Senza Cesare, privati di una guida sicura
Martedi 26 Ottobre 2010 alle 23:51 | 0 commenti
Caro direttore, voglio innanzitutto scusarmi per la lunga assenza a causa di impegni importanti. Grandi fatti sono avvenuti a Vicenza, e sono stato impossibilitato ad un sia pur minimo commento: dov'ero io, computer non ce ne sono, e neanche posta elettronica. Il fatto più importante è senz'altro quello che riguarda il nostro pastore Cesare, che Dio, nella sua infinita saggezza e soprattutto bontà , ha voluto trasferire in sede più adeguata al titolo, privandoci così di una sicura e amata guida.
Ora siamo orfani, ma la Speranza, seconda solo alla Fede tra le Virtù Teologali e sorella della Carità , sorregge le nostre anime e guida i nostri passi.
Per rimettermi alla pari con le notizie, ho letto i vari commenti sulla stampa pregressa, rinunciando al sonno di una lunga notte, anche se, a dire il vero, direttore, alla mia età il sonno non mi è più amico come in un tempo lontano, quando la mia povera e santa Madre mi veniva a svegliare per la scuola anche due o tre volte, tanto tenace era il dono di Morfeo. Ho letto molto, soprattutto sul fatto di cui sopra e mi sono reso conto dell'amore dei Vicentini per il nostro Padre Cesare. Sarebbe lungo l'elenco dei fatti che muovono il nostro cuore alla gratitudine, vorrà dire che mi soffermerò solo sui più salienti, prendendo spunto dal discorso di Sua Eccellenza dell'11 ottobre riportato dal quotidiano locale: "Mi hanno preoccupato molto i temi del lavoro, le fatiche della famiglia, i poveri, i nomadi, gli immigrati."
Pur ricercando negli archivi della memoria, non ci sovviene che il vescovo Cesare abbia risolto qualcuna di queste situazioni, ma siccome noi fidiamo massimamente nella preghiera, possiamo essere sicuri che in questo senso il Presule abbia effettivamente mosso la misericordia divina, la quale poi, attraverso la Provvidenza, provvederà (chiedo scusa per la ripetizione) certamente a risolvere radicalmente i problemi presi in considerazione. L'importante è saper aspettare, lo diciamo soprattutto per quelle famiglie in cui è venuto a mancare il lavoro. L'importante è che non vengano meno la Speranza, la Preghiera e la ricerca di Dio, come ricordato di recente dal Santo Padre.
"... con la differenza che a Roma vado con frequenza, a Vicenza non so se tornerò spesso ..."
Padre, non si preoccupi per noi se l'importante incarico La terrà lontana; sapremo farcene una ragione e nella Carità di Dio La lasceremo andare. Con forza d'animo sapremo rinunciare alla Sua preziosa presenza, anche per sempre.
"Sul raddoppio della base USA ho avuto una posizione equilibrata ... ho preferito avere una posizione di pacificazione, auspicando dialogo e confronto".
Eccellenza, vorremmo timidamente ricordarLe che non si tratta di un raddoppio, bensì di una installazione militare nuova di zecca, la quinta a Vicenza, se la memoria non mi fa difetto. Gli Americani e gli Italiani favorevoli avevano messo in giro il piccolo inganno del raddoppio unicamente per confondere i cittadini poco attenti. Lei, che certamente poco attento non è, è scusato per l'equivoco, avendo ben altro da pensare che queste piccole faccende di poco conto. In quanto alla Sua presa di posizione definita da Lei di pacificazione, non comprendiamo cosa abbia pacificato, né chi. Qui siamo in trincea, e nessuno dei reggitori della città ci dà una mano, nemmeno da Lei è arrivato un consiglio che non fosse quello di una serena accettazione della volontà di Dio (il dio americano? Forse Manitou?). E' un nuovo 8 settembre, non abbiamo ordini, siamo allo sbando, e nel frattempo la base è bella e fatta, con grande gioia dei senza lavoro, i quali sono vissuti di speranza fino a questo momento e continueranno a sperare ancora per molto, a sentire le campane che suonano nel settore delle assunzioni in caserma. Siamo sicuri che Lei ha pregato per noi, ma vorremmo chiederLe di sospendere per un po', ci sembra che la Grazia di Dio che abbiamo ricevuto sia sufficiente, per il momento. Troppa Grazia...
"Vi chiedo di pregare per me...".
Stia sicuro, non faremo altro. Vada, Eccellenza, vada a Torino, dove sicuramente l'aspetta il galero cardinalizio, non si preoccupi per noi povere pecorelle del Suo gregge, in sua assenza ci rimarranno sempre i cani. Abbiamo già comunicato ai Torinesi che il pastore che arriverà tra breve è pur sempre un buon diavolo.
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