Quotidiano | Categorie: Sanità

Servizi cura ed assistenza, Cisl: situazione già compromessa destinata ad aggravarsi

Di Edoardo Pepe Martedi 20 Ottobre 2015 alle 23:21 | 0 commenti

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Ruggero Bellotto, Segretario Generale Cisl Funzione Pubblica Vicenza diffonde la posizione della sua Federazione sindacale che riassume la contrazione dei servizi di cura e di assistenza alla persona: "il quadro complessivo delinea una situazione già compromessa destinata ad aggravarsi, ragione per la quale riteniamo inevitabile individuare e programmare con urgenza precise azioni di sensibilizzazione e protesta".

Ecco il testo:

Nelle ULSS vicentine 3, 4, 5 e 6 la carenza organica di personale (infermieri, operatori socio sanitari, ostetriche, tecnici di radiologia e di laboratorio, autisti di ambulanza, ecc.), è una questione arcinota, a confermarlo sono le tantissime ore di lavoro straordinario e le giornate di ferie arretrate non godute.

Sinora il personale si è fatto in quattro per garantire comunque la qualità delle cure e dell’assistenza dovute ai cittadini, rientrando in servizio anche nei periodi di riposo per “coprire” le assenze dovute:

alle annose lacune organiche;

ai reimpieghi in mansioni diverse (per certificati motivi di salute) di numerosi colleghi;

alle mancate sostituzioni di malattie, infortuni e maternità.

Ma se tutto ciò non bastasse e non fossero già gravi le carenze organiche delle A.ULSS vicentine (che si limitano ad assumere solamente per compensare il turnover), le prospettive dovute:

 ai continui e ripetuti tagliØ lineari previsti dalle norme nazionali che stanno portando il finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale sotto il limite di sicurezza;

 all’applicazione delle schedeØ ospedaliere e territoriali derivanti del Piano Socio Sanitario Regionale che hanno portato al taglio immediato di servizi e posti letto ospedalieri senza il coincidente avvio del potenziamento del territorio;

 all’applicazione della DeliberaØ Regionale n. 610/2014 (standard minimi del personale di assistenza) utilizzata spesso superficialmente solo per “recuperare risorse” e quasi mai per integrarle dove mancano, tutto ciò raramente con i dovuti approfondimenti e l’analisi delle specificità e il confronto con le organizzazioni sindacali;

 a una prima analisi del progetto diØ legge regionale n. 23 (Istituzione Azienda Zero e nuovi ambiti delle A.ULSS) che, tra l’altro, nulla prevede per quanto riguarda la conseguente riorganizzazione del personale;

 agli effetti del progetto di leggeØ regionale n. 25 (Riforma delle IPAB);

 dall’imposizione dal prossimo 25Ø novembre della norma europea sul rispetto degli orari di lavoro e relativi riposi;

sembrano delineare un preoccupante quadro di tagli e privatizzazioni “al ribasso” destinato a ridurre ancora i servizi e la qualità della cura e dell’assistenza complessivamente assicurata dall’attività integrata delle Aziende Pubbliche e Private vicentine.

Riportiamo alcuni esempi citando pochi elementi di riflessione:

ULSS 3 – oltre alle carenze organiche tra le quali spiccano le assenze di almeno 26 infermieri e 14 OSS, la standardizzazione dei minuti di assistenza, basata su criteri attinenti alle caratteristiche territoriali e alla densità della popolazione, ha di fatto prodotto la riduzione dei servizi dell’Ospedale di Asiago (trasferiti al San Bassiano) per tutti i cittadini dell’Altopiano dei 7 Comuni. Ciò perché anziché applicare i diversi criteri riconosciuti al territorio montano (come ad esempio avvenuto a Belluno), si disconoscono le evidenti ed ovvie peculiarità territoriali. Sono 286 i dipendenti con certificazioni mediche limitative delle proprie funzioni professionali, 40 è invece il numero di ore di lavoro straordinario medio procapite. Inoltre, dal 1 gennaio 2016 la cucina/mensa aziendale è privatizzata.

ULSS 4 – al netto del turnover, mancano almeno 20 infermieri, 12 OSS, 4 ostetriche, 3 autisti di ambulanze, mentre sono in significativa sofferenza di personale: pronto soccorso e rianimazione dove il dipendente arriva ad effettuare 170 ore di lavoro straordinario, ma anche Stroke Unit, degenza area medica e chirurgica registrano carichi di lavoro individuali ormai incompatibili con la qualità di assistenza dovuta ai cittadini. Sono 247 i dipendenti con certificazioni mediche limitative delle proprie funzioni professionali.

ULSS 5 – al netto del turnover, la carenza organica corrisponde complessivamente a 47 unità, mentre le assenze per maternità non sostituite sono 41. Le giornate di ferie non ancora fruite sono 20.820 e 36.519 sono le ore di lavoro straordinario non ancora retribuite.

ULSS 6 – al netto del turnover, si registra una carenza minima di 29 infermieri, 12 OSS, 2 autisti di ambulanza, 5 ostetriche e varie altre professionalità (tecnico di radiologia e di laboratorio, logopedista, elettricista etc.); mentre sono almeno 200 gli infermieri e OSS esonerati dalle funzioni proprie per motivi di salute. Lacune all’origine di un numero rilevante di giornate di ferie e di ore di lavoro straordinario non ancora usufruite/retribuite e precedenti all’anno 2013, causa altresì di esternalizzazioni quale ad esempio di un’ambulanza, completa di infermiere, che copre un intero turno pomeridiano e notturno.

A questa realtà vicentina, brevemente riassunta, si aggiunge ora l’imposizione della turnistica europea che peraltro introduce per tutto il personale uno stacco di almeno 11 ore da un turno all’altro, palesemente impraticabile con tali carenze organiche … e solo ora le ULSS corrono a chiedere alla Regione Veneto molteplici autorizzazioni ad assumere.

Eppure, per citare un esempio, la Cisl Fp di Vicenza, in sinergia con la propria Federazione regionale, quest’estate (luglio 2015) ha verificato le gravose ed effettive carenze organiche esistenti all’A.ULSS 6, segnalandole quindi al Direttore Generale della medesima ed invitandolo a chiedere alla Regione Veneto specifica autorizzazione alle assunzioni necessarie oltre al turnover. Certo, il Direttore Generale ci ha concesso udienza e conveniva sulle nostre motivate istanze, ma non è stato affatto conseguente nella sua richiesta trasmessa alla Regione Veneto … mentre ora anche lui dovrà correre ai ripari.

A ciò si aggiunge il progetto di legge regionale n. 23/2015, con il quale sembra volersi ottemperare alle promesse preelettorali nel costituire l’Azienda Zero ed accorpare tutte le ULSS vicentine in un’unica A.ULSS. In argomento, la Cisl Fp di Vicenza non è pregiudizialmente contraria alle modifiche organizzative dei vertici, anzi, auspica si traducano in razionalizzazione efficace in grado di migliorare l’efficienza riducendo gli sprechi. Tuttavia, non è affatto chiaro e riteniamo che la Regione Veneto debba illustrare dettagliatamente i riflessi ricadenti sul territorio, le reali e concrete incidenze logistiche, strumentali e qualitative sulla cura ed assistenza dovuta ai cittadini delle nostre comunità.

Infatti, se già quanto espresso illustra una situazione preoccupante, non può certo sfuggire la trasformazione delle IPAB vicentine prevista dalla Regione Veneto con il successivo progetto di legge regionale n. 25/2015 che converte tutte le IPAB con meno di 120 ospiti in Fondazioni, una previsione che ha assunto denominazioni quali “trasformazione” o persino “depublicizzazione”, ma che noi continuiamo a definire “privatizzazione”.

Tutti gli addetti del settore, sono consapevoli che il numero di 120 ospiti corrisponde all’indicatore minimo per assicurare un equilibrio di bilancio per una sana amministrazione delle IPAB, mirata all’adeguata assistenza degli anziani ospiti. Conseguentemente, i cittadini, le comunità e i loro rappresentanti eletti dovrebbero preoccuparsi del futuro di tali delicati ed essenziali servizi partendo da questo incontestabile dato, costringendo quindi le piccole IPAB ad associarsi per raggiungere almeno i citati 120 ospiti ed assicurare così il futuro equilibrio di bilancio necessario a garantire un adeguato standard qualitativo dei servizi alla persona. Altrimenti, non appare irragionevole prevedere che le piccole IPAB si esporranno a rischio default e qualora ciò accada si rifletterà inevitabilmente sul servizio diretto alla persona, sia in quelle “Fondazioni” governate da amministratori attenti e capaci, ma ancor più laddove la gestione si porrà meno scrupoli.

Questa prospettiva, introduce 2 elementi di riflessione comuni a tutti i soggetti (Pubblici e Privati) che si occupano di cura ed assistenza:

a) la qualità dei servizi alla persona è originata dalla qualità delle strutture, delle attrezzature e degli ausili, della professionalità degli operatori e del tempo che possono dedicare alla persona;

b) gli indicatori che descrivono la qualità dei servizi sono altresì noti, ma serve un efficace sistema di controlli permanenti e sanzioni esigibili oltre che adeguate, deterrenti.

Troppe volte abbiamo registrato tagli a strumenti ed ausili, ma anche alla formazione, al salario ed ai minuti che gli operatori della salute possono dedicare ai pazienti/ospiti, così come sono noti i risultati di appalti al ribasso e del dumping contrattuale. Bisogna prendere atto che la cura e l’assistenza alla persona ha dei costi necessariamente correlati alla qualità, serve stabilire un limite minimo invalicabile.

Con questo riepilogo dell’attualità e delle prospettive del complessivo sistema di cura e assistenza socio sanitaria, la Cisl Fp di Vicenza è particolarmente preoccupata dal complessivo ridisegno normativo e dalle insufficienti sensibilità di alcuni “amministratori” pubblici e privati, elementi che annunciano una contrazione della qualità della cura e dell’assistenza nel territorio vicentino e si può contrastare solamente previa la valorizzazione professionale.

Necessario, infine, osservare detta prospettiva dalla parte del cittadino che necessita dei servizi di cura e assistenza, cogliendo le restrizioni già introdotte dai continui tagli e avviando una diffusa informazione mirata a coinvolgere tutti gli attori (cittadini, operatori, amministratori e imprenditori, parti sociali) nell’individuare i target di cura e assistenza necessaria, come raggiungerli e come conservarli nel territorio vicentino.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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