Scure di Tremonti sul Rezzara,cultura dimenticata
Domenica 8 Agosto 2010 alle 13:57 | 0 commenti
L'istituto di ricerca sociale subirà il taglio dei fondi ministeriali. E intanto l'estate culturale si presenta più povera (anche se di maggiore qualità ).
Cultura: arriva l'ora dei tagli. Alla fine la scure della manovra economica di Tremonti si abbatterà sull'Istituto di Scienze Sociali Nicolò Rezzara, noto in città perché sforna periodicamente interessanti indagini sulla realtà sociale di Vicenza e provincia.
Non solo: il Rezzara gestisce decine di "Università della terza età " che organizzano convegni diffusi capillarmente sul territorio provinciale.
E' uno dei circa trenta istituti "minori" che sono finiti nella famigerata "lista" del Ministero dei beni culturali, e che dovranno fare a meno del finanziamento statale. Il "bottino" che lo Stato ha deciso di tenersi ammonta per il Rezzara a 25 mila euro, che rappresentano circa il dieci per cento di un bilancio che viaggia intorno ai 250 mila euro all'anno. «Oltre al volontariato abbiamo tre impiegate, che però lavorano anche per le università adulti e anziani, una fondazione gestita dall'istituto, con 25 università sparse per la provincia e che raccolgono 3700 persone - spiega il direttore dell'istituto, Giuseppe Dal Ferro - Avevamo anche un finanziamento annuale della Camera di Commercio, ma verrà meno anche quello. Gli enti pubblici, d'altra parte, sono sempre più in difficoltà ».
E' un'angolatura un po' laterale, quella di questo istituto quasi nascosto in una viuzza del centro storico, Contrà delle Grazie, per guardare come sarà l'inizio della stagione 2010/2011 per il settore culturale vicentino. Per capire quali ripercussioni potrebbe avere la chiusura del Rezzara, citiamo la ricerca sui giovani, la loro precarietà esistenziale e i loro comportamenti, presentata nell'ottobre del 2009: «Quella ricerca si chiamava "Luoghi e non luoghi dei giovani", mi sembra quanto mai attuale a leggere le cronache cittadine di questi giorni» dice Dal Ferro. «La cultura è sempre fondamentale, se si taglia chi riflette, pensa e propone e dà anche giustificazioni sulle scelte da prendere, si impoverisce un po' tutta la società . Ora stiamo lavorando a una ricerca sul concetto di cittadinanza, dove si gioca il senso di appartenenza e di identità delle persone, basata su circa 6000 schede compilate. Una parte della ricerca si svolge a Vicenza, un'altra parte in una città della Puglia, per confrontare cosa significhi appartenere a una città , come si integrino le persone straniere. O si affrontano i temi anche con analisi scientifiche, o si va avanti sull'onda emotiva del momento. A Vicenza questo lavoro lo facciamo solo noi, a quanto mi risulta: istituzioni come Accademia Olimpica o il Cisa custodiscono una tradizione artistica, ma la progettazione sociale invece passa da noi». Una soluzione praticabile, secondo Dal Ferro, è rivolgersi alle fondazioni bancarie, che già da anni sono insostituibili erogatori di finanziamenti per enti locali e attività culturali. Ma con un paio di grossi "però", ci permettiamo di aggiungere: il primo è la forte permeabilità politica delle fondazioni, come emerso di recente dal richiamo di Umberto Bossi ai leghisti a "prendersi le fondazioni". Quanto forte e indipendente può essere alla lunga una cultura dipendente in gran parte dalle elargizioni di fondazioni che a volte sembrano funzionare come "vetrine" di uno o più poteri? Il secondo "però" è proprio questo aspetto: le attività maggiormente "di ricerca", come nel caso specifico il Rezzara, non garantiscono palcoscenici altisonanti e non fanno "immagine", se non marginalmente.
Per l'estate il Comune ha scelto di coprire le scarse risorse giocando la carta delle sinergie fra diversi assessorati, per fare massa critica. E si è scelto di proporre magari un po' meno in quantità , ma alzando il livello della qualità . Quasi cancellata la kermesse di concertini e spettacoli che avevano vivacizzato Campo Marzo la scorsa estate, tanti eventi per poco pubblico; al suo posto, una serie di incontri teatrali al giardino del Teatro Astra e in altri luoghi della città , danza nei luoghi d'arte, gallerie e musei sempre aperti, oltre al cinema all'aperto ai chiostri di Santa Corona. Il budget stanziato dall'assessorato alla cultura è di circa 80 mila euro, a cui vanno aggiunti i contributi degli altri assessorati e gli sponsor. Per fare un confronto, un cartellone vasto come Opera Estate di Bassano si aggira su un budget di due milioni di euro. Ma in quel caso i soldi li mettono la Regione, il Ministero e altri enti locali. Il discrimine è sempre quello, i soldi. In attesa dell'approvazione della manovra finanziaria di Tremonti, da cui dipenderà buona parte del bilancio comunale, e di conseguenza della cultura in città .
Giulio Todescan
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