Crisi Gazzettino: chiude anche Bassano. Al Giornale di Vicenza altri 5 pre pensionamenti
Mercoledi 22 Ottobre 2014 alle 20:48 | 0 commenti
Prosegue l'opera di "tagli" a Il Giornale di Vicenza in cui, al di là di un bilancio discutibilmente in attivo, sia pure decrescente, a fronte di un grosso passivo, crescente, di Publiadige, la sua concessionaria di Pubblicità , sono previsti altri 5 pre pensionamenti, tra cui, a quanto ci risulta, quelli "eccellenti" di Massimo Manduzio, Claudio Tessarolo e Antonio Di Lorenzo, l'ultimo a lasciare e forse anche per ciò pronosticato alla fine della sua carriera come direttore "fatto in casa" se...
Per regolarizzare (umanizzare?) "in qualche modo" le retribuzione del gran numero di collaboratori esterni del quotidiano di Confindustria Vicenza (che, proprietaria in solitaria di Tva Vicenza, lo possiede insieme ad Assindustria Vicenza tramite Athesis a cui fa capo anche L'Arena di Verona e Brescia Oggi, oltre a Tele Arena e altri media in area mantovana) è stato, poi, "coniato" per loro il bel nome di "strategici" forse per addolcire la pillola di un fisso contrattuale, migliore, psicologicamente, dei precedenti fee a pezzo, di cui costituisce di fatto la "media" mensile, ma non certo tale da rendere quella professione particolarmente motivante e garante dell'indipendenza professionale dei singoli colleghi di un mezzo, che, sia pure alle prese con la crisi che lo attanaglia, come e più di altri mezzi locali di altre aree, è quello storico della città .
Storico e a breve destinato a rimanere uno degli unici due mezzi cartacei quotidiani locali (se si considera in questo mini elenco il "panino" de Il Corriere della Sera, cioè Il Corriere del Veneto) visto che al 31 dicembre chiuderà anche la residua redazione di Bassano, dopo che già da anni la stessa sorte era toccataa quella di Vicenza.
Con la chiusura della redazione spariranno le pagine locali sostituite da info sul web, come dettaglia il comunicato del Sindacato Giornalisti del Veneto che di seguito riportiamo.
Mentre ai colleghi dei quotidiani in crisi va la nostra completa solidarietà di frontea a decisioni di editori forti che scaricano su di loro anche l'esito di scelte non certo vincenti per l'informazione locale, si moltiplicheranno, pur nel complicato momento attuale dell'editoria indipendente, i nostri sforzi per informare sempre di più e meglio i nostri lettori, pronti ad accogliere chi in queste pagine volessi riconoscersi.
Per leggere ma anche per informare. Indipendentemente da chi l'informazione la pilota anche chiudendola o mortificandone la professionalità .
Il direttore
Stato di crisi Gazzettino: raggiunto l'accordo
L'accordo sullo stato di crisi del Gazzettino è stato raggiunto dopo due mesi di trattative. Il testo, che verrà trasmesso al Ministero del Lavoro, prevede l'uscita su base volontaria di 27 giornalisti ex art. 1 e di un giornalista ex art. 2 ai sensi della Legge 416/81 e l'assunzione di 11 giornalisti nell'arco di vigenza dello stato di crisi nel biennio 2 gennaio 2015- 2 gennaio 2017, così fissato per esigenze organizzative rispetto alla data del 1° novembre 2014 inizialmente ipotizzata.
L'accordo raggiunto fra azienda, Comitato di Redazione, Sindacato giornalisti del Veneto e Assostampa del Friuli Venezia Giulia è stato approvato dall’assemblea dei giornalisti con due sole astensioni. Il 20 ottobre è stato perfezionato in sede nazionale e sottoscritto anche da Fnsi e Fieg.
Gli interventi di riorganizzazione prevedono la conversione on line della redazione di Bassano del Grappa, l'accorpamento dell'edizione di Udine con quella di Pordenone nell'ottica di una nuova edizione regionale, un programma di smaltimento delle ferie arretrate e di applicazione della cassa integrazione da articolarsi su 18 mesi e un piano di investimenti finalizzato al cambiamento del sistema editoriale.
Un sacrificio necessario, a fronte di un bilancio d'esercizio gravato da un pesante passivo, che i giornalisti - tanto quelli che escono quanto quelli che restano - hanno accettato di sostenere per cercare di dare un futuro alla più grande realtà editoriale con sede in Veneto.
Resta la preoccupazione per l'assenza di strategia imprenditoriale della proprietà Caltagirone che finora si è sempre e solo concentrata sul taglio dei costi senza mostrare di impegnarsi per il rilancio del giornale che, va ricordato, è ancora stampato in bianco e nero e proposto in edicola con un formato che il corpo redazionale da anni denuncia essere oltremodo penalizzante e fuori mercato, tale da pregiudicare i margini di un recupero possibile anche nell'attuale contesto di indubbia crisi del settore.
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L'accordo sullo stato di crisi del Gazzettino è stato raggiunto dopo due mesi di trattative. Il testo, che verrà trasmesso al Ministero del Lavoro, prevede l'uscita su base volontaria di 27 giornalisti ex art. 1 e di un giornalista ex art. 2 ai sensi della Legge 416/81 e l'assunzione di 11 giornalisti nell'arco di vigenza dello stato di crisi nel biennio 2 gennaio 2015- 2 gennaio 2017, così fissato per esigenze organizzative rispetto alla data del 1° novembre 2014 inizialmente ipotizzata.
L'accordo raggiunto fra azienda, Comitato di Redazione, Sindacato giornalisti del Veneto e Assostampa del Friuli Venezia Giulia è stato approvato dall'assemblea dei giornalisti con due sole astensioni. Il 20 ottobre è stato perfezionato in sede nazionale e sottoscritto anche da Fnsi e Fieg.
Gli interventi di riorganizzazione prevedono la conversione on line della redazione di Bassano del Grappa, l'accorpamento dell'edizione di Udine con quella di Pordenone nell'ottica di una nuova edizione regionale, un programma di smaltimento delle ferie arretrate e di applicazione della cassa integrazione da articolarsi su 18 mesi e un piano di investimenti finalizzato al cambiamento del sistema editoriale.
Un sacrificio necessario, a fronte di un bilancio d'esercizio gravato da un pesante passivo, che i giornalisti - tanto quelli che escono quanto quelli che restano - hanno accettato di sostenere per cercare di dare un futuro alla più grande realtà editoriale con sede in Veneto.
Resta la preoccupazione per l'assenza di strategia imprenditoriale della proprietà Caltagirone che finora si è sempre e solo concentrata sul taglio dei costi senza mostrare di impegnarsi per il rilancio del giornale che, va ricordato, è ancora stampato in bianco e nero e proposto in edicola con un formato che il corpo redazionale da anni denuncia essere oltremodo penalizzante e fuori mercato, tale da pregiudicare i margini di un recupero possibile anche nell'attuale contesto di indubbia crisi del settore.
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