Statuto, apparenze più che reali propositi
Lunedi 16 Agosto 2010 alle 10:05 | 0 commenti
Responsabilità , autonomia federale, efficienza amministrativa, queste sono le parole chiave della nuova proposta dello Statuto Veneto.
Parole positive, rispondenti all'aspettativa di quanti vivono in questa Regione, le quali, tuttavia, all'esito di una attenta lettura di una bozza, perdono ogni forza e significato.
Dai suoi 56 articoli, infatti, emerge un'idea di autonomia che sembra ispirarsi ad un estremismo identitario, irresponsabile e incostruttivo per la ipotizzata riorganizzazione sociale ed amministrativa del Veneto.
Un'idea preconcetta che riduce l'invocata autonomia federale ad un proclama di anacronistica indipendenza. Un Velleitarismo che coerentemente al motto "per i Veneti", posto a fondamento ‘ideologico' dello Statuto, trova conferma nell'art. 4 comma 6 dello stesso, ove l'appartenenza al territorio assurge a condizione di privilegio e non di merito.
E come se non bastasse, lo stesso territorio assume la struttura apparente di Stato con tanto di inno, bandiera, ambasciatori, lingua ufficiale, Consiglio regionale trasformato in Parlamento severissimo, ed un Presidente con il titolo di Governatore, in attesa, forse, di riacquistare quello di Doge.
Apparenze più che reali propositi, le quali, tuttavia, mal si conciliano con la nostra Costituzione che non consente modifiche locali e tantomeno carte integrative o aggiuntive.
E' vero, si tratta, come si è detto, solo di una bozza, dalla quale tra l'altro molti già prendono le distanze, a cominciare dal Vice Presidente della Catalogna, a cui tale Statuto si sarebbe ispirato.
Il Federalismo può essere cosa buona e giusta, che, dunque, non bisogna rovinare con ottusi vizi di forma.
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