Sentenza Cassazione su richiami vivi, Caretta: animalisti strumentali
Mercoledi 13 Febbraio 2013 alle 15:51 | 0 commenti
Maria Cristina Caretta, Fratelli d'Italia, Destra  Nazionale - Con sentenza del 7 novembre 2012, depositata in cancelleria il 17 gennaio 2013, la Corte Suprema di Cassazione ha confermato la condanna ad un cacciatore per aver maltrattato i propri richiami, detenendoli in condizioni incompatibili con la loro natura, fattispecie prevista all'art. 727 del Codice penale.  Le organizzazioni animaliste, come da loro consolidata abitudine, - ha commentato Maria Cristina Caretta, candidata indipendente Capolista nel Collegio della Camera Veneto 1 nelle liste di Fratelli D'Italia-Destra Nazionale in rappresentanza del Movimento per la Caccia e per la Cultura Rurale -, hanno fornito di questa sentenza una interpretazione di comodo, ritenendo che questa possa essere la pietra tombale sull'utilizzo dei richiami vivi nell'esercizio dell'attività venatoria.
In realtà la sentenza di conferma della condanna emessa dalla Corte Suprema di Cassazione riguarda il maltrattamento effettuato nel singolo caso, stigmatizzando le condizioni in cui i richiami del cacciatore condannato venivano detenuti in gabbie piene di escrementi, in condizioni igieniche inadeguate, riportanti ferite che provocavano evidenti sanguinamenti.
- Affermare che questa sentenza comporta il divieto di utilizzo di tutti i richiami vivi nell'esercizio dell'attività venatoria - ha proseguito Maria Cristina Caretta - equivale ad affermare che verrà vietata la circolazione a tutte le automobili perché un conducente è stato multato per eccesso di velocità . Non è la prima volta che gli anticaccia tentano di dare un'interpretazione distorta e di comodo ad una notizia o ad un pronunciamento di qualche organo istituzionale - ha concluso Maria Cristina Caretta - . Il nostro impegno consisterà anche nel garantire a tutta l'opinione pubblica una corretta informazione per evitare che qualcuno possa cadere vittima della disinformazione o della malafede di ben noti soggetti che, in questi periodi di drammatica crisi economica ed occupazionale, non hanno nient'altro da fare che scagliarsi contro i cacciatori e contro gli altri portatori della Cultura rurale che rappresentano invece la parte sana della nostra società .
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