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Senza auto a Vicenza: un passo avanti, poco frequente e insufficiente

Di Giovanni Bertacche Mercoledi 22 Marzo 2017 alle 13:42 | 0 commenti

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La giornata ecologica della terza domenica di marzo ha visto a Vicenza, per la prima volta quest'anno, una città insolita. Ammutolita, immobile, sconcertante senza il rombo continuo dei motori, il fischio dei freni, il sibilo fastidioso dei clacson. A ravvivarla, il vocìo di tanti pedoni, occupare di proposito le strade e le aree solitamente riservate alle auto. In comitive i marciatori con le maglie distintive dei gruppi di appartenenza, le famiglie con carrozzine attorniate dai propri cani, amici e comari in crocchio pettegolare sui passanti. Una giornata di festa, non c'è che dire, speciale per mancanza del ronzio dei motori, nostra quotidiana compagnia. In molti si chiedono perché la città non dovrebbe essere così tutte le domeniche; si offrirebbero occasioni di amicizie, di maggiore umanità, di abbattimento dello stress.

L'aria sembra più pulita, più respirabile anche se i suoi nemici invisibili, dal nome incomprensibile, Pm10, la stanno avvelenando, a morte. Prima di tutto per ragioni di salute, queste domeniche, ma se la malattia dell'aria è così grave perché non anche altri giorni, dovrebbero ripetersi più di frequente. Invece, insensatamente, i responsabili comunali prevedono solo tra sei mesi un'altra fermata delle auto. Tra sei mesi. Ma se loro stessi ammettono che mai come quest'anno, anche per mancanza di precipitazioni atmosferiche, è stato superato il limite dei 50 microgrammi per metro cubo, toccando perfino i 100 microgrammi e ciò per 42 volte dal primo dell'anno. E allora se le cose stanno così, in gravissime condizioni, prim'ancora dello stato di salute dell'aria, preoccupa il menefreghismo di chi ci dirige. Capìto, solo fra sei mesi il prossimo stop alle auto. E nel frattempo che si fa? Niente. Sì lo sappiamo: non è il traffico automobilistico l'unico agente inquinante, anzi questo non è neppure il principale venendo dopo quello degli impianti di riscaldamento delle case e quello delle attività industriali. Di certo l'auto incide per poco più di un quarto nell'avvelenamento dell'aria; anche per questo sono state inventate le (più comode e meno dispendiose) giornate ecologiche. Ma allora si tenessero con maggior frequenza queste domeniche ecologiche, se non altro per un effetto di contenimento delle polveri micidiali. Ancora. Oltre la cura da cavallo con lo stop più frequente, addirittura ad oltranza in mancanza di altra soluzione, l'Amministrazione pubblica ha il dovere di studiare altri rimedi, di carattere strutturale. La mobilità cittadina prima di tutto. Un'azienda pubblica dei trasporti che lavora in perdita perché male attrezzata e peggio ancora governata, non favorisce certo l'utilizzo del mezzo pubblico... che dovrebbe sostituire quello privato per tutti gli spostamenti, periodici od occasionali, almeno nell'ambito cittadino. Invece ampi spazi cittadini rimangono scoperti dal mezzo pubblico perché inaccessibili o poco frequentabili. Il centro storico e il suo pomerio dovrebbero essere serviti da minibus, più manovrabili e meno rumorosi, per penetrare anche nelle vie e nei quartieri più disagevoli e remoti. Minibus elettrici, di quelli in uso nelle fiere, che scorrono lenti ma in continuazione per tutta la città. Pure l'area metropolitana richiede un robusto intervento. La città soprattutto nelle ore di punta, lavoro, scuole, mercati, viene invasa da ogni dove da interminabili code di veicoli privati. Inquinamento, intasamento e tanto caos, a scapito del vivere e delle stesse attività cittadine; si impongono soluzioni troppo a lungo rinviate. Grandi parcheggi, sotterranei o silos nei punti di ingresso in città, alla quale accedere solo con i mezzi pubblici. Il rimedio al disordine non meno che all'inquinamento si impone per una città sempre più vuota in centro storico e più invivibile nelle periferie.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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