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Se non ora quando? l'8 marzo in piazza per un Paese che rispetti le donne

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 4 Marzo 2011 alle 18:49 | 0 commenti

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Coordinamento Se non ora quando?  -  In continuità con la bella manifestazioni del 13 febbraio scorso, le donne vicentine si ritrovano l'8 marzo in Piazza delle Poste per continuare a tenere alta attenzione e azione contro l'indecente, ostentata rappresentazione di esse come nudo oggetto di scambio sessuale, offerta da media, pubblicità e - purtroppo - parte della politica.

Per pretendere politiche di riconoscimento pieno e valorizzazione dei pensieri, delle capacità, dei bisogni e dei desideri delle donne.
In allegato il manifesto redatto a più mani sui temi che riteniamo centrali per un concreto cambio di passo, anche nel nostro disastrato paese.
Martedì 8 marzo '11 ci ritroveremo in piazza, quindi, con gazebo monotematici sui temi del manifesto a partire dalle ore 20,30. Al palco si alterneranno musiche e interventi. Sarà servita cioccolata calda.
Come per il 13 febbraio la presenza degli uomini, amici delle donne, sarà importante e gradita.
Il coordinamento vicentino "Se non ora, quando?"

SEGUE TESTO DEL VOLANTINO:

In continuità con le grandi manifestazioni del 13 febbraio scorso le donne vicentine si ritrovano l'8 marzo per pretendere
MEMORIA e FUTURO
L'8 marzo ha radici lontane. E' una data simbolica ma non rituale, che unisce le donne di tutto il mondo e delle diverse epoche. Essa ha scandito le lotte delle lavoratrici dei primi del '900 per la giornata di 8 ore di lavoro, delle partigiane nella Resistenza, delle donne per i diritti civili e per la libertà. Si tratta di diritti irrinunciabili e patrimonio di tutte, studentesse e lavoratrici, italiane e immigrate, giovani e anziane. Le conquiste di ieri sono il fondamento di quelle di oggi e di domani. La nostra memoria non è sul mercato e non ci basta un mazzo di mimose.
STOP ALLA VIOLENZA
E' insopportabile il lungo elenco di donne molestate, violentate, uccise. Di molte conosciamo il volto e la storia. Di troppe altre sappiamo il silenzio.
Per tutte diciamo basta, per quelle che desiderano prendere in mano la loro vita e diventare consapevoli dei loro diritti, per aiutarle a fuggire dalla violenza e ricostruirsi un futuro, dobbiamo darci - anche a Vicenza - obiettivi ambiziosi: un Centro Antiviolenza, una Casa Protetta. Diciamo basta all'uso violento dell'immagine femminile nei media, nella pubblicità. Diciamo basta ad un modello di relazione tra donne e uomini come quello ostentato da una delle massime cariche dello Stato, che incide profondamente negli stili di vita e nella cultura nazionale, legittimando comportamenti lesivi della dignità delle donne e delle istituzioni.
UNA CULTURA DI PACE
Le donne si fanno carico dei bisogni della vita e con la loro cura quotidiana, in mancanza di politiche sociali, sostengono l'economia del paese. Vogliamo che le risorse siano investite nella cura della vita, non in strumenti di morte sempre più sofisticati. Diciamo no alle spese militari, no alle "guerre umanitarie", no agli armamenti, no alle basi di guerra. Rifiutiamo la militarizzazione del nostro territorio, della nostra cultura e sentiamo come una profonda ferita il realizzarsi della devastante base di guerra Usa a Vicenza. Non vogliamo caserme ma asili, scuole, consultori, sanità, ricerca, lavoro per i giovani e i cassintegrati, servizi sociali, cultura, case per donne maltrattate. Abbiamo bisogno di umanità, di vicinanza, di comunità, di prossimità disarmata; chiediamo di investire sui figli e sul futuro le risorse di tutti.
IL LAVORO E LO STATO SOCIALE
Il lavoro è identità, è indipendenza economica, è - talvolta - la realizzazione di un desiderio. Per le ragazze e per le donne è - sempre più - un diritto negato, un diritto ‘a termine', un diritto precario, subordinato alla negazione di un altro diritto, quello alla maternità. Eppure le donne sono brave, presenti, precise, scolarizzate....
Ma lo saranno sempre meno se continueranno i tagli a scuola, sanità, assistenza, nidi, sostegno ai disabili... Alle donne, alle ragazze sono ‘dedicati' quei tagli: un modo - inaccettabile - per dire: tornatevene a casa. Noi non ci stiamo.
IL VALORE DELLA DIFFERENZA
Se è vero che la nostra società è marcata da un segno femminile, non è altrettanto vero che lo sguardo politico sia capace di vedere la realtà così modificata. La prima radice per un mutamento dello sguardo è prendere coscienza del valore della rivoluzione simbolica prodotta dal libero pensiero delle donne, combattere la frammentazione e la delega delle competenze su quello che ci riguarda per trovare e diffondere altre pratiche qui e ora, ripensare il mondo alla luce del desiderio e della differenza femminile per mettere al mondo un altro modo di intendere le relazioni, la vita pubblica, il futuro.
UNA SCUOLA DI QUALITA' Crediamo in una scuola pubblica, in una scuola che dia le stesse opportunità a tutte e a tutti, che formi donne e uomini consapevoli, cittadine e cittadini, che valorizzi realmente i giovani di questo Paese. Una scuola in cui "l'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento". La difendiamo dai continui attacchi che sferra questo governo e che chiama "riforme". La scuola pubblica è un bene da tutelare, non un'azienda che può dare profitto o causare dei costi. Va sostenuta come merita, non vanno insultati di continuo i suoi insegnanti e chi ogni mattina si impegna per farla funzionare, non vanno insultati gli studenti che si battono per difenderla: solo così si tutela davvero la libertà delle famiglie di accedere a Scuole di qualità. Istruzione e cultura sono le chiavi della democrazia.
AUTODETERMINAZIONE SEMPRE
L'autodeterminazione e il diritto una sessualità consapevole sono rivendicazioni delle donne. Considerazione e rispetto di sé, libertà e dignità femminile sono state ottenute con il contributo di tante generazioni di donne che - va ricordato nel 150esimo dell'unità d'Italia - hanno costruito la nazione democratica.
La libertà, tuttavia, non può diventare asservimento al potere, né mezzo per raggiungere mete scintillanti e facili guadagni, magari, con risorse e ruoli pubblici.
Difendiamo le conquiste di tante donne: la libertà, la maternità scelta, la salute riproduttiva, pari opportunità ed eguali diritti, un testamento biologico rispettoso delle soggettività e non rispondente a voleri di terzi, un accesso paritario al lavoro, alla politica, ai ruoli di responsabilità pubblica e privata.

 

 


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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