Sponsormania, GdF Arzignano: in 65 evadono 50 mln, 3 mln in nero a giocatori di calcio a 5
Giovedi 1 Settembre 2011 alle 08:44 | 1 commenti
Guardia di finanza - Scoperta evasione di 50 milioni di euro. Fatture false per oltre 30 milioni di euro. Calciatori "dilettanti" pagati in nero per oltre 3 milioni di euro complessivi senza dichiarare nulla al fisco
E' stata conclusa in questi giorni dalla Tenenza di Arzignano l'operazione "SPONSORMANIA", che, dopo due anni di indagini, ha portato alla scoperta di un'evasione fiscale di oltre 50 milioni di euro originata da un meccanismo illecito che da anni, attraverso l'emissione di fatture attestanti false sponsorizzazioni sportive per 30 milioni di euro, ha consentito a 65 imprese di evadere le imposte dirette e l'IVA; denunciati, per vari reati, 24 soggetti alla Procura della Repubblica di Vicenza.
Evasione fiscale, emissione ed utilizzo di false fatture ma non solo: accertata l'introduzione illegale di denaro in Italia per 17 milioni di euro, trasferimenti di contanti in violazione della normativa antiriciclaggio per 47,8 milioni di euro ma anche bancarotta fraudolenta e poi reati di estorsione, furto, appropriazione indebita, falso interno bancario, indebito utilizzo di carte di credito, ricettazione di assegni rubati, truffa e tentata truffa aggravata.
Quest'ultimo delitto riguarda un tentativo operato dal principale indagato della frode che, per appropriarsi illegalmente di un'opera d'arte (un quadro di rilevante valore dell'artista Mario Schifano), ha predisposto falsi documenti bancari, provando così a raggirare una società che vende opere d'arte mediante un canale televisivo dedicato.
Un lungo elenco di reati e di violazioni amministrative a cui la Guardia di Finanza e la Procura di Vicenza hanno risposto duramente: in questi giorni gli indagati vengono raggiunti da avvisi di garanzia e di conclusione delle indagini, cui seguirà il rinvio a giudizio mentre, sul piano amministrativo, la Tenenza di Arzignano ha già elevato sanzioni estremamente pesanti.
A 25 persone sono state notificate verbali in materia di antiriciclaggio che, complessivamente, prevedono una sanzione massima di oltre 33,5 milioni di euro.
Ma le Fiamme Gialle non si sono "limitate" a elevare sanzioni: gli investigatori hanno infatti approfondito le indagini per accertare in cosa effettivamente le somme di denaro derivanti dalla frode sono poi state impiegate.
Si è così scoperto un ulteriore risvolto: quelli che dovevano essere sportivi dilettanti erano in realtà dei veri e propri calciatori (di calcio a 5) «professionisti» che percepivano compensi anche per decine di migliaia di euro al mese, ovviamente tutto "in nero".
Nell'ultimo quinquennio, ai pseudo dilettanti, che per legge non possono percepire compensi ma solo rimborsi spese peraltro per un limitato importo, è stata invece corrisposta una cifra quantificata in oltre 3,1 milioni di euro.
Ben 59, quasi tutti stranieri, sono i calciatori che si sono succeduti negli anni e che hanno percepito compensi che, per alcuni di loro, ammontavano anche a 14-15 mila euro al mese oltre ad una lunga serie di fringe benefit (auto di lusso, appartamenti, discoteche, viaggi etc.).
Gli ingenti compensi non venivano ovviamente sottoposti ad alcuna forma di tassazione o contribuzione né gli stessi calciatori risultano dalla contabilità della associazione che li gestiva. Ma ancor di più: nessun giocatore ha mai presentato una dichiarazione dei redditi; inoltre, benché vivessero da diversi anni in Italia, alcuni di loro non si erano nemmeno premuniti di richiedere il codice fiscale.
Indagando poi su una conceria che aveva "beneficiato" delle fatture per false sponsorizzazione si è altresì scoperto che una sostanziosa parte dei proventi derivante dalla frode fiscale veniva utilizzata dall'imprenditore conciario per corrispondere somme "fuori busta" a 80 lavoratori.
Un sistema illecito che ha provocato, oltre al danno per l'omesso versamento di ritenute fiscali (ed almeno altrettanto saranno i contributi pensionistici evasi) anche una rilevante alterazione del locale mercato del lavoro: si è infatti scoperto che alcuni lavoratori si sono licenziati dalla conceria per cui operavano per trasferirsi in quella che era ormai conosciuta come la conceria che pagava rilevanti cifre "in nero".
Giova evidenziare che alcune delle società che hanno beneficiato delle false sponsorizzazioni operano anche fuori dal contesto della Valle del Chiampo; sono stati segnalate ai Reparti del Corpo di 10 province 28 società nei cui confronti risultano essere state emesse false fatture e che saranno pertanto oggetto di approfondimento investigativo da parte delle Fiamme Gialle competenti per territorio.
Il Comando Provinciale di Vicenza, sulla base dei rilevanti esiti dell'operazione, ha disposto un'approfondita analisi della fenomenologia illecita che ha già consentito di constatare l'invalso uso di false fatture per sponsorizzazioni sportive anche in altre discipline agonistiche.
Si profila dunque una seconda fase investigativa che mira ad arginare un uso illecito di alcune associazioni sportive che in realtà sono state costituite al solo fine di consentire ingenti evasioni.
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