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Silp Cgil: giù le mani dalla Polizia postale a Vicenza e in Veneto!

Di Redazione VicenzaPiù Mercoledi 26 Febbraio 2014 alle 20:55 | 0 commenti

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Silp Cgil Veneto - Il 19 febbraio il Prefetto Marangoni ha informato i sindacati della Polizia di Stato che il Dipartimento della Pubblica Sicurezza sta ultimando uno studio per la revisione dei presidi e degli uffici della Polizia di Stato su tutto il territorio nazionale resa necessaria dalla drastica diminuzione di personale, sceso dai 103 mila del 2003 ai circa 94 mila del 2013.

La Polizia di Stato, secondo lo studio attualmente sottoposto al parere dei prefetti e dei
questori, andrebbe incontro ad una razionalizzazione dei presidi delle quattro specialità
Stradale, Ferroviaria, Postale e Frontiera. Tra queste, la Postale appare come la specialità
maggiormente a rischio in quanto il Dipartimento ha in animo la sua sostanziale
soppressione, intendendo mantenere uffici di specialità solamente nelle città sedi di Corti
d’Appello. Per quanto riguarda il Veneto, il distretto della Corte di Appello di Venezia
comprende il territorio dei circondari dei Tribunali Belluno, Padova, Rovigo, Treviso,
Venezia, Verona, Vicenza.
Ne consegue che solamente Venezia, sede del Compartimento della Polizia Postale e delle
Comunicazioni, resterebbe in vita.
Le sei Sezioni situate nei capoluoghi delle altre province venete verrebbero soppresse.
Un'idea inspiegabile, al limite della stravaganza, del tutto sganciata dalla realtà che va in
completa controtendenza, ovvero un aumento dei reati di natura informatica e una
crescente domanda di informazione qualificata e affidabile che solo soggetti istituzionali
possono offrire.
Vogliamo essere chiari. Nei sei uffici prestano servizio 64 colleghi (11 a Belluno, 13 a
Padova, 5 a Rovigo, 11 a Treviso, 15 a Verona e 9 a Vicenza). E' evidente come non si
tratti di numeri imponenti e il recupero di personale su base provinciale risulti assai
contenuto. Mentre i dati testimoniano in maniera incontrovertibile l'assurdità delle
intenzioni.
Nel 2013 le sei Sezioni provinciali della Polizia Postale hanno ricevuto poco più di circa
3.100 denunce da parte di cittadini, trattato poco meno di 6.000 fascicoli e deferito
all'autorità giudiziaria circa 360 persone. Hanno portato le proprie competenze
tecnologiche e investigative in circa 250 incontri nelle scuole a cui hanno partecipato
mediamente un centinaio di studenti per ciascun incontro. Tale attività, peraltro
ampiamente pubblicizzata dal Ministero dell’Interno tramite i mass-media e i social
network (una vita da social), è stata molto apprezzata dai soggetti che ne hanno
usufruito, al punto tale che il passa parola che ne è conseguito ha portato ad un aumento
notevole delle richieste di intervento nelle scuole per il corrente anno scolastico, tanto che
il personale vi prende parte anche attraverso modalità di impiego in straordinario
programmato su progetti predisposti dal Compartimento di Venezia.

Le telefonate, per informazioni o per segnalare problemi di varia natura, hanno registrato
un dato medio giornaliero non inferiore alle 100 chiamate, molte volte risolutive perché
capita spesso che una informazione precisa e qualificata sia in grado di rassicurare l'utente
o di risolvere problemi tecnici anche a distanza. Proiettando le telefonate nell'intero anno
si raggiunge il dato enorme di circa 26.000 chiamate agli uffici della Polizia Postale e delle
Comunicazioni che si vogliono chiudere.
Circa il 30% delle telefonate provenivano dalle questure e da queste girate alla specialità
per offrire una risposta qualificata, il 20% erano telefonate provenienti dal 112 dei
Carabinieri, mentre il rimanente 50% erano chiamate dirette provenienti dai cittadini.
Questi numeri evidenziano l’importanza della presenza in ogni singola provincia di una
sede della specialità, essendo più che evidente che questa è diventata un chiaro punto di
riferimento per il cittadino che vede sempre di più la Polizia Postale e delle Comunicazioni
come un amico a cui rivolgersi per chiedere lumi a riguardo delle più svariate situazioni in
cui si è trovato utilizzando la rete internet, gli apparati telefonici e/o radioelettrici.
Riteniamo che il danno più grande venga fatto soprattutto ai cittadini, che nel
corso degli anni hanno trovato presso questi uffici un punto di riferimento di
assoluto valore.
Non c'è dubbio che sia reale la necessità di procedere ad una profonda riorganizzazione
delle forze di polizia in Italia.
Il Silp per la Cgil, che quest'anno celebra il proprio IV Congresso Nazionale, pone come
obiettivo per l'ammodernamento del sistema sicurezza del Paese la semplificazione e
l'unificazione delle forze di polizia a competenza generale. In tale contesto è possibile che
qualche ufficio, qualche posto di polizia, possa essere destinato alla chiusura. Ma non una
intera specialità (perché di questo si tratta, in definitiva), che conosce un inarrestabile
aumento di richieste, competenze e necessità di specializzazione.
La nostra posizione non è nemmeno una chiusura irrazionale a difesa delle pur legittime
aspettative dei colleghi delle Sezioni destinate alla chiusura. Negli anni abbiamo vissuto e
ci siamo già confrontati con la chiusura di decine di uffici di polizia di frontiera e di
numerose scuole (quella di Vicenza in regione). Per nessuno di questi interventi
riorganizzativi è mancata la discussione e la trattativa Amministrazione-Sindacati e sempre
si è arrivati all'individuazione di soluzioni soddisfacenti per i dipendenti.
Se questo fosse l'unico pensiero, forse non varrebbe nemmeno la pena di tanta contrarietà
al progetto. Anche per i colleghi delle sei Sezioni della Polizia Postale e delle Comunicazioni
si aprirebbe una trattativa: trasferimento alla sede compartimentale di Venezia per chi vuol
mantenere la specialità o trasferimento ad altre articolazioni della Polizia di Stato presenti
nel capoluogo se non si vuol lasciare la sede di servizio (spesso raggiunta dopo lunghi anni
trascorsi in sedi distanti dai propri luoghi d'origine).

Se invece il problema di fondo, la necessità di questa ristrutturazione-smantellamento, è
dovuta al venir meno “dell’ospitalità” di Poste Italiane alle Sezioni di Polizia, il Ministero
dell'Interno ha il dovere di individuare e reperire nel territorio del capoluogo di provincia
gli spazi necessari per poter continuare ad offrire un servizio essenziale ai cittadini, dai
bambini delle scuole elementari agli anziani vittime di truffe telefoniche o informatiche.
Di questo dovranno preoccuparsi i prefetti e i questori chiamati a dar un parere sul
progetto, non a pensare alla possibilità di recuperare qualche numero da riciclare negli
uffici a loro volta in forte sofferenza (magari rinunciando a qualche uomo di troppo tra
autisti, motoscafisti, addetti alle segreterie, personale di vigilanza alle sedi delle
prefetture).
Anche perché una alternativa alla chiusura delle Sezioni c'è ed è quella di inglobare
all'interno degli stabili delle questure le Sezioni di Polizia delle Comunicazioni (a questo
punto abbandonando la "postale"), mantenendone la dipendenza funzionale e operativa
dai Compartimenti (in regione, quello di Venezia), sotto l'indirizzo e coordinamento
nazionale del Servizio Polizia (Postale e) delle Comunicazioni di Roma, riuscendo in questo
modo a mantenere lo standard di efficienza e professionalità raggiunto negli anni dal
personale impiegato, presupposto indispensabile per poter continuare ad affrontare le
sempre più numerose richieste di intervento tecnico-specialistico che giungono con
cadenza giornaliera dai cittadini, dalle altre forze di polizia o da uffici diversi della Polizia di
Stato nonché dalla magistratura che con sempre maggior frequenza necessita di
competenze altamente qualificate per poter condurre indagini di natura informatica, dalle
truffe on line, allo stalking, alla pedopornografia, alle transazioni finanziarie illecite al gioco
d'azzardo illegale.
Per tutte le ragioni sopra indicate risulta illogico il progetto portato avanti dal
Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell'Interno e chiara, al
contrario, la necessità del mantenimento delle Sezioni provinciali della Polizia
(Postale e) delle Comunicazioni.

Leggi tutti gli articoli su: polizia, Cgil Vicenza, Cgil Veneto, Polizia postale

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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