Sinistra d'attesa
Domenica 22 Luglio 2012 alle 00:24 | 0 commenti
 
				
		
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Di Giorgio Langella
La "sinistra" di Vicenza? Aspetta. Un'attesa che ha i risvolti amari del "non parlarsi" e, anche per questo, del "non affrontare" i problemi (nella foto da sinistra Langella, Ginato, Zaccaria, Ezzelini Storti, Fantò, Pilan ai tempi delle intese per le elezioni provinciali poi saltate). Stiamo aspettando che qualcuno faccia il primo passo, che dica qualcosa.
 E quando questo qualcuno si muove non è mai abbastanza. Si potrebbe fare di più e, per questo, si aspetta. Un'attesa infinita che non risolve nulla ma, anzi, porta la sinistra e Vicenza a un lento (ma neanche poi tanto) declino.
Si avvicinano le elezioni e la discussione cresce; è indubbio. C'è  dibattito sulle primarie, sulle alleanze, sul referendum a quorum zero  ... Il confronto tra le forze politiche e sociali si sviluppa  sostanzialmente sulla forma che deve assumere la coalizione (di  sinistra, di centrosinistra, di qualcosa d'altro?). I contenuti che  dovrebbero essere il nucleo centrale di un programma serio restano in  disparte. Più volte, come PdCI, abbiamo tentato di coinvolgere la  sinistra vicentina in un progetto innovativo. Un piano per il lavoro  provinciale che, con lo studio e la conoscenza di quello che sta  avvenendo (chiusure delle fabbriche, mobilità, delocalizzazioni, cassa  integrazione, precarietà, degrado del territorio ...) e la conseguente  analisi e interpretazione della realtà, permetta di proporre soluzioni  praticabili. Una strada difficile e lunga che, riteniamo, debba essere  percorsa per non limitarsi a fare una semplice amministrazione  dell'esistente. Così la sinistra potrebbe riconquistare la capacità di  progettare un modello di sviluppo nuovo e diverso proprio a partire dai  bisogni reali, dal lavoro, dalla messa in sicurezza del territorio,  dalla salute e dall'istruzione garantite a tutti i cittadini, dallo  sviluppo del trasporto collettivo di persone e cose. Sono anni che  stiamo tentando di non essere soli in questa impresa. Le risposte sono  state quasi sempre parziali, del tipo "quando organizzate qualcosa  chiamateci pure" ... Attesa, appunto. La soluzione non è che qualcuno  debba anticipare gli altri. Il nostro obiettivo è che ci si muova  assieme, unitariamente. Che si facciano emergere le idee, le proposte,  in una discussione aperta e franca. L'obiettivo deve essere, per la  sinistra, che non si vada ognuno per conto proprio ma che ci sia una  condivisione vera dei contenuti. 
Recentemente Nichi Vendola, a  Vicenza, ha dichiarato "non vedo un dibattito serio su queste questioni  (disoccupazione e lavoro ndr); patite anche qui molto il clima di  omertà. Si intuisce il disagio; non c'è nessuno che si prenda la briga  di raccontare quanto sta succedendo". Ha ragione e ne prendiamo atto con  soddisfazione. Ci conforta che il leader di SEL concordi con quanto  stiamo "predicando" da anni. Noi siamo pronti a portare avanti il  progetto unitario di un Governo per Vicenza che metta al centro le  questioni del lavoro in tutte le sue forme e uno sviluppo del territorio  che eviti la sua devastazione. 
Questa è la nostra proposta:  lasciamo in disparte per qualche mese le divisioni, le attese, la  ricerca spasmodica di un leader e concentriamoci sul "che fare!" (con il  punto esclamativo). Studiamo e costruiamo uniti un progetto che non sia  effimero né fondato sulla spartizione di posti e poltrone. Solo così  potremo sperare di cambiare Vicenza (e non solo).
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