ultimi paesi in Europa per risorse destinate alla disabilità . E circa il  50% dei malati cronici ultrasessantacinquenni sono sulle spalle solo delle famiglie.
Il problema della disabilità e della non autosufficienza non è solo di chi lo vive quotidianamente!
I costi per la realizzazione di una adeguata rete di protezione sanitaria e sociale devono essere posti a carico di tutta la società e non delle sole persone costrette a ricorrere ai servizi.
Non possiamo più continuare ad assistere ad una riduzione generalizzata dei servizi destinati alle persone disabili e non autosufficienti senza una seria programmazione dei servizi sociosanitari, senza un rafforzamento del fondo destinato alle politiche sociali dei Comuni e del sistema della domiciliarità .
Il rischio è che, in mancanza di una chiara determinazione dei Livelli Essenziali di Assistenza, le politiche sociali finiscano per essere programmate solo con attenzione ai limiti degli stanziamenti di bilancio.
Dove ciò si verifica si costruisce un sistema di diritti sociali finanziariamente vincolati.
Noi chiediamo, invece, che finalmente si ponga davvero al centro la tutela della persona non autosufficiente ed i suoi diritti, con l’istituzione di un fondo che possa davvero contare su risorse certe ed esigibili per dare alle persone che ne hanno diritto non solo provvidenze economiche ma servizi e programmare attività di prevenzione della non autosufficienza.
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