Opere in finanza di progetto, Filt Cgil Veneto: evitare lascito debiti e opere inutili
Giovedi 5 Aprile 2012 alle 08:14 | 0 commenti
 
				
		
		Riceviamo da Ilario Simonaggio, Segreterio Regionale della Filt Cgil Veneto, Federazione Italiana Lavoratori Trasporti del Veneto, e volentieri pubblichiamo.
C'era una volta il Veneto dei successi che cresceva ogni anno di alcuni punti di PIL, di popolazione, di occupati e ricchezza diffusa, in definitiva il benessere economico lungamente sognato e inseguito. In quelli anni "di successi" molto lontani, anche se drammaticamente vicini di calendario, si progetta una lunga serie di strade e autostrade al servizio del Veneto diffuso dei capannoni sparsi ovunque.		
Come la civiltà delle pietre non terminò con la fine della materia  prima, è assai probabile che la civiltà delle strade sia destinata a  fermarsi per la crisi economica che elide i piani regionali della  viabilità anni 90.
Per sviluppare il ragionamento della selettività  per garantire la sostenibilità economica delle opere abbiamo scelto  l'opera più importante della Regione e la sola che è ad oggi completata  con finanza di progetto.
Si tratta del Passante di Mestre, inaugurato  a febbraio 2009, gestito dalla società Concessioni Autostradali venete  CAV Spa, con soci ANAS/Regione Veneto.
La società CAV Spa incassa da  pedaggi una cifra annua di 130 milioni di euro. La società non ha  sofferto cali di traffico in conseguenza della crisi, è rimasta  sostanzialmente stabile, e macina una attività nodale importante al  servizio della viabilità est/ovest della Regione garantendo una fluidità  di traffico nemmeno immaginabile sino a cinque anni fa.
Tuttavia lo  scenario economico CAV Spa in conseguenza della fase recessiva del  sistema Italia è pessimistico per cui se da un lato non macina record  negativi dei transiti dall'altro è lontano dalle ipotesi di crescita  auspicate dal quadro economico valido sino al 2008.
La società Cav  Spa ha sottoscritto la convenzione ANAS/Ministero il 23 marzo 2010 con  scadenza nel 2032, e ha ricevuto l'approvazione della stessa il 22  novembre 2011.
La società CAV Spa, salvo imprevisti, dovrebbe bandire  nei prossimi mesi la gara per il finanziamento del Passante. Anas Spa  ha anticipato il prestito di quasi un miliardo di euro necessario a  finanziare l'opera e deve ritornare, entro i termini della concessione,  tramite rate annuali, in possesso della somma messa a disposizione per  pagare i lavori.
Stime prudenti ad invarianza di traffico ritengono  che il mutuo bancario annualmente peserà sul bilancio per una somma non  inferiore a 80 milioni di euro, cui si devono aggiungere 15 milioni di  euro di costo del personale.
Considerato infine il pagamento della  concessione a ANAS Spa e le manutenzioni ordinarie della rete, resta  molto poco per finanziare sia il completamento delle opere del Passante,  sia soprattutto per immaginare utili funzionali allo sviluppo  viabilistico del territorio.
I tre esercizi finanziari trascorsi non  fanno testo, senza la pesante eredità del mutuo, ed hanno consentito  fortunatamente di pagare alcuni impegni della viabilità di adduzione al  Passante, opere minori e il Passante Verde. Con il pagamento del mutuo  al tasso del 2%, gli utili 2011 sarebbero stati risibili!
Per altro  la riduzione dei tempi ( 20 anni) su cui spalmare il mutuo lo fa  crescere come rata annuale con la conseguenza facilmente comprensibile  di far crescere parallelamente le preoccupazioni degli amministratori  della Società di riuscire a far fronte ad un forte impegno finanziario.
La tenuta del sistema è legata ad una grande attenzione alla gestione oculata delle risorse e ad un forte rigore della spesa.
Sulla  spesa incidono nel breve periodo il completamento delle opere  pianificate e la necessità di dotare il Passante di aree di sosta in  numero congruo ai bisogni degli utilizzatori dell'infrastruttura.
Su  questo argomento lo abbiamo ripetuto da sempre che la qualità dei  servizi e la dignità del lavoro si misurano da come accogliamo i  conducenti dei mezzi pesanti in transito. Assistere alla scena notturna  di camion fermi in corsia di emergenza gravida di conseguenza gravi per  la propria e altrui sicurezza, servizi igienici insufficienti è la  denuncia più forte della scarsa attenzione che dedichiamo a questi  servizi.
Lo scenario economico finanziario è destinato a cambiare nel  2018, con l'apertura della Superstrada Pedemontana Veneta che  inevitabilmente drenerà traffico sul corridoio est - ovest della  Regione.
Da una situazione di monopolio sull'asse del corridoio si  passa nel 2018 a una doppia offerta che sarà triplicata poi con la  Nogara/ Mare Adriatico.
La spalmatura del traffico, nel quadro di  stabilità senza crescita, su due assi paralleli significa una difficoltà  finanziaria certa che può essere meglio quantificata solo in  conseguenza di dati reali.
I rimedi possibili a queste situazioni sono noti:
Incremento  tariffe. Questa scelta dovrebbe tenere conto del fatto che il pedaggio  del Passante è già oggi uno dei più alti d'Italia.
Riscadenzamento  mutuo e/o allungamento concessione. Questa scelta impegna un maggior  numero di esercizi finanziari, riduce la reddittività e relativi incassi  del concedente, allunga la vita dell'opera oltre ai tempi di valore  d'uso e di sicurezza intrinseca dello stesso.
Finanziamento dei soci.  Le opere realizzate in finanza di progetto hanno già nella fase  iniziale un finanziamento dedicato degli Enti proponenti propedeutico  all'avvio dei lavori che si fa carico di un 15- 20 % della spesa  complessiva. Risulta complicato prevedere altri interventi e contributi  dai soggetti pubblici.
Se questa è la situazione aggiornata della  sostenibilità economica del Passante di Mestre temiamo che la situazione  sia di gran lunga più delicata per tutte le altre opere in cantiere  nella Regione dove il rischio d'impresa di quantità di passaggi ridotti è  assunto direttamente dalla Regione.
La Regione, assecondando tutte  le richieste territoriali, ha elencato una lunga serie di opere da  realizzare in finanza di progetto, che potrebbero non godere di adeguata  sostenibilità economica con il rischio che l'affare è solo per le  imprese costruttrici.
Riteniamo che si debba, sulla scorta della  esperienza maturata, fissare alcuni paletti chiari, per non scassare i  conti della Regione, per non lasciare debiti a molte generazioni, per  non offrire opere incomplete o inadeguate o più semplicemente inutili.
Nell'ordine:
Rigore  nella priorità e selettività delle opere, evitando l'attuale assurda  proliferazione e la presenza di doppioni o duplicità che fanno saltare  la sostenibilità economica e sociale dell'opera.
Concentrare le  scarse risorse su opere strategiche complete, velocemente cantierabili e  realizzabili in fasi uniche, con la disponibilità completa del  finanziamento.
Pubblicare i patti sociali delle opere in modo da rendere trasparente le condizioni degli accordi di finanza di progetto.
Disponibilità  pubblica delle invarianti piani, costi/benefici con le variazioni di  scenario dovuto alla fase recessiva. Troppe volte abbiamo visto piani  irrealistici con una sottovalutazione dei costi e una assurda  esaltazione dei benefici.
Partecipazione dei costruttori, o  proponenti l'opera, al rischio d'impresa e non unicamente alla gestione  concessionaria garantita dal patto sociale.
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