Sergio Berlato sfida Lia Sartori al confronto e i magistrati ad occuparsi di appalti pubblici
Mercoledi 28 Dicembre 2011 alle 23:09 | 0 commenti
Riceviamo da Sergio Berlato, eurodeputato del Pdl-Ppe e Vice Coordinatore vicario provinciale del Pdl, e pubblichiamo un documento su cui "riflettere".
L'on. Sergio Berlato invita la collega Lia Sartori a fornire il proprio contributo al rilancio del Partito in Veneto, cominciando dalla provincia di Vicenza. - Sono sempre stato convinto che una sana competizione interna possa favorire la vitalità ed il rilancio della proposta politica del Popolo della Libertà - ha affermato l'on. Sergio Berlato.
Il primo congresso del Popolo della Libertà della provincia di Vicenza previsto a cavallo tra la fine di gennaio ed i primi di febbraio 2012, sarà l'occasione giusta per mettere a confronto le due diverse scuole di pensiero di cui l'on. Lia Sartori e l'on. Sergio Berlato sono portatori. La prima, quella dell'on. Sartori, prevede il partito leggero, quello che non ha bisogno di organizzazione interna e di radicamento territoriale. La seconda, quella dell'on. Sergio Berlato, ritiene indispensabile l'organizzazione interna del Partito considerandola come prerequisito per il suo radicamento territoriale, condizione indispensabile per tornare ad essere in sintonia con la gente, riscoprendo l'umiltà di ascoltarne le esigenze per tradurre la propria azione politica in risposte concrete a favore dei cittadini. Per l'on. Sartori l'organizzazione interna sembra essere una perdita di tempo. Per l'on. Sergio Berlato il coinvolgimento nelle scelte del Partito da parte degli eletti, dei nominati e della base degli iscritti è condizione indispensabile per il rilancio della proposta politica del Partito.
Due modi molto diversi di concepire la politica che si potranno confrontare al prossimo congresso provinciale, interpretati in prima persona dall'on. Sergio Berlato e dall'on. Lia Sartori.
Per chiarezza e rispetto nei confronti della base degli iscritti e dell'intero elettorato, è indispensabile che gli esponenti di questi due diversi modi di fare politica si confrontino direttamente ed in prima persona, senza usare prestanome o interposte persone.
Se non sarà possibile arrivare ad un congresso unitario, opzione che continuiamo a privilegiare, la futura organizzazione interna e la linea politica del Partito vicentino saranno stabilite dalla comunità umana e politica che riceverà la maggioranza dei consensi della base degli iscritti che si recheranno al congresso per esercitare il diritto di voto, nel rispetto delle linee guida e dei principi riportati nel documento programmatico che verrà presentato al congresso. Riteniamo che la comunità umana e politica che riceverà il maggior numero di consensi al congresso provinciale avrà il dovere di rispettare, tutelare e garantire il diritto di espressione della parte minoritaria, riservandole il prezioso ruolo di opposizione interna nel Partito con funzioni di stimolo e di controllo dell'azione della maggioranza, per il bene di tutto il Partito.
Per quanto riguarda la polemica sulle presunte irregolarità del tesseramento effettuato in provincia di Vicenza, sollevata ad arte da chi non vorrebbe che si celebrasse il congresso provinciale perchè terrorizzato dall'idea di perdere la gestione del potere esercitata in modo alquanto discutibile negli ultimi quindici anni, è utile ricordare che il Partito ha i propri organi interni di controllo e di garanzia, organi che permetteranno il voto al congresso solamente a coloro che, esibendo obbligatoriamente un documento di identità valido, potranno essere ammessi al voto per l'elezione diretta dei propri rappresentanti.
Sono a capo di una comunità umana che ha combattuto e vinto la battaglia per veder affermato il principio di "una testa un voto" - ha chiarito l'on. Sergio Berlato - e cioè la possibilità di ogni iscritto di poter esercitare il proprio diritto di voto direttamente e senza possibilità di farsi rappresentare, più o meno consapevolmente, con delega da nessun altro, sconfiggendo la tesi di chi voleva creare la "casta" dentro il partito con il "voto pesante" ed il voto per delega.
Se, dopo la verifica sulla liceità del tesseramento del PDL, effettuata non solo in provincia di Vicenza ma in tutto il Veneto ed in tutta Italia, la magistratura ordinaria avesse del tempo a disposizione, ci auguriamo lo possa dedicare alla verifica sulla regolarità delle assegnazioni degli appalti pubblici effettuate in Veneto negli ultimi quindici anni, partendo dal settore sanità e finendo con le grandi opere infrastrutturali.
Da troppo tempo sul territorio sentiamo continue lamentele di chi non si spiega come mai la maggior parte degli appalti sembra essere assegnata ai soliti studi di progettazione e realizzati dalle stesse imprese di costruzione. A molti interesserebbe capire se queste assegnazioni siano affidate solo per le capacità imprenditoriali degli assegnatari o per altre ragioni di reciproca convenienza.
Molti sarebbero curiosi di sapere come abbiano potuto alcuni soggetti che vivono solo di politica, aver accumulato in pochi anni così tante ricchezze immobiliari e finanziarie.
Dal momento che si dice che "voce di popolo, voce di Dio", ci chiediamo anche noi se a queste domande a cui non ha saputo finora fornire risposte esaurienti la politica, possano trovare adeguate risposte da parte delle magistratura non condizionata dalla politica.
Mentre l'esito dell'indagine sul tesseramento del PDL si limiterebbe all'interesse solo degli iscritti a questo Partito, riteniamo che l'esito dell'indagine sugli appalti pubblici potrebbe essere di ben più vasto interesse.
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