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Sicurezza pubblica, Ciambetti “L’Inferno di Ponte di Nanto - il dramma di Graziano Stacchio e Robertino Zancan. Un libro che parla di tutti noi”

Di Emma Reda Martedi 28 Marzo 2017 alle 15:54 | 0 commenti

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E' stato presentato in data odierna, a Palazzo Ferro - Fini, il libro di Paolo Citran ‘L'Inferno di Ponte di Nanto' che, come spiega il Presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti, "racconta sì il dramma di Graziano Stacchio e Robertino Zancan, ma in realtà entra nell'attualità quotidiana in quanto parla di tutti i cittadini, perché la vicenda al centro dell'opera potrebbe riguardare ciascuno di noi".'Di Noi' - continua Roberto Ciambetti - è il cognome del protagonista di uno dei rari film drammatici interpretato da Alberto Sordi, il Giuseppe Di Noi di ‘Detenuto in attesa di Giudizio', regia di Nanni Loy, lungometraggio che narra la vicenda kafkiana di una persona innocente che finisce stritolata da un errore giudiziario, una storia drammatica che oggi potrebbe colpire ciascun cittadino, dato che ci troviamo di fronte ad un Sistema giudiziario inadeguato, che è indifferente all'aspetto umano delle persone".

"In Veneto - sottolinea il Presidente del Consiglio regionale - si stanno ormai diffondendo crimini sempre più odiosi ed insopportabili, in una realtà sociale già fortemente provata dalla crisi e in cui subire danni, anche in apparenza di lieve entità, provoca quindi un effetto destabilizzante. I cittadini provano un senso di smarrimento di fronte ad uno Stato che sembra tutelare gli aggressori piuttosto che gli aggrediti, che fa la voce grossa con i contribuenti ma appare debole con i delinquenti, senza peraltro saper garantire i diritti essenziali di ciascun individuo, in primis quello alla sicurezza sociale". "Il libro che presentiamo oggi - chiosa Roberto Ciambetti - narra l'Inferno di chi ha sete di Giustizia nell'Italia dei primi decenni del terzo millennio. Così, al centro del volume non è semplicemente la storia di Graziano Stacchio o Robertino Zancan, ma la storia di ciascuno ‘Di Noi'".

Il vicepresidente del Consiglio regionale, Massimo Giorgetti, sottolinea "come la presentazione, in questa prestigiosa sede istituzionale, del libro di Citran è stata fortemente voluta dal Gruppo consiliare di Forza Italia e dall'Assessore Elena Donazzan, in quanto è nostra convinzione che sia fondamentale continuare a parlare di determinati episodi criminosi, che vanno al di là del puro fatto di cronaca, perché diventano veri e propri simboli e fungono da insegnamento".

"Ci troviamo di fronte ad uno Stato che colpisce le vittime di reato e invece eleva al rango di eroe chi è protagonista di episodi delinquenziali - continua Giorgetti - Così, tutti i giorni, ciascuno di noi rischia di essere coinvolto in episodi di aggressione, minaccia, violenza personale". "Cito solo come esempio - prosegue il consigliere - il grave fatto di cronaca di cui è stata vittima ieri Katy Ferrigato, Assessore del comune di Sanguinetto, in provincia di Verona, che ha subito una vera e propria aggressione da una persona di colore... se fossi stato presente, sarei di certo intervenuto in difesa della signora, e probabilmente del sottoscritto si sarebbero occupate a lungo le cronache giudiziarie...".

"Pertanto - conclude Massimo Giorgetti - è fondamentale mantenere alta la guardia e la Politica deve ricercare soluzioni che tutelino i cittadini. Come Regione, ci siamo dotati di una normativa che dà supporto alle vittime di reato nella ristorazione delle spese legali affrontate, e questo è già un aspetto importante".

Secondo il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Massimiliano Barison "il libro parla di un fatto di attualità, che investe direttamente il problema dell'ambito della legittima difesa, ancora non risolto dalla normativa statale. E' quindi impegno della Regione Veneto farsi carico della questione, affinché le vittime di reato non siano trattate alla stregua di carnefici, e viceversa".

L'autore del libro, Paolo Citran, Ispettore di Polizia, precisa come "il fatto narrato nel volume apparentemente sembri simile a tanti altri episodi di cronaca nera, ma in realtà si differenzi da tutti gli altri per quanto accaduto dopo, ovvero la forte partecipazione popolare che ne è scaturita, con tantissime persone che si sono schierate al fianco delle due vittime, sicuramente per uno spirito solidaristico, ma anche per una paura recondita di poter, un giorno, diventare esse stesse vittime della Giustizia, in uno Stato che non riesce ad assicurare la sicurezza come invece istituzionalmente dovrebbe garantire".

"Il mio libro - osserva Citran - vuole rimettere al centro le vittime di un reato, le loro emozioni, paure, frustrazioni, dato che spesso si sentono emarginate da una società che li giudica troppo superficialmente".

Graziano Stacchio, uno dei due ‘protagonisti' del libro, suo malgrado confessa "di rivivere sempre con immutato dolore ed angoscia la vicenda che lo ha coinvolto, travolto da un fatto criminoso che non riesci ad accettare, quando di cade il mondo addosso e ti senti morire dentro".

"Non era certo mia intenzione uccidere - spiega Stacchio - volevo solo difendere i miei cari. A tutti noi dovrebbe essere garantito il sacrosanto diritto all'autodifesa".

L'Editore Mazzanti osserva come "ormai il nostro Codice Penale sia superato perché è figlio di una vecchia concezione per cui lo Stato concede solamente al cittadino i diritti, mentre invece oggi in capo a ciascuno di noi è riconosciuta la titolarità di diritti soggettivi, in primis quello alla sicurezza, diritti che sono solo delegati allo Stato affinché gli eserciti. E' quindi compito della Politica rivedere quanto prima il reato di ‘eccesso colposo di legittima difesa'".

Il Sindaco di Nanto Ulisse Borotto evidenzia "come una comunità intera, sconvolta dall'episodio criminoso narrato nel libro, ha saputo stringersi attorno alle due vittime, come una famiglia. Per fortuna ora, in ordine alla tutela della legittima difesa, le cose stanno cambiando, in quanto la Magistratura avverte le sofferenze di una collettività ormai provata da una lunga teoria di episodi delinquenziali".


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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