Sfiducia Caliendo:no. Astenuti finiani,Udc e Api
Giovedi 5 Agosto 2010 alle 01:28 | 0 commenti
Rassegna.it - Come previsto, la mozione contro il sottosegretario è stata bocciata: 229 sì, 299 no e 75 astenuti. Ma il governo scricchiola. Alla maggioranza mancano 17 voti per arrivare alla quota "naturale" di 316. Rissa sfiorata tra deputati Pdl e finiani
Tutto rimandato a settembre. La mozione contro il sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, presentata dal Pd e dall'Idv, è stata respinta (ieri) dall'aula della Camera con 229 sì, 299 no e 75 astenuti. Caliendo è indagato dalla magistratura per la presunta violazione della legge Anselmi sulla creazione di associazioni segrete. Il governo supera dunque, come ampiamente previsto, il primo banco di prova dopo la scissione, ma un debole applauso ha accompagnato l'esito del voto e le scintille iniziano a scoccare.
Alla maggioranza sono mancati 17 voti per arrivare alla quota "naturale" di 316 e oggi finiani e centristi hanno dimostrato di avere la possibilità di far inciampare l'esecutivo. La tensione si è materializzata anche in uno scontro fisico sfiorato in aula tra il deputato del Pdl Marco Martinelli e il finiano Aldo Di Biagio. Il primo ha scagliato la scheda che i parlamentari usano per il voto contro il secondo, alla fine di una animata discussione. I deputati, che stavano ormai per arrivare alle mani, sono stati divisi e da uno stuolo di commessi.
Per l'esecutivo ha parlato il ministro della Giustizia Angelino Alfano. C'è l'ipotesi, ha detto, che "quella sulla P3 sia un'inchiesta frutto della costruzione di certi Pm su qualcosa dove non c'è niente e di una certa sinistra che poi, sulla base di quella costruzione, basa le sue accuse". "Sono il ministro della Giustizia - ha aggiunto Alfano - e come tale non posso occuparmi né entrare sul merito di un'inchiesta aperta. Ma sento che per molti - dice ricordando soprattutto l'intervento in aula del deputato Pdl Manlio Contento - quella sulla cosiddetta P3 un'inchiesta che si basa sul niente".
LE DICHIARAZIONI DI VOTO
Della Vedova (Fli), non dimissioni ma sospensione deleghe
Caliendo "valuti l'opportunità di una sospensione delle sue deleghe fino al chiarimento della sua posizione giudiziaria". Lo ha affermato Benedetto Della Vedova, ribadendo l'astensione del gruppo Futuro e libertà per l'Italia. "Tocca al presidente del Consiglio, al ministro della Giustizia, ma innanzi tutto al sottosegretario Caliendo valutare serenamente se una sospensione delle sue deleghe fino al chiarimento definitivo della sua posizione non sarebbe la cosa migliore da fare".
Di Pietro (Idv), Berlusconi faccia le valigie
"Noi non chiediamo solo le dimissioni di Caliendo ma anche che premier Berlusconi faccia al più presto le valigie. Berlusconi che se ne sta lì, novello Nerone, sulla sua terrazza dorata e con le sue ancelle prezzolate". Lo ha affermato il leader dell'Idv Antonio Di Pietro nel suo intervento alla Camera. "Sfiduciare Caliendo oggi per sfiduciare l'intero governo domani", ha aggiunto.
Franceschini (Pd), in un paese normale Caliendo si dimetterebbe
"In politica c'è ancora spazio per battaglie di valori, in cui richiamare principi di legalità e trasparenza". Così il capogruppo del Pd alla Camera, Dario Franceschini, annunciando il sì alla mozione di sfiducia. "Nessun giustizialismo - puntualizza Franceschini - la mozione non è animata da questo. La nostra è una battaglia per un paese europeo, normale, dove in casi come quello del sottosegretario Caliendo ci si dimette subito. Avete demolito il senso di rigore e il rispetto dell'etica pubblica che classe politica deve avere".
Cicchitto (Pdl), forsennato giustizialismo
"Questo forsennato ricorso al giustizialismo come strumento di lotta a Silvio Berlusconi, visto che i voti non ci stanno, è un prodotto della crisi della sinistra italiana". Lo ha affermato il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto nell'annunciare in aula, alla Camera, il no alla mozione di sfiducia. "Caliendo non è colpevole di nulla", ha aggiunto.
Pisicchio (Api), astensione atto di responsabilitÃ
Alleanza per l'Italia si asterrà dal votare la mozione di sfiducia, conferendo a questo voto "un valore politico che non significa tartufesca equidistanza tra giustizialisti e giustificazionisti, ma l'assunzione di una responsabilità verso le istituzioni". È un passaggio della dichiarazione di voto del capogruppo dell'Api alla Camera, Pino Pisicchio.
Casini (Udc), no a decapitazioni per voti
"Non decapitiamo gli uomini per qualche manciata di voti in più". Pier Ferdinando Casini, in aula alla Camera, conferma l'astensione "figlia di una riflessione seria". "Non ravvisiamo un quadro di responsabilità sufficiente a impegnare il Parlamento nella richiesta di revoca della deleghe", rimarca Casini. "Lasciamo al governo la responsabilità di ogni valutazione in merito".
Reguzzoni (Lega), mozione strumentale contro esecutivo
"È solo un pretesto per un attacco al governo. È una mozione strumentale per far mostrare ad alcuni deputati il proprio malumore. Vogliono impedire il prosieguo dell'azione di governo. Noi andiamo avanti. Questo è il governo dei fatti non delle parole. La Lega vota contro questa mozione e vota per il cambiamento e per il governo". Così Marco Reguzzoni, capogruppo della Lega Nord alla Camera.
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