Scuole dell'infanzia paritarie, FISM Veneto: "sono un bene comune...da spremere!"
Venerdi 22 Dicembre 2017 alle 18:46 | 0 commenti
"A nulla sono valse le sollecitazioni e il richiamo che abbiamo rivolto nei giorni scorsi, in particolare al Governo, affinché non fossero "tagliati" 50 milioni alle scuole dell'infanzia paritarie italiane nella Legge di Bilancio 2018!", in questo modo comincia la lettera arrivata in redazione che pubblichiamo a firma congiunta del presidente FISM Veneto Stefano Cecchin e dei presidenti provinciali veneti, "Avevamo segnalato la imprescindibile necessità che il finanziamento, già previsto nella finanziaria 2017, fosse riproposto anche in quella 2018 per motivi di equità sociale (il confronto con i bambini che sono accolti gratuitamente nelle scuole materne statali) e per evitare nuovi aumenti di rette assicurando una dignitosa sopravvivenza alle scuole paritarie, prezioso patrimonio delle nostre comunità ."
"La FISM e le 81.000 famiglie del Veneto che, insieme alle oltre 500.000 famiglie italiane, portano i loro bambini alle scuole dell'infanzia paritarie - prosegue la nota preoccupata - devono prendere atto con dispiacere e preoccupazione che la volontà politica, nonostante le belle parole, va in altra direzione punendo un settore che contribuisce significativamente al sistema pubblico dell'istruzione, accogliendo il 40% dei bambini scolarizzati dai 3 ai 6 anni (in Veneto la percentuale sale al 65% cioè 2 bambini su 3) e facendo risparmiare allo Stato qualche miliardo di euro l'anno!"
"È un segnale davvero preoccupante quello che è venuto dalla Politica in questa occasione - evidenzia la nota - perché maturato in un penoso "ricatto" di priorità di spesa pubblica! Numerosi Parlamentari avevano accolto questa giusta istanza e avevano presentato emendamenti purtroppo bocciati. Condividiamo la dura e puntuale presa di posizione della On. Simonetta Rubinato che si è vista respingere il suo: "È un grave errore del Governo e della maggioranza che in questa legge di Bilancio siano state del tutto ignorate le esigenze delle scuole dell'infanzia paritarie, che poi sono le esigenze di centinaia di migliaia di famiglie, visto che accolgono 582mila bambini dai tre ai sei anni. Credo non ci sia coerenza nel sostenere, da un lato, con la riforma della Buona Scuola, la finalità dell'ampliamento dell'offerta formativa nel segmento 0-6 anni, per incrementare i servizi alle famiglie o ridurne il costo a loro carico, se poi rispetto alla legge di Bilancio 2017 i fondi per le scuole materne paritarie sono ridottinel disegno di legge di governo nel 2018 di oltre 50 milioni di euro."
"In questo sconfortante quadro nazionale - tuonano i presidenti FISM - si inserisce la previsione di un ulteriore riduzione dei contributi che la Giunta Regionale del Veneto ha previsto nel pdl di bilancio 2018, in discussione in Consiglio Regionale, per le scuole dell'infanzia paritarie e per i nidi. Da 42 milioni stanziati nel 2015, si è passati a 36 milioni nel 2016, a 33,5 nel 2017 e a 31 previsti per il 2018! Chiediamo con forza una maggiore attenzione che si dovrebbe tradurre nello stanziamento di almeno 36 milioni per salvaguardare l'originale e virtuoso "modello veneto" dei servizi socio educativi 0 - 6 anni (scuole dell'infanzia e nidi), diffuso capillarmente sul territorio regionale, gestiti in prevalenza da parrocchie, associazioni, enti morali, ecc. In estrema sintesi il taglio dei 50 milioni dei contributi statali e quello che si profila di ulteriori 2,5 milioni (2018 rispetto al 2017) dei contributi della Regione, ricadranno sui bilanci delle scuole dell'infanzia paritarie per circa 15 euro al mese per bambino!"
"La FISM del Veneto - conclude la dichiarazione -, a fronte di questa pesante situazione, ha deciso di mobilitare tutte le Scuole informando le Famiglie sui tagli certi e previsti, le cui conseguenze potranno ricadere, purtroppo e ancora una volta, su di loro con obbligati adeguamenti delle rette. In particolare alle prossime iscrizioni dell'anno scolastico 2018-2019 (dal 16 gennaio al 6 febbraio 2018) consegneremo una apposita informativa, proponendo ai gestori, ai comitati di gestione, alle famiglie e alle Comunità locali, iniziative pubbliche di dissenso e di protesta per una politica miope lesiva del principio di equità sociale affinché cessi questa intollerabile annosa situazione."
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